zerocalcare

Alla Festa del Cinema di Roma oggi arriva ZeroCalcare. La rockstar dei comics italiani è infatti in Auditorium per presentare la sua, attesissima prima serie.

Si chiama ‘Strappare lungo i bordi’ e la vedremo su Netflix che la metterà a disposizione degli abbonati in 190 paesi.

 Riusciranno le suggestioni e l’irriverenza spiccatamente romana di Zerocalcare, a conquistare il mondo?

Staremo a vedere. Di certo ci sono già stuoli di fan che non aspettano altro che vedere il primo esperimento nell’animazione seriale del fumettista capitolino.

Prima di presentare al pubblico della Festa del Cinema di Roma la serie, appuntamento previsto per questa sera, Zero Calcare ha risposto a qualche domanda dei giornalisti su questa nuova impresa.

Ecco cosa ci ha risposto.

Come è nata l’idea della serie Strappare lungo i bordi?

Mi era venuta voglia di provare a raccontare una storia invece che a fumetti con l’animazione. Un linguaggio molto accessibile. Quando ho iniziato a provare a fare video mi sono accorto da subito di essere in grado raggiungere più persone. E poi, l’animazione mi attirava perché è un modo immersivo per far vivere l’esperienza delle mie storie. Io sono un po’ maniaco del controllo, già a margine dei fumetti metto spesso i titoli delle canzoni che suggerisco di ascoltare mentre si leggono i miei fumetti.  Anche se poi non lo faceva nessuno, mi veniva naturale, in un certo senso provavo già a coinvolgere tutti i sensi.

Con Rebibbia Quarantine ho tentato di mettermi alla prova su questo modo diverso di raccontare. Ho incontrato Movimenti production che ci ha messo grandi professionisti dell’animazione. Ero felicissimo del risultato, raggiunto in modo coerente, senza snaturare me stesso. Da lì, l’idea di poter andare avanti in quella direzione

Gli si chiede poi del suo concetto, ricorrente, di tribù.

Io ho un grosso senso del tribale, dell’appartenenza ad una tribù, che viene dal mio vissuto nei centri sociali e nel mondo punk.  Questo è anche il motivo per cui spesso mi spaventa il contatto con altri mondi come può essere quello di Netflix .

Ho sempre paura dell’incompatibilità tra la mia visione e quella esterna. Invece, in questo caso, sono riuscito a tenere in equilibrio tutto.

Ma che esperienza è stata per Zerocalcare, quella di creare una serie di animazione?

Questa serie è stata innanzitutto un modo per prendermi le misure. Ho cercato di fare quello che mi sembrava fossimo in grado di fare, senza avventurarmi in territori troppo sconosciuti. E’ anche il motivo per cui la serie ha lo stesso andamento della Profezia dell’Armadillo.  Nel farla, ho capito anche tante cose che posso usare e  fino a dove, tipo la mia voce.

Dai voce a tutti altri personaggi tranne armadillo che doppiato da è Valerio Mastandrea, come gestisci questo fatto unico?

Non faccio altre che fare le vocette sceme come si fa a scuola quando fai le imitazioni dei prof. Volevo che lo spettatore si sentisse come se stesse seduto davanti a uno che racconta una storia, e la racconta facendo voci di tutti i personaggi.

Come hai gestito il tuo rapporto creativo con Netflix e la tua ‘esuberanza nel linguaggio’?

Non ho avuto limiti, nemmeno in questo. Uno dei motivi per cui si è realizzato questo progetto di ‘Strappare lungo i bordi’ è che io ho avuto libertà totale. Per il resto, ho fatto per la serie e per il linguaggio usato, lo stesso tipo di ragionamento che faccio quando scrivo i fumetti. Se le parolacce ci sono, sono legate alla situazione, al personaggio, al contesto.

Faccio un esempio su questo.

Nella prima puntata si parla dei cessi dei maschi, e da Netflix mi è stato fatto notare che la metà della popolazione umana, quella femminile, aveva un’altra esperienza. Solo allora mi sono posto il problema e ho scoperto un mondo che ha arricchito l’episodio. Questo mi ha fatto riflettere sul discorso del politically correct e che bisogna rappresentare tutti i punti di vista. Non può essere percepito solo come un obbligo meccanico,perché in realtà è una cosa funzionale, se è fatta bene. Punti di vista nuovi non fanno che arricchire le opere.

Con ‘Non strappare i bordi’, Zerocalcare andrà in tutto il mondo. Qual è la parte del tuo lavoro che piacerà ovunque?

Pensavo all’inizio che il mio lavoro piaceva ai romani perché parlavo romano. Poi pensavo fosse una questione generazionale per i riferimenti di cui infarcisco i fumetti che tutti i miei coetanei condividono. Invece mi sono poi reso conto che il minimo comun denominatore di chi ama la roba mia è di stare un po’ impicciati. Ovvero aver vissuto inadeguatezza o disagi, a qualsiasi età. Mi sono reso conto che è questo che permette alla gente di entrare in contatto con le cose che faccio. Penso sia questa la loro cifra universale.

E l’ironia, anche sulle situazioni più estreme?

Io amo le cose drammatiche in realtà, ma siccome sono nato a Roma so che i piagnoni sono l’ultimo anello della catena alimentare delle prepotenze, quindi bisogna coprire tutto con l’ironia per sopravvivere.

Come hai scelto i brani della colonna sonora di ‘Strappare lungo i bordi’?

Sulla base di ciò che mi piace e di ciò che mi sembrava adatto per il momento. C’è tutto il mio mondo musicale, molto boomer e molto punk. Da Tiziano Ferro a Manu Chao passando per Ron.

L’unica voce non tua dei personaggi della serie è quella di Valerio Mastandrea per l’armadillo, perché questa scelta?

Valerio è l’armadillo della mia vita da molto prima di pensare a un cartone. Era naturale la scelta, lui aveva già dimestichezza con il linguaggio mio. L’armadillo è la mia coscienza che mozzica quindi non potevo farlo io. Quando l’ho sentito con la voce di Valerio, ho capito che gli aveva dato un plus gigantesco. Poteva essere solo lui.

Strappare lungo i bordi: la serie di Zerocalcare per Netflix

Netflix presenta, alla Festa del Cinema di Roma, Strappare lungo i bordi, la serie italiana di animazione scritta e diretta da Zerocalcare, pseudonimo del celebre fumettista italiano Michele Rech. In questa occasione lancia anche il trailer e locandina ufficiali della serie, che sarà disponibile su Netflix da mercoledì 17 novembre in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo.

Prodotta da Movimenti Production in collaborazione con BAO Publishing, Strappare lungo i bordi, composta da 6 episodi da circa 15 minuti ciascuno, è la prima serie d’animazione di Zerocalcare e sarà ambientata nell’ormai noto universo narrativo dell’autore.

Le immagini del trailer sono accompagnate da Strappati lungo i bordi, la title track della serie scritta dal cantautore romano Giancane, con cui Zerocalcare ha creato un sodalizio nel 2018, durante la realizzazione del video del brano Ipocondria (feat. Rancore), brano che ha costituito la colonna sonora degli short animati di Rebibbia Quarantine, prodotti nel 2020. Oltre alla sigla, Giancane fa capolino anche in una decina di altri momenti della serie, in cui sue composizioni originali impreziosiscono tanto le parti di comedy quanto quelle più intense.

Tua City Mag vi racconta la Festa del Cinema di Roma in collaborazione con:

Sanitaria Ortopedia Monti di Creta,

Stil Novo Club Roma,

ASD Hvallo Martignano

Monica Micò Consulente d’Immagine e Personal Shopper

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