In una Roma già in vacanza arriva la notizia che non stupisce nessuno. Inaspettata forse, per i modi (durante una video conferenza con i suoi consiglieri), forse anche per i tempi (è la prima candidatura ufficiale), ma non certo nella sostanza: Virginia Raggi rompe gli indugi e si ricandida a sindaca di Roma.

Un annuncio accolto con entusiasmo dai pentastellati al governo della città, fatto dopo aver incassato l’appoggio dei vertici dei 5s. Da Beppe Grillo, suo grande estimatore, a Davide Casaleggio, a Luigi Di Maio, pare abbiano detto “per me è un sì”. E così, in un afoso giorno di San Lorenzo alla vigilia della notte dei desideri Virginia esprime il suo: altri 5 anni alla guida della capitale.

Che questo desiderio venga esaurito è tutto da vedere. Intanto c’è il passaggio obbligato attraverso Rousseau per superare il vincolo dei due mandati, che è ormai da tempo messo in discussione all’interno del movimento. La ricandidatura di Virginia Raggi potrebbe di fatto abbattere una delle regole in passato considerate indiscutibili dalla base.

La Raggi è entrata infatti in Campidoglio nella tornata delle amministrative del 2013, quelle che portarono all’elezione a sindaco di Ignazio Marino, n el 2016 è stata eletta alla guida del Campidoglio. Quello del 2021 sarebbe per lei dunque il terzo mandato.

Virginia Raggi si ricandida, dice ai ‘suoi’, contro i giochi di palazzo:

“Non ci sto ad apparecchiare la tavola per far mangiare quelli di prima. Sono convinta che dobbiamo andare avanti”[…]”Una scelta, contro i giochi di palazzo, ma dettata dal bene per la Capitale”.

Di fatto, la mossa di Virginia Raggi apre la campagna elettorale e se, qualche tempo fa, si vociferava di un qualche possibile accordo per le amministrative tra 5s e Pd, a determinate condizioni (tra cui la non ricandidatura di Raggi) le reazioni a caldo all’annuncio della sindaca trovano tutte le opposizioni compatte siul fronte del “No” a un secondo mandato per l’esponente 5s.

Marta Bonafoni, consigliera regionale, capogruppo della Lista Civica Zingaretti e a capo del Movimento Pop commenta:

” Virginia Raggi ha deciso: si ricandida. Lo fa con una fuga in avanti annunciando di togliersi così dai “giochi di potere”. Producendo in realtà uno strappo con la città e fregandosene, così facendo, della pericolosità di una destra becera e sovranista pronta all’assalto della Capitale. Dice, Raggi, “non ho apparecchiato la tavola per far banchettare quelli di prima”. Ancora il passato, ancora un insopportabile opzione “contro”.A noi adesso il compito della discontinuità, di un progetto nuovo per Roma. Che sappia imparare da quello che è stato per far respirare un futuro possibile” .

Il gruppo romano di Azione si esprime così in una nota sulla decisione della sindaca:

“L’annuncio di Virginia Raggi, che si ricandida per il secondo mandato (il terzo nelle istituzioni, in palese violazione delle regole a Cinque stelle) non giunge inaspettato. D’altronde, perché avrebbe dovuto ritirarsi? La città è una meraviglia. L’Atac è efficiente (ieri sono andati a fuoco altri due autobus), la città è pulita ( cassonetti stracolmi e sacchetti ovunque) per non parlare di tendopoli abusive, giardini incolti, metropolitane e lavori fermi da anni. La gestione fallimentare a 5stelle è palese, ma la presunzione di chi non è consapevole della propria inadeguatezza  è la cosa più dannosa.”

Da destra il segretario dell’Assemblea Capitolina ed esponente della Lega in Campidoglio Davide Bordoni commenta:

“Ai Romani interessa poco se la Raggi si ricandida, è solo l’ennesima dimostrazione che le regole e la morale dei 5 stelle lasciano il tempo che trovano esattamente come la gestione della città da parte della sindaca che vuole affrontare il suo terzo mandato a dispetto di tutto e tutti. Non serve neanche spiegare perché cambiare le regole del gioco, Roma ne ha viste abbastanza e i cittadini, ora, vogliono una storia diversa da un finale già scritto dal suo personale cerchio magico e dalla banda di Grillo pronti a condannare gli altri per un nonnulla ma sempre primi giustificare se stessi”.

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