E’ candidata a diventare Patrimonio dell’Umanità Unesco una delle meraviglie del Lazio, Civita di Bagnoregio.
La candidatura è motivata dal Comitato Nazionale con queste parole:
“Rappresenta un esempio eccezionale di interazione umana con un ambiente ostile costantemente minacciato da forze naturali. Un sito in cui l’ingegnosità umana sfida un territorio che per secoli, e ancora oggi, è caratterizzato da fenomeni erosivi che ne hanno delineato l’iconicità e influenzato gli aspetti sociali, culturali, urbani e architettonici. L’eccezionale resilienza della comunità, che cerca di mitigare fenomeni irreversibili ininterrotti da secoli, contribuisce in modo sostanziale a rendere Civita di Bagnoregio un paesaggio culturale di straordinaria rilevanza“.
“Facciamo tutti il tifo per Civita di Bagnoregio, per il Lazio, per l’Italia”. Ha commentato la notizia l’Assessora al Turismo della Regione Lazio, Giovanna Pugliese. “Civita rappresenta un’eccellenza delle bellezze del Lazio. Un paesaggio unico, incantato, in grado, come nessun altro luogo, di sorprendere sempre”.
Arroccata su uno sperone di tufo, Civita di Bagnoregio, ovvero ‘la città che muore’ è una delle tante meraviglie della Tuscia.
Ma “La città che muore”, come conferma la fresca candidatura a Patrimonio dell’Umanità Unesco, non è mai stata così viva.
Inerpicata su uno sperone di tufo da cui domina la bellissima valle, si trova a un centinaio di km da Roma, ed è rimasta a lungo un tesoro sconosciuto ai più.
Oggi invece, è una delle mete turistiche più visitate del Lazio. E a ragione.
“The first thing that must be said about the ancient town of Civita di Bagnoregio… is that it is beautiful”, ovvero “La prima cosa che bisogna dire riguardo l’ antica città di Civita di Bagnoregio… è che è bellissima”.
Parole queste, tratte da un recente articolo del New York Times, che ha raccontato al suo pubblico l’ atmosfera magica e surreale che si vive visitando questo borgo dell’ alto Lazio.

Il paese appare al visitatore come una sorta di isola, circondata da una valle, le cui colline di tufo erose, sono già di per sè uno spettacolo che vale il viaggio.
Civita sembra un castello incantato, sospeso nel tempo e nello spazio, collegato al ‘resto del mondo’ da un’unica strada ponte.
La fama di questo gioiello medievale ha raggiunto picchi tali che, in alta stagione, l’ amministrazione comunale, ha deciso di imporre un pedaggio ai tanti turisti che ormai accorrono a frotte da tutto il mondo per visitare questo paese cristallizzato.

Molto del fascino di quello che oggi è considerato uno dei borghi più belli d’ Italia, è senz’altro legato al suo essere una vera e propria città fantasma.
Percorso il ponte e attraversato l’ arco d’ingresso della città, il visitatore si ritroverà a fare una passeggiata nel tempo. E a respirare la lunga storia di questo pugno di case.
Fondato dagli etruschi, cresciuto in epoca romana, ha conosciuto il suo massimo splendore nel medioevo.

Poi, un devastante terremoto, nel 1695, ha dato inizio a una lunghissima epoca di decadenza.
Dall’ultimo dopoguerra, l’ abbandono della popolazione, dovuto sopratutto a questioni di sicurezza, è stato talmente massiccio che oggi i residenti sono una decina scarsa di persone.
E questa meraviglia rimane costantemente minacciata dall’erosione della roccia friabile su cui sorge.
Ma sarà forse la fama ormai internazionale di questo posto a salvarlo. In molti sperano che Civita di Bagnoregio possa rientrare a breve nella lista dei siti ‘Patrimonio dell’Umanità’ stilata dall’Unesco. E oggi pare ci siano buone possibilità che questo sogno si realizzi.

E perché non dovrebbe?
Una passeggiata tra i vicoli di Civita di Bagnoregio è un’esperienza davvero unica. Case medievali e costruzioni più recenti, risalenti al rinascimento, sono separate da strette stradine, in cui la fanno da padroni gatti randagi e visitatori. E ogni scorcio è una sorpresa.
Il ‘centro’ del borgo è costituito da una minuscola piazza su cui sorge una chiesetta del ‘600, perfettamente tenuta, come tutto il resto del paese.
Pochissime le attività commerciali, tutte legate al turismo.
Scrive il NYT, con stupore “Non ci sono farmacie, o scuole, o ospedali, non c’è niente di ciò che rende un posto un posto.”
Di quanti altri luoghi al mondo si potrebbe scrivere altrettanto?