Liliana Cavani viene premiata con il Leone d’oro alla carriera al Festival del Cinema di Venezia e cogli l’occasione della premiazione per dire la sua sul gender gap che esiste anche nel cinema italiano ed internazionale.
Il discorso della regista 92enne si appunta infatti sulla stranezza che il primo Leone alla carriera ad una regista arrivi dopo ben 80 edizioni della Mostra di Venezia. Ma questo purtroppo non stupice. Liliana Cavani però invita tutti a dare una possibilità alle donne, pari opportunità, direbbe qualcuno, di essere viste e apprezzate.
Liliana Cavani e il discorso sul Gender Gap nel cinema
Ecco cosa ha detto durante la premiazione con il Leone d’oro la regista 92enne. “Sono la prima donna a ricevere il Leone d’oro alla carriera come regista. Trovo che non sia del tutto giusto. Ci sono donne, sceneggiatrici, registe che lavorano bene al pari degli uomini e dobbiamo dargli la possibilità di essere viste. Il festival dovrebbe considerare anche che le donne possono fare bei film. Io sono la prima donna a ricevere il leone alla carriera. Serve equilibrio in questo senso e mi auguro che questo inizio abbia un seguito”.
Liliana Cavani ha anche raccontato di essere rimasta sorpresa dalla notizia dell’assegnazione del Leone d’oro. “L’annuncio del premio mi ha colto di sorpresa, pensavo di essere una sarta che ha solo un gruppo di clienti affezionati. Ho iniziato a fare documentari con la Rai sulla guerra peggiore di sempre e per questo, di fronte alle immagini della seconda guerra mondiale, ho scoperto cose terribili. Non potete immaginare cosa ho potuto vedere. Per me è stata una cosa importante. La Storia è fondamentale. Sempre dalla Storia ho ricevuto notizie di Francesco d’Assisi che parlava di pace durante le crociate. Devo al cinema il bello di poter comunicare i miei pensieri, me lo hanno insegnato in particolare due registi, Vittorio De Sica e Ingmar Bergman. Con loro (e anche con altri) il cinema è diventato pari se non superiore alla letteratura perché le immagini sono avvolgenti”