Dall’alba di giovedì, quando la Russia di Putin ha aggredito l’Ucraina, la solidarietà per le popolazioni che stanno subendo bombardamenti, legge marziale e altre atrocità è scattata velocissima e compatta. E ora arriva anche una tak force dal Campidoglio.

Anche Roma, che vuole ribadire il suo ruolo di città della pace ha reagito prontamente in vari modi. Gridando la propria indignazione contro la guerra di Putin, scendendo in piazza con manifestazioni, fiaccolate e colorando il monumento simbolo della città, il Colosseo, dei colori della Repubblica Ucraina. Ma non solo.

Campidoglio, al lavoro la task force per l’emergenza Ucraina

Il Sindaco Roberto Gualtieri ha costituito questa mattina in Campidoglio una task force con il compito di occuparsi della drammatica emergenza provocata dalla guerra in Ucraina.

Il gruppo di lavoro sarà coordinato dall’Assessora alle Politiche sociali Barbara Funari e sarà composto tra gli altri dal Delegato alla Sicurezza Mario Mei e dal Delegato alle Politiche per l’Integrazione e immigrazione Marco Pacciotti.

Nel corso della prima riunione della task force si è decisa l’immediata attivazione del sistema accoglienza e integrazione per i profughi, la verifica con gli operatori del settore ricettivo della disponibilità di possibili sistemazioni, l’apertura di un tavolo con tutte le associazioni di volontariato. La task force si aggiornerà quotidianamente.

“Come molte altre grandi città del mondo, Roma si è mobilitata per dire no alla guerra. Con l’istituzione di questa task force per coordinare le azioni di aiuto, assistenza e accoglienza Roma vuole far sentire ancora più concretamente la sua presenza a sostegno del popolo ucraino che sta vivendo l’incubo di una aggressione militare assurda e pericolosa per il futuro di tutti” ha spiegato il sindaco.

Ucraina, corsa alla solidarietà dai romani

Nel frattempo in città si è messa in modo un’enorme macchina della solidarietà che ha portato lo scorso weekend a una vera corsa agli aiuti per chi sta soffrendo sotto le bombe e le scariche di mitragliatrici e per i tanti che stanno tentando la fuga dal paese sotto assedio.

Tra le raccolte solidali in corso, a cui chiunque può partecipare, c’è quella organizzata da Salvamamme, dal Forum Terzo Settore del Lazio e da altre associazioni. Il punto di raccolta di beni di prima necessità che saranno mandati in particolare ai profughi che stanno trovando rifugio in Romania, è nella sede dell’associazione, in v. Giacomo Raffaelli, zona v.le Marconi. Qui trovate tutte le informazioni su orari di raccolta e cosa portare.

Raccolte di beni di primo soccorso e case aperte alle persone in fuga

Un appello a cui i romani hanno risposto prontamente in massa è anche quello lanciato da don Marco Semehen che è alla guida della Chiesa di Santa Sofia in via Boccea, punto di riferimento della comunità ucraina a Roma.

E ovviamente, anche moltissime parrocchie sparse per Roma si sono attivate per chiedere ai fedeli un contributo in cibo, farmaci, abiti e tutto quello che può essere di fondamentale aiuto.

Non solo. In queste ore, la solidarietà ha assunto molte forme.

Gli ucraini che vivono a Roma, sperano ovviamente nei ricongiungimenti famigliari, mettendo a disposizione le proprie case. Ma sono pronti ad accogliere profughi in fuga anche tanti datori di lavoro di cittadini dell’Ucraina, molti dei quali inmpegnati in lavori domestici.

La Caristas e Sant’Egidio si stanno occupando invece della raccolta di denaro per sostenere le persone in fuga.

L’università La Sapienza, si è intanto attivata per prolungare le borse Erasmus in scadenza di cinque studenti ucraini che a breve sarebbero dovuti rientrare nel loro paese. Un’iniziativa che protegge cinque giovani e replica la stessa misura presa ad agosto all’indomani dell’esplosione del caos in Afghanistan.

Non sono invece ancora chiare le misure che stanno studiando le amministrazioni, compresa la nuovissima task force sull’Ucraina del Campidoglio, in vista dell’arrivo di una quota di profughi nei territori di Roma e Lazio.

Oggi si riunirà la protezione civile e, secondo alcune fonti, si sta pensando di utilizzare, per la primissima accoglienza i tanti alberghi svuotati dalla pandemia, ma si aspettano anche indicazioni chiare dal ministero degli interni.

Nell’attesa, Roma e i romani continuano a rendersi utili e a dare quello che possono.

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