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“Per l’impegno e lo spirito di iniziativa con cui si dedica alla riqualificazione strutturale e sociale del quartiere di Tor Bella Monaca a Roma”. Con queste parole, il Presidente della Repubblica Italiana, motiva la scelta di riconoscere a Tiziana Ronzio, 50 anni, l’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica.

E’ stato l’impegno di Tiziana Ronzio, quel non voler più spostare lo sguardo di fronte alle brutture che la circondavano, quella sua cocciuta determinazione a voler cambiare le cose, a farla notare anche dal Quirinale.

Una determinazione, un impegno, tutti spesi per riportare bellezza e umanità nel suo quartiere, Tor Bella Monaca. Una zona che da decenni vive grandi complessità, assediato dai problemi e della criminalità, in cui vivono però centinaia di persone e famiglie che si adoperano per riscattare quel territorio e riportare la bellezza dove per anni non c’è stata.

Tiziana Ronzio e l’Associazione TorPiùBella

Tiziana Ronzio è una delle persone che più si sono battute negli ultimi anni non solo a parole, ma soprattutto con opere, per rendere il suo quartiere un posto migliore.

Il 30 Dicembre del 2014 il palazzo in cui vive, una torre di quindici piani, in via Santa Rita da Cascia, va in blackout.

Nel buio di quella notte, tre donne realizzano il disagio che attanaglia il quartiere e decidono di fare qualcosa.

L’associazione TorPiùBella nasce così. Tiziana, insieme alle vicine Antonietta ed Anna, decide di rimboccarsi le maniche. Per rendere Tor Bella Monaca un posto migliore, dove vivere e crescere i propri figli.

Da quel giorno l’attività dell’associazione è stata incessante e su più fronti: sociale innanzitutto, ma anche economico, culturale.

La terra di nessuno che fa comodo alla criminalità

Al momento l’attività che impegna di più i volontari è quella della raccolta della spesa alimentare per le tante famiglie in difficoltà. Ma negli anni sono stati sviluppati progetti che hanno portato bellezza e rafforzamento della socialità in quella che troppo spesso viene percepita come una terra di nessuno. O meglio, come una terra che ha dei padroni.

Padroni criminali, che per svolgere al meglio le loro attività hanno bisogno del deserto sociale e culturale. Hanno bisogno di residenti impauriti, scoraggiati e isolati, asserragliati al sicuro nelle loro case.

La vita sociale, culturale, di comunità, i legami, a meno che non siano quelli interni dei clan, non sono graditi. Perché non sono funzionali e anzi, sono fastidiosi per gli affari.

In questo clima l’attività di Tiziana Ronzio e di tutti gli attivisti dell’Associazione Tor Più Bella è vista come fumo negli occhi dai padroni della terra di nessuno.

Ma Tiziana, nonostante angherie, insulti, ostracismo e minacce gravissime continua ad andare avanti per la propria strada, continua a rendere Torbella più bella.

La sua determinazione però, non deve ingannare. Perché l’impresa non è affatto facile. Lo conferma l’episodio, gravissimo, avvenuto ieri.

Tor Bella Monaca, aggressione a Tiziana Ronzio

Quella che sembrava una banale lite per un parcheggio si è infatti presto trasformata in un’aggressione ai danni dell’attivista. E in rinnovate, pesanti minacce nei suoi confronti.

Tiziana Ronzio infatti era uscita per dar man forte al figlio a cui veniva impedito di parcheggiare l’auto. Nella discussione è intervenuto anche Giuseppe Moccia, un uomo con precedenti per droga e un cognome che pesa. E’ quello del noto clan originario di Afragola.

Secondo il racconto della donna lei ha invitato Moccia a non immischiarsi nella discussione e da qui è partita l’aggressione verbale. Tiziana Ronzio e la sua attività non sono graditi. Ha urlato, in termini molto meno educati, l’uomo, prima di minacciare la vita della donna, dei suoi figli e pure del suo cane.

Nel frattempo al parapiglia si è unita anche la madre del Moccia. La donna si è scagliata contro l’attivista provocandole graffi e ferite che i medici del Policlinico Casilino hanno poi refertato con tre giorni di prognosi.

Non lasciare soli Tiziana Ronzio e Tor Bella Monaca

Sul posto della lite sono arrivati molto velocemente i carabinieri. Cosa che non è servita a calmare gli animi, o meglio, l’animo del Moccia, arrestato per minacce e resistenza a pubblico ufficiale.

L’arresto è stato convalidato, ma il Moccia è stato liberato poche ore dopo in attesa del processo. Ed è tornato a casa, a via di Santa Rita da Cascia 50. Lo stesso indirizzo di Tiziana Ronzio, che a Tor Bella Monaca abita nel suo stesso palazzo.

L’episodio di ieri ha fatto immediatamente scattare la solidarietà di istituzioni e attivisti ma per Tiziana Ronzio, non si tratta di un episodio isolato. E’ solo dell’ennesima evidenza che il suo lavoro per restituire Tor Bella Monaca alla sua dignità e a quella della maggior parte dei suoi abitanti, è un lavoro che dà molto fastidio. E per cui sta rischiando l’incolumità sua e della sua famiglia.

“Non si tratta di un atto isolato ma solo dell’ultimo episodio di una serie di atti intimidatori che ormai da mesi colpiscono Tiziana e chi le sta intorno.

Provocazioni, minacce di morte ed intimidazioni nel palazzo, e fuori di esso, si susseguono ininterrottamente. Anche in presenza dei carabinieri che prontamente rispondono alle nostre chiamate”. Si legge, a commento del fatto sulla pagina Facebook dell’Associazione Tor Più Bella.

Uno stato di cose di cui sono al corrente magistratura e forze dell’ordine. Tanto che dopo l’ultima aggressione si sta considerando di innalzare il livello di protezione sulla persona di Tiziana Ronzio che al momento, come spiega Repubblica, si limita a una cosiddetta “radiocollegata”. La donna ogni volta che usciva di casa e ne faceva ritorno doveva informare il 112.

Certo è che l’aggressione di ieri conferma che il lavoro di Tiziana Ronzio e di TorPiùBella non solo è prezioso ma, evidentemente, anche efficace, e va continuato. In giorni in cui si sta scaldando la campagna elettorale e il tema delle periferia viene usato come arma per battere il candidato avversario più che come argomento da sviscerare, è bene sapere che mentre si parla, da tempo, c’è chi invece, fa. E sostenerne il lavoro e assicurarne l’incolumità è il primo passo per ‘fare qualcosa’ di concreto. Non lasciando solo che si batte per un quartiere, e una città, migliore.

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