La confessione più ‘Inedita’ di Susanna Tamaro è forse quella fatta presentando il documentario sulla sua vita di Katia Bernardi in occasione dell’ultima Festa del Cinema di Roma.
“Io soffro di una sindrome di Asperger molto pronunciata. E’ stato un problema gravissimo per me sin dall’asilo, sin da quando sono entrata nel mondo della socialità. Solo che all’epoca non si sapeva bene cosa fosse e come trattare le persone autistiche.
Ho sofferto in modo devastante tutta l’infanzia per questa mia diversità che nessuno sapeva a cosa fosse legata. Passavo per una bambina patologicamente timida, mi è stata diagnosticata una disforia di genere, sono andata dallo psicologo, ma io capivo che non era una questione psicologica ma neurologica.
Ho girato per anni per medici che non mi davano risposte. Ora so che il mio sistema nervoso non mi permette una vita normale, so che come tutte le persone con la sindrome di Asperger vedo solo dettagli, non vedo mai l’insieme e sbaglio tutto sempre, sto sempre fuori posto. Hai difficoltà con l’identità perché mi sento sicura solo mimetizzandomi con l’ambiente”.
Una delle scrittrici italiane più lette
Una rivelazione che non può lasciare indifferente il pubblico dei suoi lettori, che è stato ed è molto numeroso.
Parliamo infatti di una delle scrittrici italiane più lette di, autrice di “Va’ dove ti porta il cuore”, caso editoriale da 18 milioni di copie vendute nel mondo. Il docufilm è un viaggio nei luoghi e nel mondo creativo di Susanna Tamaro che si racconta senza filtri.
La scrittrice trentina aveva annunciato a fine 2019 il suo ritiro dalla scena pubblica. Torna a parlare solo per raccontare il lavoro intimo e diretto che la vede protagonista.
Inedita, racconta una Susanna Tamaro sconosciuta e andrà in onda il 27 dicembre in prima serata su Rai 5.
Un progetto nato quasi per caso e che poi si è sviluppato attraverso quasi tre anni di lavoro.
Racconta Susanna Tamaro:
“Tutto è iniziato dal mio incontro con Katia Bernardi e con il mio rimpianto di aver fatto troppo poco cinema. Volevamo fare qualcosa insieme ma, essendo due donne, abbiamo trovato molte porte chiuse. Alla fine Katia mi ha proposto di fare un film sulla mia vita, perché anche lei prima di conoscermi aveva di me l’immagine stereotipata che ha il 90% degli italiani. Perciò le è venuta l’idea di raccontarmi.
E io ho detto sì, perché di lei avevo totale fiducia. Il lavoro è durato tre anni, e in questo il covid ci ha aiutato, perché in tre anni abbiamo raggiunto un livello di profondità che in tempi più ‘normali’ sarebbero stati impossibili”.
Inedita, Susanna Tamaro come non è stata mai raccontata
C’è forte, dietro questo racconto, anche una certa voglia di rivalsa, contro una narrazione del personaggio Susanna Tamaro che, secondo la diretta interessata, è stata sempre negativa e distorta.
“Quando hai successo e sei una persona che non ha grande ego, è come essere travolti da un tir e a un certo punto hai bisogno di metterti in pausa. Io poi ho avuto contro una campagna stampa di odio a 360 gradi: destra, sinistra, cattolici, buddisti, tutti.
Quando ti odiano così tanto puoi fare solo due cose: o ti metti a combattere a suon di denunce, oppure ti ritiri. Ed è la scelta che ho fatto io, ma questa campagna lunga dieci anni ha lasciato di me un’immagine pessima sul pubblico. Ovviamente ho anche sofferto di questo. L’incontro con Katia per me è stato provvidenziale, perché con lei non dovevo difendermi e ho capito che era il momento di raccontarmi. Poco dopo l’annuncio che mi ero ritirata dalla vita pubblica perché non ce la faccio più mentalmente e fisicamente avendo una grossa patologia. Inedita è dunque un modo per far conoscere un po’ più della mia vita alle persone che mi seguono, al di là delle cose false che sono state scritte su di me”.
“L’innocenza più del successo non viene perdonata”
E ancora:
“Ho subito lo stesso accanimento che ha subito Lucio Battisti, per la stessa ragione: sia io che Lucio Battisti siamo due persone innocenti, che non sanno difendersi. Persone che vivono per la loro arte e nient’altro. E’ quindi facilissimo sparare contro una persona inerme e non è solo il successo, è proprio l’innocenza a scatenare l’odio collettivo”.
Susanna Tamaro spera dunque, con Inedita, di raccontare quello che non si è mai raccontato di lei, a iniziare dalla sua sindrome di Asperger e dalle sofferenze legate a questa malattia, tardivamente diagnosticata. Ma anche al suo modo di vivere, alla sua tenace volontà di non tradire se stessa per compiacere gli altri.