Home In Tv Saverio Costanzo:“Io, incantato da L’Amica Geniale (anche se sono un maschio)”

Saverio Costanzo:“Io, incantato da L’Amica Geniale (anche se sono un maschio)”

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L'Amica Geniale

Da stasera in tv, torna su RaiDue il film a puntate “L’amica geniale” tratto dall’omonima saga letteraria al femminile, firmata Elena Ferrante. Il regista Saverio Costanzo racconta a TuaCityMag, come ha fatto a tradurre in immagini l’amatissima quadrilogia.

“Sono stato educato da una famiglia di femmine, quindi, paradossalmente, mi trovo più a mio agio con le eroine che con gli eroi. Questo anche da prima di incontrare Elena Ferrante e L’amica Geniale. Leggendo e vivendo i personaggi del libro non avevo pensato al mio genere sessuale, mi ero riflesso in loro, anche se sono uomo. Quando mi è stato proposto questo progetto, non ho pensato che sarebbe stato una storia difficile da comprendere, perché l’avevo, in realtà, già vissuto leggendo il libro. Non credo che l’arte si possa dividere in generi sessuali. Io amo tanto Virginia Wolf quanto Dostoevskij, tanto Joyce Carlo Oates quanto Philip Roth, tanto Elena Ferrante quanto Alessandro Piperno.  Certamente, non sarei stato in grado di scrivere “L’amica Geniale”, perché non sono una donna.”

Queste le parole di Saverio Costanzo, il regista de L’Amica Geniale, serie evento che sta per tornare su Rai1 con il secondo capitolo e che RaiDue rimanda in onda da stasera. Si tratta della trasposizione della quadrilogia della misteriosa Elena Ferrante, cheracconta l’amicizia di Lila e Lenù, dai tempi dell’infanzia fino all’età adulta.

Una storia complessa, come solo l’amicizia fra donne sa essere, fatta di complicità, invidie, gelosie. A fare da sfondo alla loro storia l’Italia del cambiamento: della lotta per la parità tra i sessi, dell’emancipazione femminile, dei rapporti madri/figlia analizzati attraverso le generazioni, dei rapporti fra amiche, complici e rivali. La storia del nostro paese che di fatto una storia universale. Non è un caso, allora, che questo libro, ma forse è meglio dire che questa storia, ha ottenuto in pochissimo tempo un successo internazionale e sono moltissimi personaggi hanno dichiarato di amarlo.

Elena Ferrante, abbraccia a tutto tondo le innumerevoli sfaccettature dell’animo femminile: la sorte di chi resta indietro, come Lila, e di chi tenta di andare avanti, come Lenù, in un limbo sconfinato fra cultura e ignoranza, che poi forse tanto ignoranza non è. Sono tradizioni. È Storia, a tutti gli effetti. Quella che ci hanno raccontato e trasmesso per generazioni. Le donne ai fornelli e gli uomini a lavorare. “Se sposi il ricco del paese ti sistemi”; certo agli occhi degli altri, e poco importa se sei infelice. La mafia e il taccuino rosso della matriarca; storia di casa nostra e, chissà, forse anche di Cosa Nostra. Certo, fra finzione e realtà.

“Una storia,”dice Costanzo, “senza genere, capace di appassionare le donne, che riconosceranno le fatiche  delle loro madri e delle loro nonne, ma anche gli uomini.”

Impossibile restare indifferenti davanti alle difficoltà di chi resta ancorato alle tradizioni, per mancanza di mezzi, e a quelle diverse, della scalata sociale di una professionista, non in quanto professionista, ma in quanto donna.

La difficile scelta del divorzio, e quella ancora più complessa di un matrimonio di convenienza, una separazione e ancora un nuovo rapporto senza vincoli matrimoniali, agli occhi del paese, diversi da quelli della città, sia essa Napoli, Torino, Milano o Roma.

E ancora “la prima volta”: croce e delizia, peso e conquista, vizio e virtù. Inferno e paradiso. L’arrivo del marchese e l’accettazione di una condizione in salita, una posizione dietro (agli uomini) e la lotta costante per farsi avanti nel Mondo. Il successo e la disfatta. Conquista e perdita. Ricchezza e povertà.

Su questo romanzo, che vale assolutamente la pena di leggere, è stato detto tutto e il contrario di tutto. Una croce per Saverio Costanzo che, ha misurato se stesso, e l’arte senza genere, provando a far conoscere al grande pubblico una storia dal successo internazionale.

“Il fatto che io sia maschio,” sottolinea il regista  “non è un limite alla comprensione della storia. Sarei una persona non compiuta se così fosse. È una questione di sensibilità. Leggendo i romanzi mi sono sentito come un bambino sulle montagne russe. Spaventato, talvolta, nel conoscere lo sviluppo della storia.E’ un rapporto molto fisico  quello che Ferrante stabilisce con i lettori, ed è quello che qualsiasi narratore prova a fare con i propri personaggi. Anche un regista. Sia esso uomo, o donna.”

Chissà se è anche per questo rapporto che  L’Amica Geniale di Elena Ferrante (che naturalmente firma anche la sceneggiatura di questa trasposizione televisiva),  è amatissima da  tanti personaggi noti, donne e non solo, appassionati di questa quadrilogia: da Hillary Clinton e Michelle Obama, da Nicole Kidman a Elizabeth Strout,e tante altre .

Donne che si interessano delle donne. Amiche geniali, come sono le protagoniste della storia di Elena Ferrante.

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