Teresa Cerniglia, Maddalena Cucchiara e Francesca Vitale, due casalinghe e un’insegnante. E’ la loro storia quella che viene raccontata nella docu-fiction Rai “Io, giudice popolare al maxiprocesso”.
Il più grande processo penale mai tenutosi al mondo, fu un momento di svolta storica. Il dibattimento, basato sul lungo lavoro del pool antimafia guidato dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Brosellino, si svolse dal 10 febbraio 1986 al 16 dicembre 1987
In quei 21 mesi tutti gli occhi, i cuori e le speranze erano puntate sull’aula bunker di Palermo dove, dopo anni di indagini, finalmente Cosa Nostra andava alla sbarra.
475 imputati, 346 condanne, 2665 anni di carcere, 900 testimoni, 200 avvocati difensori, 600 giornalisti da tutto il mondo e…16 giudici popolari. Tra questi, Teresa, Maddalena e Francesca. E’ sul loro racconto e sulla loro esperienza che gli autori si sono basati per costruire la figura della protagonista di “Io, giudice popolare al maxiprocesso”, interpretata da Donatella Finocchiaro.
Nell’ambito del programma potremo assistere alla ricostruzione in forma di fiction di quel momento fondamentale della storia italiana recente, ma anche ascoltare le testimonianze dei protagonisti di quei giorni. Dai più noti, come Piero Grasso o Giuseppe Ayala a Luciano Violante, fino a persone comuni che hanno contribuito in modo determinante a quell’evento.
Tra queste, “Io, giudice popolare al maxiprocesso”, mette al centro la storia di tre donne, che decisero per quasi due anni della loro vita di dedicarsi alla ricerca della giustizia e della verità. Un impegno nient’affatto scontato, visto che il ruolo di giudice popolare al maxiprocesso era considerato ovviamente difficile, scomodo e pericoloso. In molti rifiutarono la chiamata, adducendo motivi di lavoro o di salute. Teresa Cerniglia, Maddalena Cucchiara e Francesca Vitale dissero invece un convinto ‘sì’ e incuranti dell’atmosfera di guerra che in quel momento si respirava a Palermo decisero di fare la loro parte di cittadine.
“Finimmo pure sotto scorta.” Ricorda infatti Maddalena Cucchiara nel corso di “Io, giudice popolare al maxiprocesso. “Ciò significava essere limitata nella mia libertà, ma era da mettere in conto anche questo.”
Mentre Francesca Vitale ricorda che in quei giorni caldi qualcuno decise di entrare nella Galleria d’arte di suo marito portando via 23 quadri e quando fece denuncia, le venne risposto “Te lo dovevi aspettare”.
Un aneddotto che restituisce la temperatura altissima di quei giorni. E che ci porta a capire più profondamente l’alto valore civico della scelta di Teresa, Maddalena e Francesca. Un momento che ha segnato le loro vite, oltre che la storia d’Italia.
“Di notte mi capita ancora di sognare alcune udienze, mi sveglio agitata”.
Parola di Teresa Cerniglia. La giudice popolare racconta di aver comunque cercato anche in quei 21 mesi di essere prima di tutto una casalinga, una madre e una moglie. Ma certo in quel frangente il suo essere cittadina la ha portata a ricoprire un incarico di grande responsabilità.
La camera di consiglio durò 35 giorni. Durante quei 35 giorni i giurati lasciarono tutto e vissero nell’aula bunker di Palermo in un tempo sospeso. Nulla aveva più importanza per loro se non la ricerca della giustizia.
“Io, giudice popolare al maxiprocesso” va in onda stasera, 3 dicembre, alle 21 su Rai Uno.