soul film disney natale 2020

Esce il 25 dicembre su Disney+ Soul, il film Disney di Natale 2020. Un lungometraggio targato Pixar che ritorna su temi cari e più volte trattati da casa Disney negli ultimi anni. Il talento, e il coraggio di essere se stessi.

Che cosa vi rende davvero voi stessi? Il nuovissimo lungometraggio targato Pixar Animation Studios Soul presenta Joe Gardner, un insegnante di musica di scuola media che ha una passione per il jazz. “Joe vuole più di ogni altra cosa diventare un pianista jazz professionista”, afferma il regista Pete Docter. “Così quando gli viene offerta la rarissima opportunità, di quelle che capitano una volta nella vita, di suonare con una delle più grandi jazziste, Joe sente di aver raggiunto la vetta”.

Ma un piccolo passo falso lo porterà dalle strade della città di New York all’Ante-Mondo, un luogo fantastico dove le nuove anime ricevono le loro personalità, peculiarità e interessi prima di andare sulla Terra. Secondo Docter, l’idea per questo mondo, unico nel suo genere, è in lavorazione da 23 anni. “Tutto ha avuto inizio con mio figlio, che ora ha 23 anni: nell’istante in cui è nato, aveva già una personalità”, afferma Docter. “Da dove era arrivata? Credevo che la personalità si sviluppasse attraverso l’interazione con il mondo. Eppure era piuttosto chiaro che tutti noi nasciamo con una percezione unica e specifica di ciò che siamo”.

“Nella nostra storia tutti nascono con un’anima”, prosegue Docter. “E queste anime non arrivano impreparate: vengono formate e ricevono una personalità e degli interessi”.

Joe Gardner, tuttavia, non sente di appartenere a questa terra di nuove anime. Determinato a ritornare alla propria vita, Joe si allea con 22, un’anima precoce che non ha mai capito il fascino dell’esperienza umana. “A volte le anime hanno qualche difficoltà a trovare quella scintilla speciale che permette loro di guadagnarsi l’accesso alla Terra”, afferma il co-regista Kemp Powers. “I Consulenti dell’Ante-Mondo chiamano dei mentori a ispirare queste anime: persone straordinarie della storia come Abraham Lincoln. Questo metodo ha funzionato per ogni singola anima tranne che per 22, che è una sorta di preadolescente petulante. E senza alcun dubbio, non ha nessuna voglia di andare sulla Terra”.  Joe diventa inavvertitamente il nuovo mentore di 22 e capisce che, se riesce ad aiutarla, forse può riuscire a tornare sulla Terra in tempo per il suo grande evento.

Nella versione italiana di Soul il protagonista è doppiato da Neri Marcore’, mentre 22 ha la voce di Paola Cortellesi. Così l’attrice romana racconta la sua esperienza nei panni di 22 di Soul.

“Il personaggio di 22 è spassosissimo. Devo dire che l’ho interpretata con piacere, anche se non è stato proprio facile visto che bisognava inseguire i suoi cambi d’umore.

La cosa che mi è piaciuta di più di Soul è il suo messaggio: vale la pena di vivere per cercare la nostra scintilla. Vale la pena di vivere per cercare qualcosa di speciale a cui siamo destinati. E questa è sempre una ricerca bella”.

E la sua scintila, quale è?

“La mia scintilla, la mia passione è il lavoro che faccio. Il mio lavoro infatti è innanzitutto una passione, poi certo, ne ho anche altre, tipo l’orto.

Non so che ruolo abbia avuto la fortuna nella mia vita, non so nemmeno se esista in realtà la fortuna. Però di certo a volte si creano nella vita della condizioni ‘favorevoli’. Condizioni, momenti, in cui devi farti trovare pronto, preparato, per affrontare una nuova sfida”.

Anche Paola Cortellesi racconta di aver incontrato un mentore che l’ha aiutata a capire quale fosse la sua strada. Proprio come 22 in Soul.

“Anche a me è capitato di trovare un mentore, chi ti guida veramente. Mi è successo quando ho cominciato in radio, ero veramente giovane e ho avuto la fortuna di lavorare a fianco di Enrico Vaime, grandissimo autore. Lui mi ha insegnato che avrei voluto scrivere, che avrei voluto fare l’autrice di sketch comici. Io allora non lo sapevo, quindi un mentore è colui che ti aiuta a capire qual è la tua strada. Quand’ ero ragazza ho iniziato anche a fare la cantante, perché cantavo nei locali. Ho dovuto passare per quella strada lì per poi capire quello che davvero volevo fare”.

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