sorelle izzo
Le sorelle Izzo: Rossella, giuppy, Fiamma, simona Credits: Marinetta Saglio

Rossella, Giuppy, Fiamma e Simona Izzo. Sono sorelle ( due addirittura gemelle ) e si amano moltissimo. Il loro amore ( non scontato fra fratelli e sorelle) lo hanno voluto raccontare con dei codici numerici.

Una serie di cifre, di contrassegni, che simboleggiano percorsi di vita importanti, sentimentali, emotivi. E racchiudono storie, tra forti gioie, ma anche come in tutte le famiglie, qualche dolore. Il tutto descritto molto bene ( si ride e ci si commuove anche) nel romanzo uscito da poco in libreria 4 sorelle, 8 matrimoni, 9 divorzi” edito da Fabbri Editori.

Il romanzo, che porta l’affettuosa prefazione di Ricky Tognazzi, compagno di vita e lavoro di Simona Izzo, rivela a chi non ha mai conosciuto da vicino questo gruppo di super sorelle, la sua gioia di stare in mezzo a un “caos positivo” dove la noia non esiste e le sorprese non mancano mai.

Tradizioni di famiglia, passaggi di testimone. L’attenzione e la cura per il cinema, per la scrittura, per il doppiaggio. Ma anche per le persone- parenti e amici- le cose e le case. In un susseguirsi di pezzi di vita quotidiana, capitati a 4 sorelle, trascritti in un percorso emozionale di 234 pagine, molto sincero e soprattutto molto tenero.

Un libro che leggeresti in una notte, tanto ti coinvolge e che, pagina dopo pagina, è una rivelazione, talmente bella da far provare invidia per questo gruppo di famiglia allargatissima ( mariti, ex compagni, genitori, figli, nipoti) che compongono un meraviglioso caleidoscopio.

Ma anche una società di doppiaggio, la Pumays, fatta nascere e crescere dal papà, che la battezzò così pensando agli occhi del puma. “Abbiamo tutte gli occhi verdi“, spiega Simona con orgoglio, svelando però che, nonostante l’amore infinito, il libro le ha fatte anche litigare, le ha portate a chiedere addirittura censure.  “Poi ha vinto la democraticità della sorellanza, il non voler sprecare i giorni che verranno.

Simona Izzo e le sue sorelle: la ‘tribù dagli occhi verdi’

“4 sorelle, 8 matrimoni, 9 divorzi”, ha la prefazione di Ricky Tognazzi, soprannominato ‘sorello’ dalle Izzo, di cui scrive: «Questo poker di donne è davvero vincente, quasi sempre solidale, ma, meglio per voi, non trovarvi in una riunione di lavoro, perché, oltre ai fuochi d’artificio dei loro risultati, sulla scrivania ci sono nitro e glicerina, bombette, armi improprie e un creativo lessico familiare, a dire il vero, assolutamente impubblicabile.»

Il libro è il racconto di una generazione del cinema italiano dalla voce delle sorelle Izzo che, in questo libro, aprono le porte dei loro cuori senza riserve né censure. Certe che il loro percorso potrà offrire una riflessione sul mondo delle donne e non solo.

Rossella, Fiamma, Giuppy e Simona Izzo sono direttrici di doppiaggio e doppiatrici (da Susan Sarandon di Thelma e Louise a Jessica Lange del Postino suona sempre due volte, fino al personaggio di Meredith della famosa serie Grey’s Anatomy), attrici, registe, sceneggiatrici, commediografe, scrittrici e Fiamma anche cantante lirica.

Figlie di Liliana e del maestro delle voci Renato Izzo, insieme ai figli e nipoti hanno creato una vera dinastia. “La tribù dagli occhi verdi” è il nickname di famiglia. Nove figli più una affettiva, sedici nipoti, cento film diretti con relative sceneggiature, venti opere liriche, una commedia, sei libri, tremila pellicole doppiate, millecinquecento film stranieri adattati. La matematica delle sorelle Izzo attesta che è possibile coniugare l’amore per la famiglia e quello per il lavoro, in bilico tra gioie, dolori, successi e sconfitte.

La fatica c’è stata e ci sarà, ma gioiosa e celata ai più, come quella dell’anatra: scivola leggiadra sul lago, ma basta scendere con lo sguardo di pochi centimetri per accorgersi del turbinio dell’acqua sotto le sue zampette palmate, quasi avesse un motore invece di una coda. Ecco, le ragazze Izzo la vita l’hanno vissuta così, cresciute da una mamma oggi novantaduenne e da un papà che non c’è più, ma la cui presenza continua ad aleggiare nella casa: “Tra l’ozio e il negozio scegliete il negozio”, “Beato quell’uomo che confonde il proprio tempo libero con il suo lavoro”.

Quel che conta davvero è rispettare la tradizione di famiglia e passare il testimone, che sia artistico o manageriale, ai figli e ai nipoti, cresciuti su set e sale di doppiaggio, tra le quinte di un teatro e le camera car, o addirittura in scena fin da piccoli. Basta che i cuccioli siano sempre nel marsupio delle cangure e che apprendano tutto ciò che da quel magico ricovero potranno vedere.

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