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Roma nella camera oscura: un amore lungo 180 anni

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Roma nella camera oscura celebra l’arte della fotografia con un’esposizione che rivela il lato più autentico e nascosto della Città Eterna.

Roma e la fotografia, una storia lunga e affascinante che viene molto ben raccontata nella ricca mostra Roma nella camera oscura. Fotografie della città dall’Ottocento ad oggi, a cura di Simonetta Tozzi e Flavia Pesci. Visitabile da oggi e fino al 22 settembre a Palazzo Braschi, la mostra è pensata per celebrare i 180 anni della nascita della fotografia.

A dirci di più è Simonetta Tozzi.

“La mostra Roma nella camera oscura – divisa in nove sezioni dedicate alle diverse tematiche, declinazioni e tecniche, della fotografia è un excursus per immagini della storia fotografica della Città Eterna, intreccio e connubio tra l’evolversi dell’arte fotografica e il contesto topografico, storico e sociale di Roma nel tempo. Molte delle immagini in mostra sono di estrema deperibilità. E’ davvero raro poterle vedere esposte.”

Le 320 immagini segnano un suggestivo percorso che parte dalla sperimentazione fotografica dell’Ottocento, in cui si avvicendavano immagini in dagherrotipo, carta salata e albumina, e arriva ad alcuni dei più grandi fotografi del nostro tempo. Tra questi: Gianni Berengo Gardin, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri, Mario Cresci, Roberto Koch.

“Alcuni pionieri delle tecniche fotografiche operavano a Roma già nel 1839, – ci spiega Simonetta Tozzi- La fotografia ottocentesca si inserì sulla scia della pittura, nel campo della veduta e del ritratto. All’epoca, poi, per essere fotografi servivano anche altre competenze, come la chimica o la meccanica.”

La mostra apre con la sezione Sperimentare con la luce: nascita e progressi della fotografia.

“La vividezza e l’effetto cangiante delle immagini prodotte in dagherrotipo, si prestavano bene al genere ritrattistico, come si vedrà anche nella sezione Ritratti . – Prosegue Simonetta Tozzi- Infatti, attirarono un pubblico di ricchi acquirenti disposti a lunghe sedute di posa. Con l’evolversi delle tecniche, poi, i fotografi iniziarono a uscire dagli studi per spostarsi tra città e campagna con le loro ingombranti attrezzature, spesso accompagnati da pittori.”

La seconda sezione, Documentare l’antico: percorsi tra le rovine, cattura l’immagine di archeologi ritratti in gruppo tra le rovine romane, raccontando anche l’uso della fotografia nell’indagine archeologica, incentrata sulle vestigia classiche e sui principali monumenti della città.

Si racconta poi Roma, Centro della cristianità, con scatti che immortalano caratteristiche peculiari della Basilica di San Pietro. Tra questi anche quello di Tommaso Cuccioni in Piazza San Pietro.

L’esposizione prosegue con due sezioni dedicate al patrimonio idrico e naturalistico di Roma.

Vie d’acqua: la presenza del fiume e le fontane monumentali e a seguire Un eterno giardino: Roma tra città e campagna. Negli scatti il Tevere, ma anche gli acquedotti e le innumerevoli fontane della città, tra cui quella delle Tartarughe nell’obiettivo di Pompeo Molins. nonché i giardini e parchi.

La crescita della città è il tema raccontato da La nuova capitale: dai piani regolatori di fine Ottocento alla città moderna, con scatti che documentano i grandi cambiamenti urbanistici dall’annessione nel Regno d’Italia passando per il regime fascista. tra gli scatti anche quelli di Nello Ciampi e Oscar Savio.

La settima sezione, Occasioni di vita sociale, è un’ampia carrellata di scatti dedicati alla quotidianità di Roma. Dall’essere la pigra città papalina, la città cambia radicalmente volto restituendo l’immagine di una rinnovata vivacità. In questa sezione, tra gli altri, sono documentati anche performance di alcuni celebri artisti come Joseph Beuys e Keith Haring.

Dopo la sezione dedicata ad una serie di lastre ottocentesche in vetro retro-illuminate, il percorso si chiude nelle sale al pianterreno con la sezione Ritratti, dedicata alla fotografia di figura di cui ci parla la curatrice Simonetta Tozzi.

“Questa sezione ospita ritratti di personaggi noti, interni di studio d’artista, tableaux vivants, mascherate e foto di costume. Tra i ritratti , ad esempio, troviamo quello di Francesco Cavalletti, ultimo senatore di Roma, ad opera di Gioacchino Altobelli o quello della famiglia reale di Napoli esule a Roma, ad opera di Antonio D’Alessandri. Entrambi spiccano per accuratezza dei particolari e l’ uso della luce. Tra i ritratti di tableaux vivants, “quadri viventi” di grande successo a cavallo tra Ottocento e Novecento, troviamo le opere di Henri Le Lieure della mascherata per il Convegno Estetico del 1900, dedicata a costumi dal Quattrocento all’Ottocento.”

Roma nella camera oscura.
27 marzo/ 22 settembre 2019
Roma, Museo di Roma – Palazzo Braschi
Piazza Navona, 2; Piazza San Pantaleo, 10
€ 7,00 biglietto intero;
€ 5,00 biglietto ridotto;











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