Gli anni passano, ma Richard Gere resta. A 68 anni suonati, uno dei più longevi sex symbol di Hollywood, si presenta all’ anteprima romana del suo nuovo film “L’ incredibile vita di Norman” (in sala dal 28 settembre), un pò in ritardo, come si conviene a una star, ma di certo in gran forma. Richard, a Roma, è di casa. L’ American Gigolò dei tempi che furono, fa spesso e volentieri tappa nella capitale, approfittando per lo più degli impegni professionali ma non solo.
“Siate gentili, non come al solito, sono stordito dal jetleg”, basta la prima battuta per presentarsi come un divo si, ma simpatico e alla mano, felice di parlare del nuovo film e di certo, dopo molti anni, ancora innamorato del suo lavoro.
E deve esserlo, se trova il coraggio di portare sullo schermo un personaggio atipico e disturbante come il suo ‘Norman’, un’ aspirante faccendiere, che non si capisce se per megalomania, o per quale altro misterioso impulso non pensa altro che ad ‘agganciare’ le persone giuste, creare reti, diventare amico dei potenti.
Norman è un uomo dimesso e solo, con l’ossessione del potere: è insistente, è invadente, è egocentrico, ha seri problemi nella comprensione della realtà che lo circonda, è nauseante nel suo servilismo,ma è anche una persona di cui si intuisce, in fondo in fondo, la buonafede.
Imbruttito (come si conviene per le interpretazioni memorabili) e fastidioso, per Richard Gere questo è un ruolo che potrebbe valere l’Oscar, finora mai vinto. Ci ha pensato? Le piacerebbe?
“Certo”, risponde lui “sopratutto perché la vittoria di un Oscar, mi permetterebbe di continuare a partecipare a produzioni indipendente, di fare il cinema che mi piace.”
In effetti è già da qualche anno che la strabiliante filmografia di Richard Gere si arricchisce di titoli non sempre mainstream, con la preferenza per i giovani autori. Un applauso per il coraggio.
Questa pellicola parla da un punto di vista molto particolare del potere, e secondo il protagonista, Norman è una figura fastidiosa, ma in qualche modo universale “Ci sono Norman in tutte le culture, in tutti i paesi, in tutti i settori. Ci sono i Norman nel giornalismo, nello spettacolo, nell’ economia, nella politica. Quelli che girano intorno al potere, cercandone i favori, per entrare a farne parte, come fa Norman, ci dicono una verità: ci sono pochi che stanno al’apice, e poi ci sono tutti gli altri. La figura di Norman è veramente molto attuale, ormai nessuno fa niente per niente, ormai nella nostra società si ragiona così: ‘faccio una cosa per te, se in cambio ne ho dei vantaggi’, ed è un atteggiamento connaturato alla perdita del valore della comunità.”
Il potere però, come tutto il resto, è qualcosa di transitorio. Un discorso che da buddhista, Richard Gere non si lascia sfuggire l’occasione di approfondire. “Per dirlo con una battuta: quando sei all’ apice e ti puoi comprare il vino più buono del mondo, poi è dura, nei momenti di difficoltà adattarsi a un vino mediocre.
Ovviamente il discorso è più complesso di così, ma la verità è che le cose cambiano, ogni istante, ad ogni respiro. La ruota gira, e l’unico modo per non farsi sopraffare dagli eventi è accettare i cambiamenti e non attaccarsi troppo alla realtà del momento.”