Finite le feste, è imminente la riapertura della scuola. Il ritorno sui banchi è previsto per lunedì 10 gennaio, ma l’impennata dei contagi da Covid nelle ultime settimane e le nuove regole relative alla gestione dei contagi in ambito scolastico, preoccupano chi dovrà organizzare la didattica al ritorno di alunni e docenti nelle scuole.
Riapertura scuola, l’appello dei presidi per la DAD
La situazione appare preoccupante per il mondo della scuola, già stressato da due anni di difficoltà, soprattutto guardando ai dati dei contagi che vedono i numeri aumentare in particolare tra i giovanissimi.
Come si potrà riaprire la scuola, scongiurando un prevedibile caos?
A chiederlo sono, tra gli altri, 1500 presidi che hanno firmato un appello rivolto al governo Draghi, per chiedere che si prenda in considerazione l’idea di un rientro graduale in classe, preparato da un paio di settimane in DAD. D’altronde, tutti gli esperti sono concordi nel prevedere un picco di contagi proprio nella seconda parte di gennaio. L’appello dei presidi punta a scongiurare ulteriori interruzioni dell’attività didattica già da tempo così travagliata.
Osservazioni che sono state anche anticipate in sede di colloquio con il Ministro dell’Istruzione Bianchi, da parte dell’Associazione Nazionale Presidi e Dirigenti Scolastici.
Spiega Antonio Giannelli, Presidente dell’associazione in una nota.
“Al Ministro abbiamo ribadito che crediamo fermamente nella maggior efficacia della didattica in presenza rispetto a quella a distanza. Ma, proprio per questo, non sosteniamo acriticamente la retorica della ‘scuola in presenza’ a tutti i costi. Il rischio concreto è quello di riprendere le attività didattiche in presenza senza i supporti necessari per fronteggiare un contesto pandemico sempre più difficile per la gestione del servizio”.
Università, possibili esami a distanza
Non solo la riapertura della scuola è travolta dall’impennata dei contagi. Difficoltà in vista anche per le università alle prese con le sessioni d’esame invernali. Una nota del Miur ha comunicato agli atenei la possibilità, laddove ci fossero impedimenti per lo svolgimento in presenza, di tenere esami e verifiche a distanza.
Un’ipotesi che ogni università dovrà poi rendere concreta attraverso proprie regole.
La rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni ha invitato i dipartimenti a ricorrere con flessibilità alla modalità a distanza. Una linea che lascia quindi la discrezionalità di decidere alle singole facoltà e che ha incontrato le proteste degli studenti che sottolineano le difficoltà organizzative, soprattutto per i fuorisede, in mancanza di una norma univoca.
Ma in questa situazione, la valutazione caso per caso sembra inevitabile. A Roma Tre saranno garantiti gli esami in presenza, fermo restando il limite del 50% della capienza delle aule. Si ricorrerà invece sicuramente all’esame a distanza in caso di impossibilità di partecipazione in presenza dello studente o dei docenti, per motivi legati alla pandemia.