Per Raoul Bova, “L’ultima gara”, il film che ha diretto, interpretato, sceneggiato e prodotto è soprattutto una full immersion nelle emozioni della vita.
Insieme a tre ex olimpionici azzurri di nuoto che sono Massimiliano Rosolino, Filippo Magnini, Emiliano Brenbilla e a Manuel Bortuzzo, promessa del nuoto azzurro spezzata da una pallottola, Raoul Bova, ha raccontato ne l’Ultima gara uno squarcio di profonda umanità.
A spiegarlo è stato l‘attore e autore stesso in un’intervista.
Raoul Bova: Ultima gara racconta la rinascita
“E’ un film che è stato girato in quasi due anni e che racconta la ripartenza, la rinascita di alcuni uomini. E’ un’opera che racconta anche di incontri che ti cambiano la vita. Di svolte, che danno la possibilità di affrontare il passato e quindi il futuro in un modo diverso”.
Il film in onda il 3 giugno su Canale 5 ha una lunga gestazione. Dice il co-regista che, di fatto, l’idea parte da lontano.
“In questi ultimi mesi, anzi in questi ultimi anni ormai, cioè da quando è esplosa la pandemia, ho iniziato a fare delle riflessioni che poi ho messo su carta ed è nato il libro “Le regole dell’acqua”. In questo contesto è nata l’idea de “Ultima gara”, un film a cui tengo moltissimo”.
Raoul Bova racconta Ultima gara come un docu film. Quasi un’opera di indagine che vuole andare a scavare nelle ‘sliding doors che cambiano l’esistenza di ogni essere umano.
“Il film lo abbiamo girato in quasi due anni perché è un insieme di incontri e momenti di vita di questo lungo periodo. Ultima gara è una sorta di “sliding doors” che racconta le ipotesi delle mie potenziali vite incontrando altri nuotatori in cui proietto quella che forse sarebbe stata la mia vita se quella gara non l’avessi sbagliata, ma vinta. Perché io l’ho vissuta questa sliding doors. Io per una gara sbagliata sono diventato attore, se fosse andata diversamente, chissà che vita avrei fatto”.
Raoul Bova, Ultima gara: i campioni sul set mi hanno emozionato
Raoul Bova racconta con entusiasmo come l’eccezionale cast di Ultima gara se la sia cavata sul set. E come lui, da regista e interprete professionista, li abbia guidati davanti alla macchina da presa.
“Ho cercato di lavorare aiutando gli attori che erano alla prima esperienza perché non è certo facile. So bene l’imbarazzo o le difficoltà che si possono provare la prima volta che ci si trova a recitare su un set. Ho provato innanzitutto a far dimenticare loro la macchina da presa, in modo da aiutarli ad essere più naturali possibile”.
E pare che la cosa abbia funzionato molto bene.
“Questo cast è stato per me una rivelazione incredibile. Questi ragazzi sono stati capaci di trasmettere veramente tante emozioni. Hanno aperto il loro cuore e ci hanno offerto le loro emozioni più intime. Ci hanno fatto entrare nei loro successi, nel loro essere campioni, ma anche nei loro momenti più dolorosi che poi sono diventati punti di grande forza”.
D’altronde l’idea di Raoul Bova era proprio quella di andare a scavare dentro il mondo di quattro grandi campioni che, ad un certo punto si sono trovati ad affrontare una vita nuova.
Il mondo dei campioni, dietro le quinte
“Ho scelto questi quattro grandi campioni di nuoto che ho voluto con me sullo schermo, perché mi sembravano giusti raccontare il significato profondo dell’esperienza dell’ essere campione, vincitore nel proprio campo.
Volevo entrare nel loro mondo e raccontarlo da dietro le quinte. Volevo capire cosa succede a un campione che finisce la sua carriera e si trova a dover iniziare un’altra vita praticamente da zero. L’Ultima Gara è Il racconto di una grande ripartenza dei campioni che escono di scena e scendono dal podio. Cosa ha lasciato lo sport? Quanto della vita precedente si porteranno con loro nella nuova vita? Cosa verrà dopo? Essere campione, equivale a un successo anche in altri settori della vita? So che in molti, nel mondo dello sport si trovano ad affrontare un contrappasso difficile quando lasciano l’attività agonistica a livelli altissimi.
Volevo raccontare quello sliding doors che in ogni vita arriva, dal punto di vista di uno sportivo vincente.
Io l’ho vissuta questa esperienza. E, a prescindere dall’essere o meno campioni, il punto di svolta capita a tutti. Per questo penso che Ultima gara potrà emozionare molto il pubblico. In tanti si rivedranno nelle nostre riflessioni”.