donne pasolini
Pier Paolo Pasolini con Laura Betti la musa interprete di molti suoi film e poi custode della sua memoria. Foto Ezio Vitale / Archivio Italfoto RIPRODUZIONE RISERVATA

Nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini saranno moltissime le occasioni per approfondire l’opera e il pensiero pasoliniano. Solo a Roma non si contano le iniziative già annunciate, tra proiezioni, mostre, spettacoli teatrali, incontri dedicati al grande intellettuale che nella capitale visse la maggior parte della sua vita e trovò ispirazioni per i suoi capolavori.

Un’occasione preziosa per riscoprire la figura di questo intellettuale scomodo, divenuto ‘mainstream’ solo dopo la tragica e oscura morte all’Idroscalo di Ostia il 2 novembre 1975.

Quello che si farà in questo anno del centenario sarà soprattutto parlare della vita e dell’opera di Pier Paolo Pasolini. Sulla morte invece, probabilmente, neanche il centenario riuscirà a riaprire uno scorcio, a rilanciare la richiesta di verità.

Ma veniamo dunque a Pasolini vivo, e qui ci interessiamo del suo rapporto con le donne. Un rapporto bellissimo, che non fu mai carnale, ma che lo vide interessato e partecipe, sia come uomo che come artista.

Pasolini e le donne: Susanna e le altre madri

Impossibile non iniziare la rassegna sulle donne di Pasolini, dalla più importante di tutti. La madre, Susanna Colussi, ex insegnante che seguì il figlio nella capitale, anche quando era solo uno spiantato insegnante di borgata e abitò con lui a Ponte Mammolo, poi a Monteverde e infine all’Eur.

Un rapporto strettissimo, mai incrinato dalle difficoltà e dai tanti attacchi che dovette fronteggiare quel figlio complicato, e di cui sono testimonianza bellissime foto d’epoca.

E forse, in parte è dalle tribolazioni mai raccontate di Susanna che il regista attinse anche ispirazione per le sue tante madri coraggiose e dolenti, sempre alle prese con i guai che vivono e crescono nel rapporto con i propri figli.

Dall’eccezionale mamma prostituta di Anna Magnani in Mamma Roma alla Madonna del Vangelo Secondo Matteo all’archetipo della madre oscura, Medea.

Quando il poeta venne massacrato a Ostia, gli amici si precipitarono in casa da mamma Susanna a staccare il televisore. E la donna non si rassegnò mai, come è normale, a quella morte ingiusta.

Le amiche di Pasolini, uno stuolo di donne di pensiero e carattere che ne trasmettono la memoria

Il rapporto di Pasolini con le donne fu costante e anche molto produttivo. Nel mondo del cinema e della letteratura, il poeta trovò molte anime affini con cui intavolò profonde amicizie e importanti collaborazioni professionali.

L’elenco delle donne illustri che condivisero un pezzo di strada umana o professionale con Pasolini, è ricco e vario.

E molte di queste donne, negli anni successivi all’omicidio dell’Idroscalo, hanno continuato a raccontare con costanza la figura dell’artista, dell’intellettuale e dell’uomo Pasolini.

E’ il caso, per esempio, di Dacia Maraini, che anche in questo centenario torna ad approfondire il racconto dell’uomo e dell’artista attraverso i propri ricordi personali, raccolti nel volume di fresca uscita “Caro Pier Paolo”.

Ma è stato per lungo tempo anche il caso dell’attrice Piera Degli Esposti o della grande documentarista Cecilia Mangini. Tutte grandi figure di intellettuali e artiste che hanno incrociato il loro percorso e la loro vita con un amico e collega. Descritto sempre con parole che riportano ai concetti di grazia, profondità e gentilezza.

Pasolini e gli amori impossibili: Maria Callas e Laura Betti

Tra i tanti rapporti e frequentazioni che Pasolini ebbe con le donne, ce ne furono due che si configurarono come due veri amori, evidentemente impossibili.

Il primo, apparentemente più bilanciato, con la sua sodale e musa, Laura Betti. L’altro più disperato, (da parte di lei), con Maria Callas.

Pasolini conobbe Laura Betti nel 1957. Una ragazza giovane e ribelle, bolognese arrivata a Roma con l’idea di entrare nel mondo del teatro e poi, del cinema. Una ragazza inquieta e anticonformista il cui animo si andò perfettamente a fondere con quello del regista friulano.

Negli anni, si scrisse di loro che erano ‘la più bella coppia impossibile del cinema italiano’.

Laura Betti raccontò nel ’77 in un’intervista a Panorama: : “Ho conosciuto Pasolini nel ‘57[…] Avevamo poche cose in comune: una disperata vitalità e la disubbidienza […]Eravamo una coppia tipica. E se lo dico è per disubbidire a chi ha deciso che una coppia tipica non possa essere anche insolita”.

Una coppia, che non venne divisa nemmeno dal massacro dell’Idroscalo. Fino alla fine della sua esistenza, nel 2004 infatti, Laura Betti lavorò nella Fondazione che si proponeva di far conoscere Pasolini. E, soprattutto, non smise mai di chiedere la verità sui fatti della notte del 2 novembre 1975.

Tutt’altro rapporto, ma che può certo catalogarsi come ‘amore impossibile’, almeno da parte di lei, quello che legò Pier Paolo Pasolini e Maria Callas.

Pasolini e Maria Callas si conoscono nel 1969, quando il regista, con molte perplessità, la provina per il ruolo di Medea che poi le affiderà.

Il regista non si fida molto della cantante, che è famosa per i suoi capricci da diva, i suoi colpi di testa e i suoi sblazi di umore. Lei è già da tempo un’anima ammaccata. Ha perso il suo grande amore, Aristotele Onassis e il figlio avuto da lui, Omero e i suoi tormenti non li nasconde.

Ma forse, dicono alcuni, è stata proprio l’inquietudine e la comune sofferenza sentimentale a unire subito i due artisti.

La Callas arrivò a conoscere Pasolini, già stimandolo molto e anzi, addirittura quasi avendone soggezione. Una stima che si trasformò velocemente in qualche altra cosa. Una passione impossibile che divenne un altro motivo di sofferenza silenziosa. Mentre il regista, che adorava la sua amica, faceva di tutto per non essere frainteso e darle false speranze.

Cercando di mantenere anche quel rapporto, come tutti quelli con le sue donne, sebbene molto saldo e speciale, sul piano dell’amicizia profonda e del reciproco rispetto della propria libertà.

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