La Palestra della Legalità di Ostia festeggia un anno di attività e riceve in dono il murales green de “L’uomo tigre”, un guerriero simbolo di riscatto

“Non conto le vittorie ma le sconfitte che ho vinto” la frase è di Emanuele Blandamura, campione europeo di boxe che fa un po’ da slogan e sintesi per un bellissimo murales firmato dagli artisti Solo e Diamond nella Palestra della Legalità a Ostia.

Uno splendido esempio di street art intitolato “Naoto”, che rappresenta il personaggio indimenticabile de “L’uomo tigre” ed è il dono dell’Associazione Yourban2030 a questo posto speciale, che qualche giorno fa ha festeggiato il suo primo anno di attività.

In pochi avrebbero scommesso che quell’immobile, confiscato a Mauro Balini, il ras del porto turistico di Ostia, in una zona dove per molto tempo i clan del litorale hanno fatto il bello e il cattivo tempo, sarebbe diventato un polo di aggregazione sportiva e sociale che ridà nuova speranza al territorio e soprattutto ai suoi giovani.  La palestra della legalità oggi conta 1500 abbonati, circa 500 dei quali usufruiscono della struttura gratuitamente, e realizza attività sportive e sociali rivolte al territorio, dando opportunità di lavoro a giovani atleti e sportivi con titoli certificati, valorizzandoli come istruttori e personal trainer, offrendo attività sportive gratuite a fasce disagiate e garantendo a tutti servizi di qualità a prezzi accessibili con agevolazioni speciali per over 70, famiglie numerose, giovani under 30, neo-mamme e gestanti.

A festeggiare il primo anno di questo luogo simbolo della voglia di riscatto e della forza di un intero territorio, c’erano istituzioni, forze dell’ordine,  le associazioni che concretamente portano avanti il progetto, tanti abitanti del quartiere, il campione Emanuele Blandamura e l’imprenditrice Veronica De Angelis, la presidente di Yourban2030, l’associazione nota per il suo impegno nel sociale e nel green attraverso l’arte. A Yourban 2030 si deve, per esempio, Hunting Pollution, il più grande murales mangiasmog d’Europa che, da più di un anno, si staglia bellissimo su un’intera facciata di un palazzo all’Ostiense e contribuisce, oltre che a rendere più bella la città, anche a depurarne l’aria, grazie all’innovativa teconologia ‘Airlite’, una ‘magia’ con cui è stata realizzata anche l’opera creata per la palestra della legalità di via dell’Idroscalo.

A raccontare la genesi del murales green e la scelta del suo soggetto è la stessa Veronica De Angelis:

“Quando  sono venuta qui per la prima volta, sono rimasta colpita dalla filosofia green di questo posto che è completamente plastic free e ho subito pensato che l’attività di Yourban 2030 fosse pienamente in linea con la realtà creata in questo spazio, uno spazio sequestrato alla malavita e ridonato alla comunità.” – spiega la presidente dell’associazione- “Abbiamo quindi pensato a questo lavoro e al soggetto da rappresentare in questo luogo così prezioso. Abbiamo subito capito con gli artisti, Solo e Diamond, che protagonista dell’opera  avrebbe dovuto essere un simbolo del riscatto sociale, volevamo che il soggetto fosse un guerriero. All’inizio pensavamo a un supereroe, ma alla fine abbiamo scelto Naoto, l’Uomo Tigre. Lui ci è sembrato perfetto perché non è un vero e proprio supereroe, non ha i superpoteri, L’Uomo tigre è ‘solo’ uno sportivo: che suda, che si impegna, che lotta, che cade al tappeto e che fatica per eccellere. Pensiamo che questo soggetto possa essere un’ ispirazione per i giovani, perché possano capire che con l’amore, con la perseveranza e con l’impegno si possono raggiungere dei grandi obiettivi”.

E sulla frase di Emanuele Blandamura che così bene sintetizza il senso della giornata, del posto e dell’opera realizzata da Solo e Diamond spiega:

“Sono parole legate al suo vissuto, ma che possono essere rappresentative della storia di tantissime persone e che spiegano bene che è necessario superare le sconfitte, il dolore e la solitudine nella vita, perché le vittorie più importanti non sono quelle che raggiungiamo nel lavoro o nello sport, ma quelle che conquistiamo nella vita di tutti i giorni con noi stessi”.

Lo conferma l’atleta che spiega:

“Lo sport mi ha salvato la vita, è valore, mi ha insegnato tutto, e questo murales vorrei che parlasse alle istituzioni e al tempo stesso ai ragazzi. Alle istituzioni per dire quanto iniziative come quelle della Palestra della Legalità vadano  ben oltre lo sport, toccando la crescita sociale di un territorio e della sua comunità. Ai giovani per testimoniare come lo sport possa essere un’alternativa a quelle vocazioni più distruttive di cui spesso sono vittime. Non cedere mai alla scelta più facile che ci offre la strada, ma combattere per superare noi stessi… e vincere le nostre sconfitte”.

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