Questa sera in tv, su Rai Tre, in prima serata, potremo assistere a una bellissima messinscena dall’arena di Verona di “Pagliacci”, l’opera di Ruggero Leoncavallo.
Tra le opere liriche più amate e rappresentate, in pochi sanno che la trama di Pagliacci è basata su una storia vera. Il compositore pare infatti si sia ispirato ad un fatto delittuoso accaduto durante la sua infanzia e seguito dal padre del musicista nella sua professione di magistrato.
Pagliacci, la storia vera del delitto che ha ispirato Leoncavallo
L’ idea base per la trama di Pagliacci sarebbe da cercare in un fatto realmente avvenuto nel 1865.
Un fatto delittuoso, un omicidio che sconvolse il piccolo centro di Montalto Uffugo, un paese in provincia di Cosenza in cui il piccolo Ruggero Leoncavallo, napoletano di nascita, visse per qualche anno.
La famiglia infatti, si trasferì in Calabria a seguito dell’assegnazione del padre del compositore, Vincenzo Leoncavallo, magistrato, in quel comune.
Sarebbe proprio stato attraverso la professione del padre, che il futuro musicista venne a conoscenza dei fatti che poi andarono ad ispirare la base della trama dell’opera lirica Pagliacci di Leoncavallo.
La storia vera alla base dell’opera sarebbe quella di un delitto per gelosia.
Un omicidio realmente avvenuto e che per anni si tramandò tra gli abitanti del piccolo centro calabro, scosso da tale delittuoso avvenimento.
L’omicidio su cui è nata l’opera Pagliacci
Trasferitosi con la famiglia da Napoli a Montalto Uffugo, al piccolo Ruggero Leoncavallo venne assegnato un tutore, scelto tra i domestici della sua casa, perché badasse al bambino e ne seguisse le attività.
La scelta della famiglia Leoncavallo cadde su Gaetano Scavello, un ragazzo ventenne a servizio nella casa.
Gaetano Scavello si era innamorato di una bellissima ragazza del paese, su cui aveva centrato le sue attenzioni anche un altro uomo del posto, il calzolaio del paese, tale Luigi D’Alessandro.
Fu la rivalità amorosa tra questi due uomini a scatenare la tragedia che diventerà la base per il libretto dei Pagliacci.
La tensione esplose quando, una mattina, Gaetano Scavello, vide la ragazza oggetto del suo amore entrare in una casa con un garzone di casa D’Alessandro.
Scavello, geloso, bloccò il garzone intimandogli di dire perché si trovasse in compagnia della ragazza, e al suo rifiuto di rispondere, se la prese con lui e lo frustò.
Un atto che venne preso come un affronto dal rivale in amore, che volle immediatamente cogliere l’occasione per sistemare una volta per tutte le cose.
Insieme al fratello, Luigi D’Alessandro aggredì Scavello e, alla fine, lo ferì a morte.
Il fatto sconvolse il paese. A occuparsi delle indagini su quel crimine inizialmente fu proprio Vincenzo, il padre di Ruggero Leoncavallo, e in questo modo la storia arrivò all’orecchio del futuro compositore, rimanendo nella sua memoria fino all’età adulta.
Pagliacci, l’opera di Leoncavallo fu subito un successo
Pagliacci è l’opera di Ruggero Leoncavallo che ha avuto più successo, sin dal suo esordio.
La prima messinscena è datata 1892, il luogo era il Teatro dal Verme di Milano. Sul podio, a dirigere l’orchestra, il giovane Arturo Toscanini.
Pagliacci è una delle opere liriche italiane tuttora più famose e rappresentate. Cantata dalle più belle voci della storia della lirica.
La messinscena dell’arena di Verona è pensata come un omaggio alle atmosfere del cinema di Federico Fellini.
Nel cast Marina Rebeka, Yusif Eyvazov, Amartuvshin Enkhbat, Riccardo Rados, Mario Cassi, Max René Cosotti e Dario Giorgelè.