Con il nuovo Tribunale della Famiglia, si profila uno strumento migliore per tutti gli avvocati che si occupano di divorzio e diritti dei minori. L’istituzione del nuovo Tribunale della Famiglia, all’interno della riforma del processo civile, porta con sé cambiamenti significativi diretti alla salvaguardia dei diritti dei minori e delle donne nei contesti giudiziali per separazione e divorzio. Ad illustrarci, di seguito, le novità della riforma, è Anna Sagone, avvocata di Torino esperta in divorzio e separazioni, adozioni e diritti dei minori.
Come funzionerà il Tribunale per le Persone, per i Minorenni, per le Famiglie
Il nuovo Tribunale nasce per riuscire a garantire davvero la tutela per le donne e i minori quando sono coinvolti in una causa di divorzio conflittuale e violenta.
In tema di divorzio giudiziale, il Tribunale accorpa sia le competenze civili, sia quelle penali. Il motivo è dettato dall’esigenza di individuare al più presto i contesti violenti nelle cause di separazione e divorzio, rendere più brevi i giudizi sui casi di violenza familiare, ma anche prevenire gli episodi di femminicidio e fornire tutela immediata, ed eventualmente anche protezione, alle donne minacciate di violenza o che ne abbiano già subita dall’ex compagno.
“Spesso è accaduto che non sia stato possibile impedire casi di femminicidio” continua l’Avvocata Sagone, “proprio perché alcune competenze erano in capo al giudice civile altre a quello penale, con la conseguenza di aver lasciato per troppo tempo esposte le donne ai contesti violenti, nei quali si sono venute a trovare durante la loro separazione o divorzio”
Che cosa cambia nelle cause dei divorzi giudiziali
Per prima cosa, la riforma spinge alla ragionevolezza e a preferire un accordo negoziale tra le parti assistito per il tramite dell’avvocato e lo fa anche con incentivi economici.
Poi introduce, per ognuno dei genitori, la possibilità di ottenere un risarcimento dei danni dall’altro nel caso in cui si verifichi una violazione dei provvedimenti che sono stati previsti dal giudice, eventualmente con una quota giornaliera.
Tempi più brevi per i casi di violenza familiare
Per i casi di abbandono dei minori o di violenza, invece, ci saranno tempi predefiniti e ristretti. Il procedimento avrà come esito l’affidamento del minore a familiari ritenuti idonei, ma qualora tale via preferenziale non possa essere percorsa non si esclude l’inserimento in case famiglia, sempre in circostanze eccezionali.
Le mansioni del tribunale in relazione ad affidamento e diritti dei minori
L’istituzione del Tribunale che si occuperà degli affidi dei minori, a prescindere dal fatto che il minore sia nato nell’ambito di un matrimonio o al di fuori di una relazione coniugale, oltre che dei divorzi e delle separazioni tra ex coniugi o conviventi, è senza alcun dubbio una delle novità più rilevanti.
Attenzione, però, perché questo non comporterà la totale soppressione dell’attuale tribunale per i minorenni, ma solo la trasformazione in articolazioni centrali in modo che le loro specializzazioni possano essere valorizzate. E non è ancora tutto, perché a supportare il tribunale delle famiglie ci sarà un ufficio del processo, che sarà formato da giudici onorari.
Una scelta non casuale, nel senso che le loro competenze dovranno rappresentare un valore aggiunto tanto per le sedi distrettuali, quanto per quelle circondariali.
Regole processuali omogenee per il giudizio minorile
Nel novero delle novità introdotte dalla riforma del processo civile è prevista anche l’introduzione di regole processuali omogenee per il giudizio minorile che sono: revisione dei poteri del giudice, contenuto e deposito degli atti, rispetto dei tempi, contraddittorio tra le parti.
Va detto, in ogni caso, che la riforma processuale non andrà a influire in alcun modo sul diritto sostanziale di famiglia, ma semplicemente permetterà di accrescere le garanzie nei giudizi relativi.
Uno degli obiettivi delle nuove norme è quello di rendere i procedimenti di separazione e divorzio giudiziali più veloci nel caso in cui siano coinvolti dei minori e per le donne che potrebbero essere vittime di violenza. Ecco il motivo per il quale d’ora in avanti già il giudice civile potrà provvedere ai primi accertamenti, anche di carattere sommario, in modo da individuare con certezza eventuali episodi di violenza. Senza dimenticare, poi, i provvedimenti di protezione possibili.
L’affidamento dei minori nel contesto familiare
Per ciò che concerne la procedura di affidamento dei minori, sono previste ulteriori novità, così come per l’allontanamento del coniuge che si è reso protagonista degli episodi di violenza.
Fino a questo momento il giudice, per i casi di violenza che emergevano in occasione dei procedimenti civilidi divorzio, non aveva a disposizione strumenti di valutazione, e di conseguenza, era costretto a delegare il tutto al giudice penale. In futuro non sarà più così, dal momento che è stata introdotta la possibilità di garantire un coordinamento istantaneo fra le autorità giudiziarie.
In termini più semplici, il giudice civile avrà modo di interagire con il giudice penale, per esempio nel caso in cui in un procedimento relativo a una separazione o a un divorzio dovesse riscontrare delle tracce di violenza. Ma ovviamente varrà anche il percorso inverso, nel senso che le procure saranno tenute a rendere conto ai giudici civili di atti nei confronti del coniuge violento.
Cambia la gestione del denaro fra coniugi separati
Ancora, una ulteriore novità correlata al nuovo tribunale della famiglia riguarda la possibilità, per la parte economica debole nelle cause di divorzio, di chiedere al giudice l’attribuzione di una parte dei redditi dell’ex coniuge.
Gli avvocati che si occupano di divorzio e diritti dei minori non potranno più proporre la sindrome da alienazione parentale.
Escluso il ricorso alla Pas
Infine, la riforma ha escluso il ricorso dei consulenti alla teoria della Pas, la sindrome da alienazione parentale.
Si tratta di una teoria che la comunità scientifica ha contestato e che in passato la Cassazione ha già avuto modo di censurare. In virtù di tale procedimento, in passato in occasione di processi di divorzio o di separazione, alcuni minori sono stati tolti alle rispettive madri per darli in affidamento ai padri.
La riforma prevede che d’ora in poi, nonostante alcuni pareri di consulenti, il giudice sia tenuto ad attenersi alle metodologie e ai protocolli che la comunità scientifica riconosce e non potrà seguire le risultanze di valutazioni relative a profili di personalità e caratteristiche che non rientrino in tali protocolli. La teoria quindi è stata esclusa grazie a un emendamento alla riforma presentato dalla Commissione d’inchiesta sul femminicidio.