Il ciclone Myss Keta risponde ad Amadeus e fa sold out in Treccani
Ieri, dopo la conferenza stampa di presentazione delle co-conduttrici di Sanremo, l’aria si è fatta più densa intorno alla Capitale. Mentre si accendeva il dibattito a botte di post su Instagram, un’ eroina mascherata è comparsa sui tetti della città per diffondere “favolosità” e sciogliere i dubbi più oscuri. Una donna che (1,2) conta, una ragazza di Porta Venezia, la detentrice suprema del termine “top”: Myss Keta.
La cantante milanese, con i suoi occhiali neri e una maschera argentata per l’occasione, si è seduta accanto al Premio Strega Nicola Lagioia per il secondo Giovedì Treccani, nella sede della “santissima” enciclopedia.
“Io penso che il posto di una donna non sia dietro un uomo, ma davanti – Myss Keta risponde a distanza ad Amadeus su quanto detto dal conduttore presentando una delle sue co-conduttrici per il festival, Francesca Sofia Novello – Penso che una donna debba prendersi il suo posto, non quello che gli impone la società”.
A differenza di tutti gli altri – attori e cantanti – coinvolti nel carrozzone Sanremo, che hanno difeso l’affermazione di Amadeus – “È stata scelta da me perché vedevo, intanto la bellezza, poi la capacità di stare vicino a un grande uomo stando un passo indietro” -, la futura conduttrice de “L’altro festival” non le ha mandate a dire.
La polemica che ne è scaturita dopo se l’aspettava:
“Detto questo – ha aggiunto – siamo sempre più vicini alla conduzione del festival, attento Ama”.
Gli haters che l’hanno poi attaccata sono sempre gli stessi. “Con loro ci divertiamo, mi hanno sempre accompagnata” ha detto, e a Lagioia che le chiedeva come se ne difende, ha risposto che data la loro scarsa scolarizzazione trova sempre qualche spunto con cui controbattere.
Del resto Myss Keta senza parole non ci resta mai. La misteriosa cantante milanese – “maestra di yoga part-time”, ci ha tenuto a specificare – provando a discutere il background delle sue canzoni, ha trascinato la sala gremita in una riflessione antropologica sull’Italia del 2020. Della sua Milano ha detto che è un posto in cui è facile trovare dei legami, “E poi, è una città in cui mi mando i dm con il sindaco, dai”.
Alla città deve la sua nascita del resto, perché è proprio cercando di intrappolare lo spirito della Milano underground che è stato creato il personaggio M¥SS KETA (rigorosamente in capslock). Da un’idea del collettivo Motel Forlanini, nel 2013, è sorta dalle acque questa rapper mascherata con il suo primo successo, “Milano, sushi & coca”. Subito amatissima nell’ambiente queer che – lei ha spiegato – è la sua vera casa, oggi Myss è un simbolo nazionale di liberazione e fuga dagli stereotipi.
Nel suo ultimo album, Paprika (2019), dialoga con Mahmood, Elodie, Gue Pequeno e Gabry Ponte, tra gli altri, creando un gioco di associazioni con tutte le “persone giuste” della scena musicale, che ne condividono filosofia e punti di vista.
“Prima di tutto l’ironia – ha raccontato a Lagioia – perché ridere di qualcosa è anche un modo per proteggersene”, come con la maschera. “Sono per la liberalizzazione di tutto – ha continuato poi – e ammiro chi modifica il proprio corpo al suo volere”. Il botox, onnipresente nelle sue canzoni, è quasi un grido di emancipazione: “Penso che il futuro passi anche da qui, c’è qualcosa di rivoluzionario nel prendere una decisione per sé stessi”.
Non solo trasgressione, però, anche la noia fa bene.
“Sono una grande amante dell’inerzia, è bello poter recuperare dei momenti di noia ogni tanto. Aiutano a capire qual è il prossimo obbiettivo”. Come dice la canzone, “guidate dalla brama, mosse dall’inerzia”.
E poi, il cibo. Tempura, sushi, carpaccio ghiacciato e lobster roll, “praticamente tutti i piatti tipici di Milano” li ha definiti Keta.
“Le mie canzoni sono piene di cibo perché penso che sia il secondo – o il primo? – più grande piacere della vita. Quelli che nomino poi, sono un simbolo: nell’ascoltatore non evocano solo un gusto, ma una situazione. Un certo tipo di gente, un gruppo sociale, che fa una cosa ben precisa”.
Ma nella vita di Miss Keta c’è posto per l’amore? Dopo la storia fallita con Massimo D’Alema – “Ho cercato di dargli qualche boa di struzzo da aggiungere ai suoi look ma si è rifiutato”, scherza salutando il politico con cui ha realizzato una delle foto più “epiche” del web – per la cantante è il legame con i “ketamini” quello più forte. “Per me sei genitore 1 e genitore 2” le ha scritto uno dei tanti fan seduti ai suoi piedi in Treccani. “Mi commuovo sotto la maschera, siete pazzeschi”.
Prima di uscire quasi fluttuando da “questa sala che è top”, dopo qualche abbraccio e lunghi applausi, Myss Keta non si smentisce: