Dal 24 gennaio al 13 ottobre 2019 alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, la mostra “Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione”, racconta come l’arte ha rappresentato il femminile.
“ Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione, è una mostra che racconta le donne nell’arte del ‘900. Il percorso offre una riflessione sul concetto di donna e su come l’arte contemporanea abbia rappresentato e celebrato l’universo femminile, seguendone e raccontandone i cambiamenti.”
Ce lo racconta Arianna Angelelli, una delle curatrici della mostra ospitata alla Galleria d’Arte Moderna di Roma in via Francesco Crispi. da oggi e fino al 13 ottobre 2019.
Una mostra da non perdere, che attraverso un centinaio di opere tra dipinti, sculture, fotografie e video, riesce a mettere a fuoco il lungo percorso delle donne, dalla fine dell’Ottocento fino ai giorni nostri.
La mostra racconta come i maggiori artisti tra 800 e 900 hanno visto, accompagnato e raccontato con le loro opere l’evoluzione della figura femminile e del ruolo della donna, protagonista da sempre della creatività e oggetto prediletto dell’arte.
“Le sezioni si sviluppano seguendo anche una linea cronologica” – spiega Arianna Angelelli.- “Nella prima sezione, è evidente il divario tra la figura della femme fatale e l’ideale femminile della donna angelicata.”
Dall’ambivalenza tra donna angelicata e femme fatale a cavallo dei due secoli, all’evoluzione che le donne iniziano ad avere della percezione di se stesse in periodi successivi, fino all’esplosione ribelle e alla nascita della donna ‘nuova’. E la percezione che, nel frattempo, gli uomini hanno di tutto questo lento e inevitabile viaggio. Corpo e immagine, simbolo e rivoluzione,
Giacomo Balla Sartori
Questa sezione, dedicata alla sensualità femminile, restituisce l’immagine di una donna sospesa tra l’ideale angelico e quello temuto ma desiderato della femme fatale. Tra le opere esposte anche Le Vergini savie e le Vergini stolte di Giulio Aristide Sartorio e La Sultana di Camillo Innocenti.
Segue poi un’ ampia sezione che affronta il nudo in tutte le sue declinazioni, dall’accademico al naturalistico. Inoltre, un contributo video documenta come agli inizi del ‘900 nelle pellicole cinematografiche appare la diva, modello di donna indipendente, ingenua e sensuale, che dall’essere oggetto diventa artefice del suo destino.
“Dall’esaltazione del corpo femminile, si sale al secondo piano dove sono esposti ritratti di sguardi di donna. Un particolare del corpo, dunque, inteso anche come specchio dell’anima.” dice Arianna Angelelli.
Nel Novecento con l’irruzione della fotografia e le teorie freudiane, il ritratto è il mezzo con cui gli artisti rivelano la loro percezione dell’umanità. Lo sguardo, con la sua forza evocativa, in arte sembra voler suggerire emozioni. Ecco allora immagini di donne allo specchio che si interrogano sulla propria identità, volti enigmatici, sguardi che indagano. Qui, è esposto anche il volto di Elisa, la moglie di Giacomo Balla, ritratta mentre si volta per guardare qualcosa o qualcuno dietro di sé.
E poi, anticipato e preparato dalle donne delle precendenti generazioni, arriva il ciclone che cambia tutto. E gli artisti sono lì ancora a raccontare la ‘donna nuova’
“Le ultime sale, al terzo piano, mostrano una nuova identità femminile,” spiega la curatrice “che tra inquietudine e nuova consapevolezza si muove in difesa della propria autonomia. La donna si emancipa dalla figura di moglie e madre. La sezione Identità Inquieta, riflette sul passaggio da un destino segnato dall’obbligo biologico della maternità all’emancipazione femminile. Negli anni ’60 ’70 emerge una figura di donna che non utilizza più il proprio corpo come soggetto/oggetto.”
La sezione, citando Simon de Beavuoir, si intitola inevitabilmente “Donne non si nasce si diventa” ed esplora i fatidici anni ’70, quelli in cui le donne rivendicano voce e visibilità nel dibattito politico e sociale e la loro rivoluzione si rispecchia anche nell’arte, dove finalmente diventano soggetto attivo e non più oggetto della rappresentazione maschile.
Questa mostra è una lunga e ricca cavalcata nella storia dell’arte del secolo scorso e nella storia delle donne, avete tempo per visitarla fino al 13 ottobre 2019.
Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione.
Dove: Galleria d’Arte Moderna, via Francesco Crispi
Quando: dal 24 gennaio al 13 ottobre 2019
Orario: da martedì a domenica 10:00 – 18:30
Costo:
- Intero: € 7,50 – ridotto: € 6,50
- Per i residenti intero: € 6,50 – ridotto: € 5,50.
Info: qui.