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In mostra le Belle Speranze dei giovani raccontate dal cinema

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La mostra Belle Speranze, fino al 15 marzo a La Pelanda di Testaccio è un interessante percorso fotografico che racconta come il cinema degli ultimi 70 anni ha rappresentato i giovani.

Un giradischi che va, un juke box che suona.. questa è l’atmosfera che si respira ed è proprio il caso di dire si sente entrando al Mattatoio a Roma presso lo spazio espositivo de “La Pelanda”. La mostra “BELLE SPERANZE: il cinema italiano e i giovani (1948 – 2018)” è un percorso multimediale che sarà ospitata fino al 15 marzo, ideata da Fondazione Ente dello Spettacolo, con la collaborazione di Avvenire. Una selezione di film con oltre 150 pannelli che hanno raccontato i giovani dal 1948 ad oggi.

Un progetto in cui anche alcuni giovani della università cattolica si sono misurati con storie raccontate da altri ragazzi in trenta film del cinema italiano. Come in una sorta di specchio in cui prima gli studenti e poi ciascuno di noi, con la propria diversità e peculiarità, può ritrovare la sua unicità. Ed è questo quello che accade in particolare nella terza sezione della mostra dedicata alla generazione digitale dal titolo Come eravamo giovani. Oggi dove undici studenti hanno prodotto dei videosaggi in cui riflettono sulla gioventù delle generazioni precedenti attraverso 30 film in cui protagonisti sono appunto i giovani.

Un altro elemento di scardinamento dei canoni registici e di narrazione è stato anche la scelta del chiamare come ospite d’onore per l’inaugurazione della mostra Pif. Non solo in quanto regista de “La mafia uccide solo d’estate” ma anche per il libro “Che Dio perdona a tutti”. L’attore e regista ha constatato nella sua esperienza presso le scuole e a contatto con i ragazzi un forte contrasto tra quello che raccontano i media e quello che realmente accade come ad esempio sull’integrazione nelle scuole. Quel contrasto di rappresentazione che sembra non esserci nei tanti film citati o comunque non così evidente ed è ciò che sembra aver spinto a mettere in piedi questa mostra.

“ Si tratta di un possibile percorso di senso per ogni generazione – così afferma don Davide Milani, Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo –  che vada non solo a mostrare quello che hanno rappresentato i giovani dal secondo dopoguerra ad oggi ma soprattutto una realtà capace di risvegliare le forze migliori del Paese” . La speranza e la ricerca dell’identità dei giovani italiani dagli anni Quaranta ad oggi legano tutte e tre le sezioni: da I vitelloni di Federico Fellini a Tutta la vita davanti di Paolo Virzì la prima sezione “Generazioni in fermo immagine: film, mode, oggetti” ripercorre il dopoguerra e gli anni Sessanta, il 68 e gli anni di piombo fino ad arrivare alla generazione digitale dei millennials.

In fondo, sembra suggerire questa carrellata nella storia del cinema ma anche del costume, della musica, della letteratura e dell’arte in generale, che l’avvicendarsi dei cult generazionali sono riusciti sempre in maniera diversa a catturare i sentimenti dei giovani, anche quando si tratta di pellicole da rileggere ex post. In sella ad una vespa o attaccati al joystick della prima playstation, ovvero attraverso quegli oggetti cult che uniscono le varie generazioni (e scelti ad hoc per questo), veniamo guidati come dice una delle curatrici Maria Grazia Cazzaniga, lungo tutta l’esposizione.

Libertà, indipendenza e autodeterminazione sono i tre valori ricercati costantemente dai giovani e che caratterizzano gli oggetti, i libri, gli abiti, i versi e le canzoni della sezione speciale denominata Iconic. Una sezione che vive di vita propria e che ci fa immergere ancora di più in questo viaggio attraverso le generazioni.  Una tensione verso l’Alto che punta sempre a “il meglio deve ancora venire” che sembra unire con un filo immaginario i giovani di ogni decade, che è stata  narrata dalla settima arte e non solo attraverso la propria esperienza politica, sociale, culturale e religiosa in senso ampio del termine: per questo la seconda sezione, “Siamo quel che ci manca” è una ricerca fotografica dal dopoguerra ad oggi  dedicata alla ricerca di senso e di Dio da parte dei giovani protagonisti del cinema italiano. Da La strada a Corpo celeste , anche questa sezione è suddivisa per epoche.

Dai jeans alle pagine di giornale ce n’è davvero per tutti i gusti. In fondo un bel modo di omaggiare il passato il presente e il futuro dei nostri giovani, quelli del Bel Paese con le loro rivendicazioni, i loro sogni e le loro attese.

Ingresso Libero.

Altre info:qui.

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