Michela Murgia, scrittrice e attivista, morta l’11 agosto a causa di un cancro che non le ha lasciato scampo, verrà ricordata per molte cose. Per la sua ostinazione nel combattere le battaglie che riteneva di civiltà, per il suo coraggio nel mettere la faccia e l’anima per ciò in cui credeva, prendendosene ogni responsabilità e pagando ogni conseguenza.
La sua eredità di attivista lucida e ancora tanto scomoda, capace di portare all’attenzione del dibattito pubblico temi ampiamente affrontati nella realtà quotidiana della società ma comodamente lasciati in un angolo da chi ha il potere di prendere le decisioni, rimarrà come un lascito prezioso, un esempio a cui guardare sempre nei momenti in cui le battaglie che intraprendiamo ci sembrano troppo grandi, frustranti e incomprese.
Michela Murgia, i funerali a Roma
Una di queste battaglie, quella sulla dignità di famiglie che non rientrano nella cd famiglia tradizionale, Michela Murgia l’ha portata avanti fino all’ultimo, raccontando pubblicamente della sua numerosa e felice famiglia queer, contraendo polemicamente un matrimonio con Lorenzo Terenzi, solo per sottolineare quanto sarebbe stato ingiusto andarsene senza poter lasciare quello che voleva alle persone che aveva più care al mondo.
Oggi queste persone e moltissime altre, daranno l’ultimo saluto a Michela Murgia nei funerali che si terranno presso la Chiesa degli Artisti a piazza del Popolo.
“Non aspettate di avere il cancro”
Noi la vogliamo ricordare con queste parole, dal valore crediamo universali, parte di un’intervista rilasciata in occasione dell’ultimo Salone del Libro di Torino, dove la scrittrice era per presentare Tre Ciotole, il libro in cui racconta la scoperta e l’accettazione della diagnosi che non le ha lasciato scampo.
“In questo momento non ho più filtri, non ho più paure. Questo momento è un momento di grande libertà e voglio usarla per lasciare un’eredità, anche se può sembrare pomposo…Se c’è qualcosa che non ho avuto il coraggio di dire, perché ho calcolato conseguenze […]Se c’è qualcosa che non ho avuto il coraggio di fare, mò lo faccio!…Io non c’ho più limiti, non me ne frega più niente. Però io vi dico: ‘Non aspettate di avere un cancro per fare la stessa cosa!”