A 25 anni dalla scomparsa, la Rai omaggia Mia Martini rimandando in onda il film “Io sono Mia” con Serena Rossi, che racconta la vita della grande artista
Una donna forte e tormentata, una vita consacrata al demone della musica, che la porta a conoscere il successo più assoluto ma anche l’amarezza, la delusione e l’oblio. E soprattutto, un percorso distrutto dall’invidia e dalla calunnia. Così viene raccontata la vita di Mia Martini, nel film di Riccardo Donna, “Io sono Mia”, uscito come evento speciale nei cinema e poi in tv che Rai Uno trasmetterà oggi, 12 maggio, giorno in cui cadono i 25 anni dalla scomparsa della grande artista
La narrazione si apre dietro le quinte del Festival di Sanremo.
L’anno è il 1989 e la camera segue l’arrivo di una donna mora e minuta al teatro Ariston. Quella donna manca dalle scene da sei anni. Quella donna è Mia Martini, incarnata dall’attrice Serena Rossi.
L’occasione per ripercorrere la vicenda più umana che artistica della cantante di Bagnara Calabra, è una lunga intervista.
Il racconto attraversa tutte le tappe salienti della vita di Mia Martini da quando, adolescente in Calabria, già sognava di vivere di musica, poi l’arrivo a Roma con la madre e le sorelle, la vita bohemène, gli esordi nei locali e l’incontro che le cambierà la vita, quello con l’impresario Alberigo Crocetta, che farà di lei uno dei nomi più importanti della musica italiana negli anni ’70.
Sono quelli infatti gli anni dei trionfi e delle gioie, gli anni dei concerti sold out e delle infinite turnè, gli anni di milioni di dischi venduti e dell’apprezzamento della critica, oltre che del pubblico. L’apice del successo arriva nel 1974 con “Minuetto”, scritta per lei da Franco Califano, che la rende una delle cantanti europee più conosciute e acclamate.
Ma sono quelli anche gli anni in cui comincia a strisciare nell’ambiente la calunnia che, di fatto, distruggerà vita e carriera di Mia Martini, le sbarrerà porte e le negherà possibilità, portandola alla scelta dell’autoesilio, da cui troverà la forza di tornare solo in quel 1989, sul palco di Sanremo, che la ritroverà con tutto il suo talento a prendersi quella che sembrava essere una definitiva rivincita con la strepitosa interpretazione di “Almeno tu nell’universo”.
Un biopic che punta sull’intensità emotiva di una storia di trionfi e tonfi, successo e delusione. Serena Rossi mette a disposizione del personaggio volto e voce, e riesce in una prova di bravura che non la fa sfigurare nel paragone con un mostro sacro della musica italiana, conosciuto e ricordato da tutti.
Dice il regista Riccardo Donna:
“Abbiamo deciso di fare un passo indietro e di giocare più sulle emozioni e i sentimenti, che su una fedele ricostruzione della vita di Mia Martini.
Siamo stati invece, molto rigorosi nella rappresentazione di un’epoca, di un mondo.”
Il film è stato realizzato con la consulenza della sorella di Mia Martini, Loredana Bertè, che ha commentato:
“Sono convinta che Mimì sarebbe fiera di questo film. Per me e per il suo pubblico non è mai morta, ma quando ho visto Serena recitare è stato un colpo al cuore. Ho ritrovato dei dettagli, gli scatti che faceva… quel dolore che provava ma raramente mostrava. Sembrava lei.”
Due personaggi importanti della vita di Mimì invece, non sono voluti comparire nel biopic: né l’amico Renato Zero, né il grande amore Ivano Fossati vengono citati esplicitamente.