medici infermieri italiani premio nobel per la pace

Proposta la candidatura di medici e infermieri italiani al premio Nobel per la Pace 2021.

Un orgoglio, ma anche un grande riconoscimento. Per una categoria che in questo durissimo anno pandemico è stata in trincea senza risparmiarsi per combattere il covid e salvare vite umane.

E’ questa la motivazione che ha accompagnato la candidatura di medici e infermieri italiani al premio Nobel per la Pace. La candidatura è stata avanzata dalla Fondazione Gorbachev.

“Il personale sanitario italiano è stato il primo nel mondo occidentale a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria. Nella quale ha fatto ricorso ai possibili rimedi di medicina di guerra combattendo in trincea per salvare vite e spesso perdendo la loro.”

Questa la motivazione completa che cita anche il pesante tributo in termini di vite umane che il corpo sanitario ha dovuto pagare per portare assistenza, in questi terribili mesi.

I dati fino a dicembre 2020, solo relativi ai medici, parlavano già di 275 vittime, e di un totale di circa 90000 operatori sanitari infettati.

La candidatura di medici e infermieri italiani al Premio Nobel per la Pace, come vuole il regolamento, è stata sostenuta da qualcuno insignito dello stesso riconoscimento. Nel caso del corpo sanitario italiano, questa persona è Lisa Clark. Presidente dell’International Peace Bureau, organizzazione insignita del premio nobel per la pace nel 2017 per la sua lunga battaglia a favore del disarmo nucleare. Lisa Clark vive in Toscana ed è stata testimone diretta degli stremanti mesi della pandemia nel nostro paese. E del lavoro in trincea, spesso in condizioni proibitive, dei sanitari italiani nella battaglia durissima contro il virus.

Spiega così la scelta di sostenere la candidatura al Corriere fiorentino.

“L’Italia, dopo la Cina, è stato il primo grande Paese ad essere colpito dalla pandemia, ma ha reagito in modo diverso dagli altri. Non solo i professionisti, i medici, gli infermieri in prima linea, ma tutti gli operatori sanitari. I militari che trasportavano le bare da Bergamo, i volontari si sono fatti in quattro per dare un contributo. Per mettere a disposizione le proprie capacità. L’utopia del più forte che aiuta il più debole non è stata più un’utopia, è diventata realtà. E anche se questa candidatura riguarda il corpo sanitario, in quel momento tutti gli italiani hanno dato il meglio di sé

Nella prima Giornata dedicata alla Memoria delle Vittime del Covid, che ci riporta ai mesi più terribili del 2020, la candidatura di medici e infermieri italiani al Premio Nobel per la Pace, vista dall’Italia, sembra davvero un atto dovuto.

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