Un lungo omaggio a Loredana Bertè con interviste, testimonianze, immagini e video d’archivio. Su Rai Uno, questa sera lo speciale “Non sono una signora” racconterà la vita e l’arte della regina del rock italiano.
Reduce dal successo in veste di super ospite di Sanremo 2021, dove ha dimostrato che nelle sue vene scorre ancora il rock, la voglia di stupire e di provocare. Sono questi elementi a rendere Loredana Bertè un’artista unica nel panorama della musica leggera italiana.
Quest’anno Loredana Bertè è tornata a Sanremo dopo quello che fu, semplicemente un trionfo. Ben tre standing ovation e il quarto posto in classifica furono i risultati della strepitosa performance della cantante nella sua ultima partecipazione al festival. Era il 2019, e lei stupì tutti, ancora una volta, non solo con la sua chioma blu cobalto e il suo look perennemente aggressive, in un mix tra fata turchina e fata Morgana. Il brano era “Cosa ti aspetti di me” e conquistò subito pubblico e critica, scalando anche velocemente le classifiche di streaming.
A 70 anni suonati, Loredana Bertè è ancora un grandissimo animale da palcoscenico. Ruolo e missione che porta avanti da un po’ tutta la sua lunga, scapestrata e piena vita.
Aveva solo sedici anni infatti, quando fu notata al Piper e venne arruolata in un corpo di ballo. Entrò così dalla porta secondaria nel mondo dello spettacolo partecipando da figurante ad alcuni programmi tv.
Il vero esordio però, quello che rivelò il suo talento e la sua voglia di mettersi in gioco e di stupire, fu una manciata di anni dopo, quando le fu offerta la parte di protagonista nell’allestimento italiano del musical simbolo dell’era hippie, Hair.
Iniziò lì a stupire (e a scandalizzare), Loredana Bertè. Una ragazzina tutta gambe che non ci pensò due volte a salire sul palco da protagonista, anche se la parte prevedeva una scena recitata senza veli.
Era la fine degli anni ’60 e i giovani erano impavidi.
Saranno gli anni ’70 però rivelare al grande pubblico la stella di Loredana Bertè, sia come cantante che come personaggio, ammirato e chiacchierato.
In quel decennio collabora con grandissimi nomi della musica e inanella una serie di successi che ancora oggi non accusano affatto il passare del tempo.
Da Sei bellissima (1975) a Dedicato, a Non sono una signora. Titoli che la consacrano nell’Olimpo dei musicisti italiani che segnano quegli anni.
Mentre una relazione con il golden boy del tennis italiano dell’epoca, Adriano Panatta, e un posato per Playboy la consegnano alle copertine dei rotocalchi come icona ispirata e trasgressiva.
E Loredana Bertè non se ne dispiace, anzi. E’ e sarà anche per gli anni a venire, un’artista che spinge l’acceleratore su questa immagine, e lo fa con naturalezza e talento.
Nel 1980 vola a New York dove diventa testimonial del nuovo idolo del made in Italy in Usa, Elio Fiorucci.
Si nutre dell’energia e della creatività che in quegli anni sprizza in ogni dove nella Grande Mela. Per un intero anno frequenta gli artisti della Factory di Andy Warhol che gira personalmente il videoclip di un suo brano.
Gli anni ’80 la vedono ancora volare alto nei cieli della discografia e della celebrità. Si sposta tra New York Londra e il Sud America, ma anche in URSS la adorano e le dedicano speciali in tv.
Nel 1983 vola alle Isole Vergini per sposare Roberto Berger, il figlio di Tommaso Berger,il signor Hag, patron del notissimo marchio di caffè. Ma le nozze naufragano in acque burrascose.
Intanto sforna hit, pezzi intensi scritti per lei dai grandi autori italiani, come Non voglio mica la luna o Il mare d’inverno. E proprio a Sanremo, nel 1986 arriva sul palco dell’Ariston con un finto pancione, scatenando uno dei più grandi putiferi della storia del Festival.
Ancora musica, ancora provocazioni, ancora arte e vita.
Nel 1988 il suo ex Adriano Panatta le presenta il Dio della racchetta, l’algido e perfetto (sul campo) Bjorn Borg. Saranno subito amore e scintille. Finirà con lo sposarlo e la storia non avrà affatto un lieto fine, tra furiose liti, gesti estremi e strascichi dolorosissimi che si trascinarono per anni.
Concluso il matrimonio distruttivo, nel 1992, Loredana Bertè prova a rimettere insieme i pezzi di se stessa e della sua vita, ricominciando dalla musica. Nel 1993 torna al Festival con la sorella, Mia Martini cantando il brano “Stiamo come stiamo”, l’anno dopo è la volta di “Amici non ne ho”. Sembra l’inizio della ripresa personale per Loredana Bertè, ma la tragica morte della sorella con cui negli anni ha alternato complicità e complicazioni, per lei è un colpo durissimo.
Ma non si ferma il disco del 2005 Babybertè, la riporta definitivamente in auge, facendo conoscere la sua carica rock anche alle nuove generazioni.
Il trionfo di Cosa ti aspetti da me nel 2019 e quello nello scorso festival di Sanremo come ospite è la conseguenza diretta di questa lunga risalita.
D’altronde, che tipo fosse, ce lo aveva già detto molti anni fa cantando a squarciagola Loredana Bertè:
“Non sono una signora, ma una per cui la guerra non è mai finita!”
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