Forza, coraggio, ingegno, abnegazione e quel refolo di follia necessario per le grandi imprese. Sono queste le qualità delle cento donne protagoniste del libro “Storie della buonanotte per bambine ribelli” edito da Mondadori e uscito simbolicamente in Italia l’8 Marzo scorso.
Laura Favilli e Francesca Cavallo, italiane trapiantate negli Usa, sono le autrici di questa raccolta di biografie che ha visto la luce grazie a una campagna di crowfunding ben riuscita. Un progetto non convenzionale, fuori dai soliti schemi, partito nel 2011 dal laboratorio Timbuktu Labs di cui le autrici stesse del libro sono le fondatrici. Nato dal basso, grazie al contributo di molti sostenitori che da oltre 70 nazioni hanno donato un milione e trecentomila dollari dall’aprile 2016 a ottobre dello stesso anno, “Storie della buonanotte per bambine ribelli” è il libro inedito più finanziato in tutta la storia del crowfunding. Insomma, un vero e proprio caso editoriale dal successo esponenziale, perfetto connubio di contenuti e immagini destinato ai piccoli lettori dagli otto anni in poi.
Un’opera tutta al femminile, concepita da donne per le future donne, che arriva al grande pubblico con storie brevi e intuitive e che offre alle bambine un’alternativa alle svenevoli e fragili principesse che attendono nella torre d’avorio d’esser salvate dal malvagio drago. Un libro senza pretese di completezza, sarebbe impossibile, ma a modo suo necessario poiché irrompe nell’immaginario collettivo, ci libera dalle convenzioni di genere e offre spunti di approfondimento adatti alla comprensione dei lettori più giovani.
“Storie per principesse ribelli” narra brevemente la vita di cento donne straordinarie che in epoche e luoghi diversi hanno combattuto per l’autodeterminazione, per i diritti civili, per il loro popolo, per i loro sogni e talvolta per la vita e che ce l’hanno fatta. A fronte di ogni storia, le raffigurazioni delle protagoniste realizzate da 60 diverse disegnatrici da tutto il mondo. Donne che hanno saputo infrangere il muro dei pregiudizi, affermandosi nel mondo dello sport come Wilma Rudolph, atleta che sconfisse la poliomielite battendo ben tre record del mondo nel campo della corsa alle Olimpiadi del ’60 o come Yursa Mardini, nuotatrice siriana fuggita dalla guerra che partecipò nel 2016 alle Olimpiadi con la squadra dei rifugiati. E ancora nel campo della politica e dell’attivismo ecco prendere forma tra le pagine la storia di Michelle Obama, prima first lady afroamericana; Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace, prigioniera della sua casa per ventuno anni. E ancora c’erano una volta, nel campo della scienza, Marie Curie, vincitrice di due premi Nobel; Rita Levi Montalcini, ebrea che durante la guerra trasformò la sua camera in un laboratorio per le sue ricerche e che meritò il Nobel per la Medicina. Per la moda menzioniamo l’icona dell’eleganza, Coco Chanel, che seppe trasformare le stoffe austere degli abiti per suore prima in costumi per le sue bambole poi in abiti ricercati per le donne più raffinate di Parigi. In ultimo, Misty Copeland, ballerina afroamericana dell’American Ballet Theatre, operata per sei fratture alla tibia, tornò a danzare per il suo corpo di ballo grazie a una volontà di ferro.
Protagoniste indiscusse della storia e della loro vita che con la grazia della forza non si sono perse d’animo, hanno ribaltato i luoghi comuni, vincendo le loro battaglie personali, lasciando impronte importanti, imponendosi nella storia.
E’ questo il filo conduttore con cui le autrici hanno selezionato le vite eterogenee di queste cento donne, eroine che ci insegnano a guardare oltre e a salvarci da sole esprimendo le potenzialità, sfidando quelle etichette socio culturali che relegano le donne sempre un passo dietro o, nella migliore delle ipotesi, al fianco di grandi uomini.
Un lavoro decisamente ben riuscito che ci auguriamo occuperà gli scaffali di molte camerette e, infatti, sin da subito si è posizionato tra i primissimi in classifica.
“L’avventura ha valore in se stessa.”
Amelia Earhart, Stati Uniti, aviatrice.
Fu la prima donna a sorvolare l’oceano Atlantico in solitaria a bordo di un aeroplano giallo comprato con i suoi soli risparmi. Ma Amelia voleva di più: sognava di fare il giro del mondo. Non arrivò mai a destinazione e il suo aeroplano non fu mai ritrovato ma prima della partenza scrisse: “Sono molto consapevole dei rischi. Voglio farlo perché voglio farlo. Le donne devono tentare di compiere le stesse imprese che hanno tentato gli uomini. Se falliscono, il loro fallimento dovrà essere una sfida per le altre donne.”
“Gli dimostrerò cosa so fare con la mia vita”
Balkissa Chaibou, Niger, attivista.
Le piaceva studiare e sognava di diventare una dottoressa. Avrebbe potuto essere una delle tante spose bambine ma si ribellò e decise di sfidare in tribunale lo zio che l’aveva promessa in sposa a un cugino così la sera prima del matrimonio fuggì. Oggi è una brillante studente di medicina e continua a battersi contro i matrimoni forzati. Quando vinse la causa, e lo zio fu costretto a lasciare il paese, dichiarò: “Il giorno in cui ho vinto la causa e ho indossato di nuovo l’uniforme della scuola è stato come rinascere”. Alle bambine nelle scuole ripete “Studiate più che potete. Non è facile, ma è la vostra unica speranza.”
“Mi hanno insegnato a credere che, se una persona sta affogando, deve essere salvata, qualunque sia la sua religione o nazionalità”
Irena Sendlerowa, Polonia, eroina di guerra.
Salvò in soli tre mesi la vita di 2500 bambini ebrei dai rastrellamenti dei nazisti. Prelevava i bambini affidandoli a famiglie cristiane sotto falsa identità ma segnava su piccole strisce di carta i loro veri nomi che poi sotterrava sotto un albero all’interno di vasi di marmellata. Alla fine del conflitto dissotterrò quei vasi riuscendo a riunire molti di quei bambini con le loro vere famiglie.