E’ forse il quadro più famoso del mondo. Di certo, il più famoso delle opere del genio Leonardo da Vinci. Parliamo ovviamente de la Gioconda. Non un semplice olio su tavola, ma forse l’opera più discussa, analizzata e ammirata dell’intera storia dell’arte.
Ma chi era davvero La Gioconda? Questa donna dal fascino misterioso e dall’iconico ed enigmatico sorriso, è esistita davvero?
Ci sono voluti quattro secoli di studi per rintracciare quella che, ad oggi, è considerata quasi con certezza la modella di Leonardo per il suo più celebre quadro.
Lisa Gherardini, così si chiamava la vera Gioconda, o Monna Lisa. Aveva sposato Francesco del Giocondo, e veniva così chiamata con il nome che poi divenne lo stesso del suo famosissimo ritratto.
Ma chi era Lisa Gherardini, la vera Gioconda, e come fu che il suo destino si incrociò con quello di uno dei più grandi geni della storia?
Lisa Gherardini era una dama appartenente a una famiglia aristocratica di Firenze. Della sua biografia abbiamo abbastanza notizie, visto che si trattava di un’aristocratica e seguire le linee famigliari risulta abbastanza facile.
Nacque a Firenze nel giugno del 1479 nei pressi della Basilica di Santa Trinita. Quando Lisa era una bambina la famiglia si trasferì nella zona di Santa Croce, in una casa che tra l’altro non era lontana da quella di Pietro da Vinci, il padre di Leonardo.
La famiglia Gherardini di Montagnari era, come dicevamo, una famiglia di antica aristocrazia, e le sue vicende si intrecciarono inevitabilmente a quelle del governo della città. Se nel ‘300 lo schierarsi con la Repubblica costò ai Gherardini il momentaneo esilio dalla Toscana, a cavallo tra ‘4 e ‘500 la famiglia di Monna Lisa frequenta la corte medicea.
La giovanissima Lisa Gherardini, futura Gioconda, attira l’attenzione di uno dei Medici, ovvero Giuliano, fratello del Magnifico e di lì a poco esiliato da Firenze per questioni politiche. I due furono amanti e, come vedremo, questo amore sembra durare molto a lungo, almeno nel cuore di Giuliano.
A questo indimenticato amore giovanile infatti, si tornerà anche per spiegare le vicissitudini successive de La Gioconda.
Esiliato Giuliano comunque, Lisa Gherardini, all’età di 16 anni, va in sposa a un ricco mercante di sete, Francesco Di Bartolomeo Del Giocondo.
Sarà proprio lui, appassionato di arte e voglioso di celebrare la sua scalata sociale, a commissionare a Leonardo da Vinci il ritratto della moglie. Dando così avvio alla realizzazione dell’opera che ancora oggi ammiriamo. Così almeno scrive il Vasari nelle sue “Vite”.
“Prese Leonardo a fare per Francesco del Giocondo il ritratto di Monna Lisa sua moglie, e quattro anni penatovi lo lasciò imperfetto”.
Nella Gioconda è rappresentata la donna ideale della sua epoca, con tutte le virtù ad essa attribuite. La posizione così particolare delle mani, per esempio, simboleggerebbe quella allora considerata la maggiore tra le virtù, ovvero la fedeltà matrimoniale.
Certamente, se il quadro di Leonardo ha suscitato infinite discussioni, nessuno ne ha messo mai in dubbio il grande fascino. Fascino che, secondo lo stesso Vasari, apparteneva innanzitutto alla modella del dipinto. Scrive infatti il cronista.
“Essendo Monna Lisa bellissima teneva mentre che la ritraeva, chi sonasse o cantasse, e di continuo buffoni che cessino stare allegra, per levar via quel malinconico, che suol dar spesso la pittura ai ritratti che si fanno. E in questo di Leonardo vi era un ghigno tanto piacevole che era cosa più divina che umana a vederlo, ed era tenuta cosa meravigliosa, per non essere il vivo altrimenti”.
Su quel ‘ghigno tanto piacevole’ si sono versati fiumi di inchiostro, e non sappiamo se il vero, grande, effetto speciale dell’opera, il leggendario ‘sorriso della Gioconda’ sia stato effettivamente prodotto nel modo in cui lo descrive il Vasari che scrive, pur sempre, in un momento successivo, e non da testimone diretto. Certo è che quell’incredibile sorriso deve averlo fortemente voluto Leonardo, che forse ne aveva compreso la potenza già mentre lo tratteggiava.
Il ritratto, iniziato nella primavera del 1503, nel 1506 viene considerato da Leonardo ancora incompiuto, date le successive importanti committenze a cui l’artista si era trovato costretto a dare la precedenza.
Quel che si sa è che il dipinto non venne mai pagato e di certo non entrò mai in possesso di Francesco Del Giocondo.
Secondo una prima teoria la Gioconda accompagnò Leonardo in tutti i suoi successivi spostamenti fino a quello, finale, in Francia, dove il genio morì.
Secondo un’altra, suggestiva teoria, il quadro entrò per un periodo in possesso dell’antico amante di Lisa Gherardini, Giuliano de Medici. Poi costretto a disfarsene al momento delle nozze con Filiberta di Savoia. Una teoria quest’ultima, avvalorata anche dell’interpretazioni delle parole dello stesso Leonardo nel suo trattato sulla pittura.
“E già intervenne a me fare una pittura che rappresentava una cosa divina, la quale comperata dall’amante di quella…”
Sia come sia, durante i secoli diverse sono state le donne affiancate alla modella della grande opera d’arte. Solo nel 2005 si è potuto trovare prova concreta della vera identità della Gioconda. A regalare quel sorriso beffardo e un po’ inquietante all’umanità fu proprio Monna Lisa Gherardini del Giocondo.