Home Arte “L’ALTRO SGUARDO”: LE SIGNORE DELLA FOTOGRAFIA ITALIANA IN MOSTRA

“L’ALTRO SGUARDO”: LE SIGNORE DELLA FOTOGRAFIA ITALIANA IN MOSTRA

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Marineo, 1980. La bambina e il buio

L’altra metà del cielo della fotografia italiana in mostra al Palazzo delle Esposizioni.

“L’altro sguardo”  è la mostra aperta fino al 2 settembre, che esplora il lavoro delle fotografe italiane dagli anni 60 ad oggi. Le opere esposte, oltre 200 scatti, provengono dalla collezione personale di Donata Pizzi, lei stessa fotografa, che ha voluto raccogliere gli scatti più significativi di donne fotografe italiane.

Parliamo di un campo, quello della fotografia, in cui la presenza femminile è stata sporadica fino all’ esplosione degli anni ’60. Con i cambiamenti sociali e tecnologici, con l’ampliarsi della domanda di fotografia e fotogiornalismo, anche le donne si tuffano a raccontare la storia che si muove così velocemente e in modo tanto complesso. Da allora ad oggi le donne hanno saputo calarsi nella realtà ma anche esplorare da angolazioni diverse le sfide e le esistenze singole e collettive e trovare, attraverso il mezzo fotografico, una strada per l’ arte.

La mostra, curata da Raffaella Perna, storica della fotografia, si articola in quattro sezioni in cui si passa dal poter ammirare le opere di vere e proprie pioniere del mestiere, fino ad arrivare a più giovani ma già affermate artiste e sperimentatrici delle possibilità del mezzo fotografico.

Paola Agosti, Letizia Battaglia, Lisetta Carmi, Elisabetta Catalano, Carla Cerati, Paola Mattioli, Marialba Russo,Marina Ballo Charmet, Silvia Camporesi, Monica Carocci, Gea Casolaro, Paola Di Bello, Luisa Lambri, Raffaella Mariniello, Marzia Migliora, Moira Ricci, sono solo alcune delle autrici degli scatti che potrete ammirare in mostra.

FOTOGRAFIA

Il percorso parte con la sezione “Dentro le Storie”. Qui le protagoniste sono le signore del reportage e del fotogiornalismo, che negli anni ’60 e ’70 hanno saputo raccontare il paese e i cambiamenti epocali che stava vivendo immergendosi nella realtà. Il talento di saper raccontare tramite immagini è unito al senso dell’approfondimento, della ricerca dell’oltre, del dietro le quinte. Le donne dietro l’obbiettivo si immergono con la loro peculiare sensibilità nelle pieghe nascoste dell’ Italia spensierata del boom e più tardi nella durezza degli anni di piombo, delle guerre di mafia e, fuori confine, degli ultimi tragici strascichi del colonialismo. Ed ecco immagini delle serate effimere dell’ alta borghesia milanese, i cadaveri trivellati per strada o gli sguardi glaciali e strafottenti delle ragazze di Prima Linea ‘ingabbiate’ in tribunale. La Storia, quella con la ‘S’ maiuscola, ma anche la storia con la ‘s’ minuscola, quella degli ultimi che la prima non decidono ma subiscono, nelle loro tormentate e fragili esistenze. Ed ecco l’occhio attento che percepisce ingiustizie ed emarginazioni collaterali al ‘progresso’, seguire la rotta dei migranti meridionali, la miseria nelle campagne settentrionali, la vita segregata di anime inquiete nei manicomi pre- legge Basaglia.

La seconda sezione si intitola  “Cosa ne pensi tu del femminismo?” e approfondisce il rapporto tra mezzo fotografico, movimento e tematiche di genere. Qui la fotografia diventa dichiaratamente sessuata e un’arma potentissima per smontare stantii stereotipi di genere, partendo da quelli iconografici. Unita all’ironia, più che un’arma, diventa una bomba. E’ il caso delle foto di apertura della sezione, realizzate per il numero 0 di “Effe”, rivista del movimento, che in copertina proponeva un bel ragazzo giovane e aitante, poco vestito e con sguardo lascivo. Chi era costui? Nessuno: solo un oggetto per gli occhi di chi guardava. Esattamente come tutte le ragazze usate nello stesso modo dal resto della stampa patinata.

In mostra scatti che raccontano lotte e rivendicazioni, ma anche ricerche e sperimentazioni del linguaggio tipiche di quel periodo e di quei contesti. E ancora, inesausta, la voglia di esplorare i margini, anche delle questioni di genere, come testimonia un bellissimo reportage sulla quotidianità dei travestiti genovesi negli anni ’70.

L’esposizione prosegue poi  con scatti che affrontano i temi più individuali e intimi legati all’identità e alla rappresentazione delle relazioni affettive nella sezione “Identità e relazione”.

Si chiude con la suggestiva sezione “Vedere oltre”.

Qui sono esposte  le ricerche contemporanee di fotografe che si concentrano sull’esplorazione delle potenzialità espressive del mezzo, che si fonde e si confonde con il concetto e le suggestioni di tanti altri rami dell’ arte contemporanea.

 

 

L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2018

Palazzo delle Esposizioni

via Nazionale 194

8 giugno-2 settembre 2018

 Orari

Domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle ore 10.00 alle ore 20.00.  
Venerdì e sabato dalle ore 10.00 alle ore 22.30.
Lunedì chiuso.

Biglietti

Intero€ 12,50
Ridotto € 10,00
Ragazzi dai 7 ai 18 anni € 6,00
Bambini fino a 6 anni gratuito

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