Morta per le buche? ‘le maledette buche delle strade di Roma’?
Aveva 25 anni e ieri viaggiava come sempre in sella alla sua moto, una Honda Hornet sulla via Ostiense.
All’altezza del Cineland di Ostia ha perso il controllo della sua due ruote, è finita contro il guardrail e per Elena Aubry non c’è stato niente da fare. Inutili i soccorsi. La vita di una ragazza è stata spezzata sulla strada che porta al mare in una domenica di maggio.
Ma cosa ha provocato l’incidente? E’qui che la vicenda già di per sé tragica, ha possibilità di diventare, ancor più inaccettabile.
“Sto per scrivere qualcosa che mai avrei voluto scrivere, che mi devasta profondamente e che, da oggi in poi, cambierà la vita di tutte le persone che hanno conosciuto e amato Elena. Elena non c’è più. Per un’inspiegabile e assurda situazione, per un assurdo incidente, per le ‘maledette buche’ di Roma, mia figlia non c’è più. E’ andata via con tutta la sua voglia di vivere, i suoi sorrisi, la sua caparbietà e la forza dirompente dei suoi 26 anni.”.
Queste sono parole di Graziella Viviano, la mamma di Elena, che informa così della morte della figlia gli amici di facebook. E dice una cosa precisa: “Elena non c’è più, per un assurdo incidente…per le buche di Roma…” Eccola la frase, il sospetto, anche di chi è impegnato nel capire cosa sia accaduto alla studentessa di Monteverde, che rende la vicenda ancor più dolorosa.
Si può morire di buche? O meglio, dell’incuria per la cosa pubblica?
Vedremo se la condizione vergognosa del manto stradale su quel tratto di strada abbia influito decisivamente sull’incidente mortale. Certo è che Elena era giovane, con buoni riflessi ed era, secondo le testimonianze, una centaura esperta e prudente.
Una ragazza come tante, divisa tra lo studio all’università, il lavoro, la vita. Una ragazza che ha incontrato il suo destino in un tratto di strada sconnesso, pieno di radici che creano avvallamenti, considerati pericolosi anche per chi ci passa a bordo di automobile. Le indagini sono ovviamente in corso, non si esclude che possano essere stati coinvolti altri veicoli.
Di certo, il pensiero che una ragazza nemmeno 26enne possa aver perso la vita a causa dello stato catastrofico in cui versano le strade di questa grande e disastrata città, dovrebbe togliere il sonno a istituzioni, operatori e comunità tutta.
Attendiamo i ridicoli titoli su “la strada killer”, ricordando, per quanto ovvio, che non sono le strade che uccidono. Le strade non hanno responsabilità sullo sfacelo che ci circonda.