La fisica non è una cosa da donne, secondo il ricercatore del Cern, Alessandro Strumia. Eppure giusto ieri una fisica,Donna Strickland , una donna ha vinto il premio nobel. A rispondere ai deliri di Strumia ci pensa la direttrice dell’istituto Fabiola Gianotti, romana di nascita e autrice di una delle più importanti scoperte dell’ ultimo secolo.
La fisica non sarebbe proprio roba da femmine. Ad asserirlo, in forma più strutturata e con frasi più complesse è stato uno scienziato, un ricercatore del Cern, tale Alessandro Strumia.
Il professore ha esposto molto chiaramente la sua tesi nell’ambito della conferenza su «Fisica delle alte energie e gender» dedicata proprio all’analisi di quanto sia (o non sia) aperto il campo scientifico al talento femminile. In questa occasione Alessandro Strumia ha sostenuto che l’intelligenza femminile sia costituzionalmente meno adatta allo studio delle scienze, rispetto a quella maschile.
Alessandro Strumia lavora al Cern, che oggi è una delle più importanti se non la più importante istituzione di ricerca nel mondo. Alla guida dell’ istituto, dal novembre 2014 c’è una donna, Fabiola Gianotti, fisica romana che, interpellata dal Corriere della Sera chiarisce la sua posizione, ma anche quella dell’ Istituto.
Secondo Strumia, e altri, oggi la vera discriminazione è quella verso gli uomini a favore delle donne.
“Non è vero, purtroppo. Nel mio campo, le donne sono solo il venti per cento dei ricercatori.” spiega Fabiola Gianotti “Però abbiamo fatto molti progressi negli ultimi anni. Quando nel 1994 arrivai al Cern come ricercatrice post-doc, i fisici e gli ingegneri donne erano solo il quattro per cento. Ma c’è ancora molta strada da fare per cambiare e migliorare le cose.”
Se non bastassero i nomi di Marie Curie o Rita Levi Montalcini, tanto per citare le due forse più popolari,o quello di Donna Strickland freschissima vincitrice del Premio Nobel per la fisica di quest’anno, anche quello di Fabiola Gianotti basterebbe da solo ad evidenziare quanto le tesi di Alessandro Strumia siano assurde. Nata a Roma 57 anni fa, si laurea in fisica a Milano e poco dopo entra al Cern per dedicarsi allo studio delle particelle elementari. Dopo anni di studi, esperimenti e ricerche nel 2012, guida la squadra di scienziati che scoprono il bosone di Higgs, la ‘particella di Dio’. Dal 2016 dirige uno dei più importanti istituti di ricerca del mondo, dove lavorano 15000 ricercatori provenienti da ogni parte del mondo. Ora, cosa può pensare una grande scienziata delle tesi di Strumia?
“La selezione e la carriera degli scienziati dovrebbero basarsi sulle idee, sulle capacità e i meriti acquisiti sul campo, ma purtroppo non è sempre così. Al Cern promuoviamo la diversità in tutti i suoi aspetti, di genere, etnica, di cultura. La diversità, è bene ricordarlo, è uno dei valori più importanti e una ricchezza dell’umanità. E diversità, inoltre, significa dare le stesse opportunità a tutti. Le donne, come dicono le statistiche, difficilmente raggiungono posizioni direttive, e questo dimostra come sia smentita nei fatti una prevalenza femminile non solo nei numeri, ma anche nella carriera.”
E si che uno scienziato, con i numeri quantomeno, dovrebbe avere dimestichezza.
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