keldi kadiu carla fracci

Una grande serata in onore di Carla Fracci, per celebrare l’arte della regina italiana della danza. Succederà a Cervia il prossimo 26 agosto e radunerà per l’occasione alcuni tra i ballerini più noti e talentuosi.

A ideare il Gala Carla Fracci Mon Amour, la cui conduzione è affidata a Pino Strabioli, è stato, insieme a Silvia Frecchiami, Kledi Kadiu. Su palco si alterneranno nomi come Susanna Salvi e Claudio Cocino, primi ballerini del Teatro dell’Opera di Roma, Virna Toppi e Nicola Del Freo primi ballerini della Scala di Milano, Anbeta Toromani e Alessandro Macario e anche Giulia Stabile, vincitrice dell’ultima edizione del talent Amici e molti altri. Il tutto con la supervisione del maestro Beppe Menegatti, amatissimo marito di Carla Fracci, che proprio in questi giorni avrebbe compiuto 85 anni.

A raccontarci di più di questo attesissimo omaggio e del rapporto che lo legava alla grande ballerina in questa intervista è proprio Kledi Kadiu.

Kledi Kadiu racconta la ‘sua’ Carla Fracci

Kledi, come nasce l’idea di organizzare un Gala della Danza in onore di Carla Fracci?

Questo omaggio a Carla Fracci lo stiamo progettando da tempo. Al’inizio si sarebbe dovuto tenere al Teatro Nuovo di Verona tra marzo e aprile 2020, ma tutti sappiamo che cosa è successo in quei mesi. Lo avevamo riprogrammato a giugno del 2019, ma ancora le restrizioni ci hanno costretto a rimandare.

L’evento è stato pensato sin da subito come un omaggio all’arte e all’immenso talento della signora Fracci, lei era entusiasta e avrebbe partecipato in prima persona. Ora questo gala si celebra nel ricordo di questa enorme artista.

Negli ultimi cinque anni Carla Fracci ci ha fatto l’onore di venire due tre volte l’anno alla mia scuola di danza a Desenzano sul Garda, come guest e si è affezionata a questo luogo in cui svolgeva delle meravigliose masterclass. L’idea del Gala è nata un po’ anche grazie a questa bella collaborazione.

Come vi siete conosciuti con Carla Fracci?

La prima volta che l’ho conosciuta di persona era il 1995, lei era direttrice del corpo di ballo del Teatro di Verona, e firmò il mio permesso perché, da esterno, potessi allenarmi con loro. Questo fu il mio primo approccio con quella che per me era già un’artista immensa.

Perché i primi ricordi di lei e della sua arte risalgono a quando ero bambino e a Tirana la vedevo in tv, a Fantastico o in quell’altro programma bellissimo sulla danza della RAI che si intitolava “Maratona d’estate”.

Dopo il fugace incontro per questioni amministrative del 1995 però, un’occasione bellissima mi capitò nel 2011, quando fui mandato da Rai5 ad intervistarla nella sua casa romana, con vista sui Fori.

In quell’occasione scoprii che non era solo una grande artista, ma anche una grande persona. Io ero molto emozionato, anche perché andavo a fare qualcosa che non era esattamente il mio mestiere, ma lei riuscì subito a mettermi a mio agio, con una grande grazia, gentilezza ed umiltà.

Poi, negli anni è capitato spesso di incontrarla e, negli ultimi cinque anni, grazie alla scuola la frequentazione si è rafforzata, tra le lezioni e le cene post impegni.

Un tuo ricordo particolare e personale di questa grande donna e artista?

Pensando a lei, la prima cosa che mi viene in mente è sicuramente il suo sorriso e quello che diceva agli allievi in sala quando faceva lezione: “Oggi avete un giorno in più da danzatori”, voleva comunicare loro che ogni giorno di studio in più era un giorno di crescita professionale e non solo. Una frase semplice che racchiudeva tanto significato.

Lei sapeva e ricordava da dove veniva, era ancora molto grata ai suoi genitori. Era un esempio di costanza, di studio, di arte, di curiosità.

Le sue lezioni sarebbero dovute durare un’ora e mezza, ma puntualmente si allungavano fino a due ore mezza, tre ore.

Era generosa e appassionata, anche con i ragazzi, dava tutto, non facendo distinzione se aveva davanti qualcuno con ambizioni professionali o qualcuno che danzava solo per passione sapendo già che nella vita avrebbe fatto altro. Per lei non faceva differenza, quando parlava di danza, quando insegnava la sua arte, metteva sempre e comunque la stessa passione.

La sua grandezza era anche nella sua grande umiltà. Una parola di cui oggi sembra essersi perso il significato, e che molti giovani non conoscono. Nonostante fosse un etoile di fama mondiale, un monumento della danza, si impegnava ogni giorno con generosità e passione, sia con gli alunni che con i colleghi. La trovavi ovunque, in sala prove, in teatro, era una donna che non si risparmiava e amava stare tra la gente.

Il cast di questo Gala raccoglie alcuni dei migliori danzatori italiani, come sono stati scelti?

Sono tutti danzatori che hanno avuto a che fare con Carla Fracci, ci hanno collaborato in qualche modo o la hanno incontrata nel corso della loro carriera. Tutti tranne Giulia Stabile, la giovane vincitrice dell’edizione 2021 di Amici, ovviamente.

Come si è inserita Giulia, la vincitrice di Amici in questo cast stellare?

Molto bene direi! Il fatto di averla scelta per partecipare a questo Gala, glielo avevo comunicato durante una puntata di Amici. Mi avevano chiamato per giudicare i quattro finalisti, e lei mi aveva colpito più di tutti gli altri. Le avevo spiegato che il Gala si sarebbe svolto alla presenza della signora Fracci e lei, ovviamente era entusiasta.

Oltre al talento ho avuto modo di apprezzare la personalità di questa ragazza, senza filtri, per niente costruita, molto naturale e autoironica. Disponibile, e seria e puntuale negli impegni, mi ha colpito anche questo, che per il nostro mestiere è un aspetto importante e troppo spesso sottovalutato. Penso che oltre alla sua bravura, questa ragazza sia tanto seguita anche sui social, anche per la sua personalità.

A proposito di social, tu cosa ne pensi, possono essere strumenti utili per chi sogna di diventare ballerino professionista?

E’ un discorso complesso e che coinvolge aspetti diversi. Se parliamo di ‘sfondare’ e fare fortuna sui social, dobbiamo tenere ben presente che ci vuole tanta fortuna, visto che parliamo di un mondo in continuo mutamento, in cui la concorrenza è agguerritissima. Se parliamo del mondo della danza e dello spettacolo in generale, è vero che mi è capitato di sentire discorsi di produttori che pensavano di valutare il numero dei follower prima di ingaggiare un artista o un altro. Ma questa per me è una stortura incomprensibile.

Il numero di follower, il successo sui social, dice poco o niente delle effettive capacità di un artista. E anche avendo milioni di follower, sono solo una minima parte quelli che poi sono davvero intenzionati a seguire l’artista in occasione di spettacoli dal vivo. I più si limitano ai like. Magari invece ci sono artisti con un piccolo seguito social, ma che è composto di persone più interessate e competenti rispetto a quello che fa. Quindi quello dei follower è un criterio che non dice nulla rispetto al talento o alle capacità effettive di un ballerino.

Può essere una vetrina, questo sì, ma se dietro non c’è lo studio e il lavoro quotidiano, non porterà a nulla.

Che momento è per il mondo della danza, come si sta vivendo questa ripartenza secondo te?

Lo spettacolo dal vivo è stato il primo settore a chiudere e l’ultimo a riaprire. Le difficoltà sono tante, e parlo in particolare per il mondo della danza. Non esistono solo i grandi enti lirici che hanno più mezzi per fronteggiare le piccole e grandi difficoltà che bisogna superare per mettere in scena spettacoli in questo momento. La maggior parte del settore è composta da piccole compagnie che stanno facendo del loro meglio per poter continuare a lavorare, ma non è facile.

La danza è un’arte fisica, tutta basata sul contatto e le restrizioni vigenti limitano molto la creatività e la possibilità di espressione. D’altronde lavorare in sicurezza è interesse di tutti. Quello che rende ancora il momento difficile è l’incertezza. Sappiamo quello che possiamo fare oggi, ma cosa succederà fra 48 ore?

Le stagioni, gli spettacoli, hanno bisogno per l’allestimento di due, tre mesi di tempo prima di andare in scena, e in questo momento pensare da qui a tre mesi, sembra impossibile. Facciamo il nostro meglio e viviamo alla giornata, non possiamo fare altro.

E certo, ci motiva il fatto che il pubblico sembra avere davvero fame di spettacoli dal vivo e di ritorno alla normalità. Prima del Gala per Carla Fracci, a luglio, ho organizzato un altro bellissimo spettacolo di danza a Rimini, con grandi ballerini. In pochissimi giorni i biglietti sono andati sold out. C’è tanta voglia di cultura, di danza, di normalità.

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Carla Fracci con il marito Beppe Menegatti Foto: Ufficio Stampa

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