Isabella Ragonese Letizia Battaglia

Per la Giornata della legalità e i trent’anni dalla strage di Capaci, su Rai Uno andrà in onda, nelle sere del 22 e 23 maggio, “Solo per passione, Letizia Battaglia fotografa”, la storia della fotoreporter che ha combattuto la mafia con i suoi scatti. A interpretarla è l’attrice palermitana Isabella Ragonese.

Una vita movimentata e straordinaria, quella al centro del racconto diretto da Roberto Andò che ha lavorato per tre anni con la stessa Letizia Battaglia per arrivare a una ricostruzione più fedele possibile di una donna che ha vissuto in prima linea e raccontato un pezzo importante della nostra storia.

Letizia Battaglia, una donna che ha lottato due volte

Spiega Maria Pia Ammirati, direttrice di Rai Fiction, di essere particolarmente orgogliosa di questa opera e racconta:

 “Letizia Battaglia è  stata una donna che ha lottato due volte, una per Palermo e una per le donne. Roberto Andò ha messo in luce queste due lotte che si incrociano con le nostre storie, con la storia del nostro paese.

Lei era lì negli anni ’50,’60,’70, quando le donne fotografe erano pochissime, se non nessuna. La fotografia è un atto sovversivo, non perché tende a sconvolgere ma perché tendo a farci pensare. Io penso che tutto il lavoro di Letizia Battaglia sia stato fatto con questo intento: “Vi faccio vedere i morti ammazzati, non per splatter, ma perché dovete pensarci”. E sottolinea.

“Lo ha fatto da donna, grande ribelle, e lo ha fatto da fotografa. Con “Solo per passione”, abbiamo portato sul piccolo schermo la vita di una donna che sul piccolo schermo sta un po’ stretta, perché è una donna enorme. E siamo particolarmente orgogliosi di averlo fatto.”

Roberto Andò ha raccontato così il suo rapporto con Letizia Battaglia e il suo lavoro di regista su “Solo per passione”

“Abbiamo capito dopo la sua morte quanto per i cittadini non solo di Palermo ma di tutta Italia Letizia Battaglia fosse diventata un simbolo. Non solo con il suo grandissimo lavoro di fotografa, ma anche con la sua opera di testimonianza. Era una donna che alla fine non si è mai risolta. L’ idea di cambiare il mondo la dominava. Non era una donna facile, ma di grande generosità.

Abbiamo lavorato insieme per tre anni, Letizia è sempre stata una persona in prima fila. Non solo nella sua dimensione pubblica, ma anche in privato, faceva molto volontariato, non c’era giorno che non dedicasse agli altri. E questa è l’ispirazione con cui ha affrontato anche il mestiere di fotografa.

Questo film è un ritratto, che riguarda Letizia Battaglia ma anche la società italiana. Lei ha incontrato presto la violenza, ha avuto una vita da romanzo, forse perché era in anticipo sui tempi e quindi le persone che incontrava erano inadeguate a questo, a iniziare dal padre e dal marito.

Solo a 39 anni Letizia inizia a collaborare al giornale L’Ora e da lì scopre la fotografia, sempre portandosi dentro un’irrequietezza senza soluzione. Ha fatto anche politica, prendendosi anche delle delusioni. Abbiamo di lei alla fine anche un’immagine dolorosa, ma mai rassegnata.”

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Isabella Ragonese: Letizia Battaglia, un privilegio conoscerla, una responsabilità interpretarla

Isabella Ragonese, anche lei palermitana, è l’attrice a cui spetta il compito di incarnare Letizia Battaglia in “Solo per passione” e racconta così la sua esperienza.

“Letizia per me è stata una figura fondamentale della mia città, e di questo paese. Una donna che ha iniziato la sua vita come tante altre, da lì invece ha iniziato una lotta per scoprire se stessa, e a quarant’anni trovare la sua strada e diventare una grande fotografa conosciuta in tutto il mondo.

Non posso raccontare le conversazioni con lei perché sarebbero piene di bip, ma sono aneddoti che tengo nel cuore. Per il primo incontro aveva paura perché sapevo che era una persona molto schietta. Parlavamo, lei fumava, mi ha fatto un caffè, mi ha detto che ero più magra rispetto a lei e, mentre parlavamo, ha preso la macchina fotografica e mi ha fatto una foto. Sembrava sempre voler tenere la persona un po’ scoperta.

Aveva un atteggiamento sfidante, che era un modo per fare reagire una persona e quindi farne uscire la vera essenza.

Durante il primo incontro con lei ho trovato subito un modo per legare perché abbiamo fatto la stessa scuola teatrale, quindi abbiamo parlato di teatro, perché era una donna piena di interessi, e lei stessa era un’attrice, riempiva la scena. Sono felicissima di aver fatto questo film, con tutta la paura e la responsabilità che ho sentito, e ritengo averla conosciuta un privilegio”.

 E se le si chiede quale è stata la parte del film tv più difficile da interpretare risponde:

“Il periodo della sua vita che è stato più difficile da recitare per me è stato quello della Letizia Battaglia meno conosciuta, la sua vita prima dei quarant’anni, prima che diventasse fotografa. Sulla Letizia trentenne avevo ovviamente molto meno materiale su cui lavorare”.

C’è qualcosa che la accomuna a Letizia Battaglia?

“Il suo modo di affrontare il mondo non è il mio, ma forse ne imparerò un po’. Sicuramente ci accomuna una storia comune come cittadine di Palermo. Io credo di avere non solo interpretato ma sentito quei momenti di totale disperazione durante quella guerra che ha vissuta la città. Io ero piccola, ma ricordo queste cose e mi risuonano dentro e in questo continuo oscillare tra speranza e disperazione mi avvicina a lei”.

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