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Marco Giallini racconta “Io sono Tempesta”

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Stasera in tv su RaiMovie va in onda il fillm “Io sono Tempesta” di Daniele Lucchetti con Marco Giallini, qui l’attore romano racconta un pò del suo personaggio. Un faccendiere cialtrone, come tanti. Protagonista di un film che assorbe la grande lezione della commedia all’italiana. Il racconto della realtà attraverso il filtro dell’ironia. E più di qualche risata amara.

“E’ uno dei personaggi più belli che abbia mai fatto.” E’ soddisfatto Marco Giallini, del suo ultimo ruolo, il faccendiere Numa Tempesta, protagonista del nuovo film di Daniele Lucchetti,Io sono tempesta, che stasera va in onda in prima visione su RaiMovie.

L’attore romano interpreta un uomo d’affari senza scrupoli che si trova a dover fare i conti con le sue malefatte. Quando i suoi avvocati gli comunicano che dovrà trascorrere un anno in un centro di accoglienza a causa di una condanna per evasione fiscale, Tempesta utilizza tutti i mezzi a sua disposizione per evitarlo, ma non ci riesce. Nel centro in cui andrà per scontare la sua pena si rapporterà con un mondo per lui, fino a quel momento, sconosciuto, la povertà. E con persone gli appartengono come Bruno, interpretato da Elio Germano.

Povertà e ricchezza si sfidano a colpi di risate e momenti tragicomici che fanno sorridere e riflettere lo spettatore. Tempesta è un personaggio non preconfenzionato, come racconta il suo interprete.

“Il protagonista di “Io sono Tempesta” è un personaggio che è stato costruito piano piano. Per usare una metafora, non originale ma sempre efficace, io e il regista abbiamo lavorato giorno per giorno, come un sarto che cuce addosso a qualcuno un vestito su misura. Con il tempo abbiamo creato il signor Tempesta. E Daniele è stato molto carino, perché mi ha guidato e tolto alcuni vizi d’attore, ho imparato molto lavorando con lui. Numa è uno dei personaggi più belli che io abbia mai interpretato. Non perché mi sia particolarmente divertito a farlo, ma perché vedendolo mi è piaciuto,ne sono contento”.

Io sono Tempesta mette in scena l’incontro tra mondi e persone apparentemente diverse, ma che in realtà hanno in comune molte più cose di quante non pensino. Si tratta di personaggi ‘sopra le righe’, che per quanto distanti, finiscono per agire in modo simile ed essere guidati dagli stessi obiettivi.

Filo conduttore di tutto il film è la simpatia, che è uno dei tratti caratteristici dei protagonisti, primo fra tutti il Numa di Giallini,

“non è un personaggio cattivo, ma semplicemente concentra in se tutti i vizi e le caratteristiche di tante persone devote al denaro e alla ricchezza. Un uomo dalla personalità molto forte, in grado di farsi ascoltare e di attirare su di se l’attenzione degli altri personaggi. Nonostante sia in grado di comprarsi tutto ciò che vuole, è un personaggio che soffre per il padre. Un padre che non lo ha mai stimato e con cui non ha un rapporto da molti anni. Nonostante tenti di mascherare le sue fragilità con il suo carattere aggressivo, queste lo rendono simile alle persone che frequentano il centro. E che con lui condivideranno un’avventura in Kazakistan”.

Non è la commedia classica, con il lieto fine e con il protagonista che da cattivo diventa buono, anzi è il contrario. In Io sono tempesta, infatti, non solo il cattivo rimane cattivo, ma il buono diventa addirittura più cattivo di lui.

A qualcuno la sua interpretazione di Tempesta ricorda qualche canaglia di Alberto Sordi, Giallini:

“Sordi non l’ ho pensato proprio, ma ci mancherebbe. Io certi atteggiamenti me li porto da quando ero ragazzino. Di certo, noi siamo anche figli di quello che abbiamo visto. Io ho visto ovviamente Alberto Sordi, ma per esempio, ho visto anche il Ferroviere. E qualcosa è normale che si sia assorbito. Comunque non ci penso, se viene, viene inconsciamente, credo.”

E se gli si chiede se per Tempesta si è ispirato a qualcuno dei personaggi balzati sulle cronache, come i vari furbetti del quartierino, ecco la risposta.

“Non ho pensato a nessuno in particolare, mi sono semplicemente fidato di Lucchetti e di quello che vedeva. In generale quando recito non penso mai ai personaggi reali. E non interpreto mai un personaggio pensando a qualcuno, tranne che si tratti di film in cui devo interpretare personaggi storici. Per Numa è stato lo stesso. Essendo un personaggio di fantasia ho pensato ad un tipo di persona che muove il mondo. A uno di quelli che fa questo lavoro e che poi si ritrova allo stesso livello di chi vive ben più in basso”.

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