Home Arte IN MOSTRA IL MONDO MORBIDO E SOGNANTE DI FERNANDO BOTERO

IN MOSTRA IL MONDO MORBIDO E SOGNANTE DI FERNANDO BOTERO

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“Questa è una mostra molto importante per me, e lo è anche perché si svolge a Roma dove ho esposto le mie prime opere ormai molti anni fa e sono felice che la gente veda l’ evoluzione che nel frattempo ha avuto il mio lavoro.” Così Fernando Botero in persona, 85 anni compiuti, presenta l’ antologica delle sue opere al Vittoriano, che rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 27 agosto.

Un’ occasione speciale, per vedere da vicino alcune tra le più significative opere del pittore colombiano, scelte  per raccontarne il percorso artistico dagli esordi, oltre cinquant’ anni fa, ad oggi. E tra le tele, un posto d’ onore non possono non averlo le donne di Botero: angeli burrosi e ironici che volteggiano nella vita, sfidando forza di gravità e senso comune.

L’ esposizione è divisa per aree tematiche, a guidarci è lo stesso pittore: si inizia con le sculture, la più imponente delle quali vi accoglierà all’ ingresso del museo; si passa poi ai quadri ispirati da quelli che l’ artista colombiano considera i suoi ‘grandi maestri’. In questa sala è abbagliante l’ ammirazione di Botero per i grandi nomi della pittura figurativa italiana, soprattutto rinascimentale, ma anche spagnola e fiamminga, sempre filtrata dal gusto del fantastico tipicamente sudamericano. E tra i quadri ispirati a Piero della Francesca o a Velazquez, non manca un tocco ‘romano’ grazie a una morbida rivisitazione della Fornarina di Raffaello.mostra fernando botero a roma

“Sono molto legato a Roma, come lo sono, fin da ragazzo, all’ Italia tutta. “ racconta l’ artista, “Sono venuto qui la prima volta, da studente, quando avevo vent’anni . Allora ho potuto vedere, da vicino,  tutte le grandi opere e collezioni a Roma, a Firenze, a Venezia. Sin da giovanissimo sono stato interessato e affascinato dall’ arte italiana, soprattutto quella del ‘300 e ‘400 che mi ha influenzato molto, e tuttora passo almeno tre mesi l’ anno in Italia, in Toscana soprattutto. Posso quindi dire che il mio rapporto con l’ Italia e l’ arte italiana è veramente molto stretto e ovviamente, lo è anche quello con Roma che è una città meravigliosa e piena di arte.”

 

Proseguendo il percorso di mostra ci troviamo davanti a una serie di coloratissime nature morte che tutto sembrano tranne che, appunto ‘morte’. Spiega il pittore ““Quando dipingo una mela o un’arancia, so che si potrà riconoscere che è mia e che sono io che l’ho dipinta, perché quello che io cerco di fare è dare a ogni elemento dipinto, anche al più semplice, una personalità che viene da una convinzione profonda”.

Un’ altra sala è dedicata alla religione, tema che era stato al centro dell’ ultima mostra boteriana nella capitale, “Via Crucis”. Qui  ci troviamo davanti, tra gli altri, a pretini di campagna, porporati, madonne con bambino, un conclave, una bellissima crocifissione. “In questo caso,” spiega Botero, “quello che faccio è continuare una grande tradizione che ha percorso tutta la storia dell’ arte. Per molti secoli la religione è stato l’ unico tema o quasi disponibile per il lavoro degli artisti. Il mio interesse per la religione è puramente artistico, estetico, non c’è un particolare sentimento dietro. Per esempio: una delle cose su cui è maggiormente vivo il mio interesse, è la forma dei vestiti dei religiosi, artisticamente molto interessante. Non c’è critica, né esaltazione del sentimento religioso nelle mie opere.”

Si prosegue poi con un tuffo nella terra d’ origine: la Colombia e il Sudamerica, raccontate in una serie di quadri che ne ritraggono la quotidianità. Botero racconta così il rapporto con il suo paese  “La Colombia è molto presente nella mia vita e nel mio immaginario: io sono un pittore colombiano, che si occupa di soggetti piuttosto colombiani, leggo ogni giorno le notizie che riguardano la Colombia, sono felice della pace, ma so che la mia visione della Colombia, che è quella del paese negli anni in cui ero ragazzo, è una visione piuttosto poetica. Ormai è cambiato molto, è un paese moderno, dove succedono cose buone e cattive, come in tutti i paesi.”

Tanto colore, gioia e movimento nella sezione dedicata alla folle vita del circo, che introduce con tutta la sua vitalità l’ arrivo nella sala che ti aspetti, quella dei nudi, dove la sensualità burrosa di corpi dilatati comunica l’ allegria di esistere, la naturalezza e il desiderio di vita. E’ questa ,la parte più ‘boteriana’ della mostra, quella che racconta, senza bisogno di complicate esegesi, nel modo più schietto e diretto, la visione dell’ arte del pittore colombiano. “Quando io disegno una figura umana o anche un animale o anche una natura morta, il mio interesse è concentrato sulla forma,  e c’è  una costante ricerca della sensualità, della possibilità di dar piacere, perché il primo obbiettivo dell’ arte deve essere dare piacere. E con questa esaltazione della forma, del volume e del colore, riesco ad entrare in una comunicazione molto diretta con le persone che guardano le mie opere. Non c’è bisogno che qualcuno spieghi i miei quadri, parlano direttamente loro. La composizione, il colore, il soggetto: tutto è lì presente, pronto per dare il piacere.”

Biglietti, orari e altre info qui: http://www.ilvittoriano.com/mostra-botero-roma.html

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