In quanti stasera in tv rivedranno il film Il Marchese del Grillo? Tantissimi, ci scommettiamo.
Perché l’opera di Mario Monicelli con un Alberto Sordi in stato di grazia, rimane uno dei più amati e citati della commedia italiana di sempre.
In molti lo hanno visto, rivisto e lo rivedranno ancora, ma cosa si può svelare di più su un capolavoro che da più di quarant’anni ci fa ridere con le sue battute e con quella che è considerata una maschera della romanità?
Proviamo qui a svelarvi qualche cosa che forse ancora non sapete su questo titolo amatissimo.
Il Marchese del Grillo, 5 curiosità da sapere
Trovare qualche curiosità inedita o quasi su un film come Il Marchese del Grillo, non è impresa facile. Proprio perché l’opera di Monicelli ha una lunga vita e soprattutto una schiera foltissima di fan, di questo film si è detto e scritto praticamente di tutto. Vediamo però, se conoscevate già i retroscena che vi sveliamo in questo articolo.
Il Marchese del Grillo: la vera storia, il film, il libro, il mito
La prima curiosità, vuole rispondere alla domanda: il Marchese del Grillo è una storia vera? Si e no. La storia raccontata dal film di Monicelli è scritta dalle penne magiche di Age e Scarpelli, ed è ispirata, con qualche differenza, all’omonimo romanzo di Luca Desiato, uscito nel 1981 per Mondadori.
La storia del romanzo si discosta in diverse parti da quella del film ed è a sua volta ispirata ad un’operetta di Domenico Berardi Er Marchese der Grillo che riprende una leggenda tramandata per tradizione orale tra i romani.
Nel romanzo, ambientato qualche decennio prima del film, sono già tratteggiate le caratteristiche del personaggio cinematografico di Alberto Sordi e che poi, sono anche quelle tramandate dalla tradizione. Il Marchese del Grillo è un giovane nobile viziato e annoiato che passa il tempo ad architettare scherzi e beffe in giro per la città, accompagnato dal suo fido servo Angelino, che nel film diventerà Ricciotto. Nel libro si ritrovano anche alcuni degli episodi raccontati nel film, tra i quali il maggiore, quello della sostituzione di persona con il sosia poveraccio, Gasperino il Carbonaro.
Ricorrente anche il confronto con il suo protettore, il Cardinale Riccoboni che lo rimprovera a cerca di portarlo sulla buona strada. Un rapporto che nel film viene traslato nell’esilarante confronto-scontro con Pio VII interpretato da un grandissimo Paolo Stoppa.
Al di là di questi precedenti letterari, che affondano le radici in storie che già giravano a Roma, l’esistenza storica di un Marchese Onofrio del Grillo rimane incerta, sebbene la famiglia del Grillo abbia ovviamente sempre rafforzato l’idea che un siffatto antenato sia realmente esistito.

Le location del Marchese del Grillo
Uno degli esercizi più divertenti guardando il film, soprattutto per i romani, è quello di giocare a riconoscere luoghi famigliari.
E allora, vediamo qualcuna delle location scelte da Mario Monicelli per ambientare le vicende del sor Marchese.
Il Palazzo dove il Marchese del Grillo vive con la sua famiglia è in realtà la casa dei Cavalieri di Rodi, che si trova nel foro di Augusto. L’ingresso è in piazza del Grillo, e si trova proprio davanti al vero Palazzo del Grillo. Per esigenze cinematografiche però, venne preferito il loggione che si vede nelle prime scene del film quando viene introdotta la famiglia di Onofrio. L’arcigna madre, la sorella dall’alito letale, il nipote adolescente, la virtuosa cugina.
Il cortile del Palazzo invece, dove il Marchese getta frutta o monete arroventate ai poveri, appartiene a un palazzo nobiliare di Lucca.
Il Quirinale, all’epoca in cui è ambientata la storia sede del Papa, è in realtà il Palazzo dei Conservatori in Campidoglio. Qui sono state girate le scene dei colloqui con il papa, l’arresto di Pio VII, il giuramento degli ufficiali della guardia nobile ecc.
Per la scena dell’esecuzione di Fra’ Bastiano, il bandito amico del Marchese del Grillo, piazza Bocca della verità del 1809 è stata interamente ricostruita a Cinecittà.
Mentre le scene ‘fuori Roma’, sono tutte girate nella zona nord, dalle rovine di Canale Monterano, dove c’è il casale rifugio di Don Bastiano,alle campagne intorno al Lago di Vico.
Aldo Fabrizi si arrabbiò con Alberto Sordi
Il Marchese del Grillo fu subito un grandioso successo di pubblico e, a fronte di tanti complimenti che arrivarono a regista e cast, piombò sul film anche qualche reazione piccata.
La più nota e quella che più fece discutere provenne dal grande attore romano Aldo Fabrizi. Collega e amico personale di Sordi, pare che Fabrizi avesse in animo di fare qualcosa sulla leggenda del Marchese del Grillo sin dagli anni ’60. Quando uscì il film di Monicelli, l’attore rilasciò delle dichiarazioni piuttosto inacidite adombrando addirittura l’idea che l’amico Alberto Sordi gli avesse in qualche modo, ‘fregato l’idea’. Lo screzio si ricompose velocemente, ma a noi rimane la curiosità di capire come sarebbe stato il Marchese di Fabrizi.




Avrebbe dovuto esserci anche Gigi Proietti
Il cast de Il Marchese del Grillo, è semplicemente perfetto. Tutti i personaggi, non solo il principale incarnato da Alberto Sordi, hanno trovato degni, anzi perfetti interpreti e ad oggi, facciamo fatica ad immaginarli con facce diverse.
Eppure in questo cast di grandi attori, avrebbe potuto aggiungersene un altro, ovvero Gigi Proietti.
L’attore romano era infatti stato scelto per il ruolo di Don Bastiano, ma contemporaneamente arrivò la proposta per il ruolo di Fregoli in tv e Proietti dovette rinunciare al film di Monicelli.
Fu lui stesso a proporre, al suo posto, Flavio Bucci, che nel ruolo del bandito amico di Onofrio, ha vestito i panni del suo personaggio più popolare.




Il Marchese del Grillo, Alberto Sordi e quell’epitaffio
Per il pubblico che lo ama, Il Marchese del Grillo è soprattutto una delle più grandi interpretazioni della carriera di Alberto Sordi.
L’attore è stato capace di vestire i panni del protagonista come fossero una seconda pelle, nutrendolo dello spirito dell’ironia romana di cui lui stesso è stato perfetta incarnazione.
E allora, una storia così simbiotica, non poteva finire. E traccia dell’Alberto Sordi Marchese del Grillo è arrivata addirittura sulla tomba dell’attore, sepolto al Verano.
La frase, “Sor Marchese, s’è fatta l’ora” con cui Ricciotto si rivolgeva al suo padrone è diventato l’epitaffio di Sordi, accanto alla sua immagine nella cappella di famiglia dove giacciono le sue spoglie.