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Greta Thunberg a Roma: “Perchè si congratulano con me e poi non fanno niente?”

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Greta Thunberg a Roma partecipa a un seminario sul clima in Senato, e chiede ai potenti: “Perchè vi congratulate con me e poi non fate niente?”

E’ piccola da vicino. E sembra ben più giovane dei suoi sedici anni. E’ estremamente tranquilla. Parla in una sala del Senato, gremita di “personalità”, rappresentanti delle istituzioni italiane che hanno fatto a gara per essere presenti, per poter vedere da vicino la ragazzina che sta mettendo a soqquadro i governanti del mondo e sta suonando la carica per la sua generazione.

Di coetanei in sala in realtà, ce ne sono pochini, di senatori invece, c’è il sold out.

Tant’è che un gran numero di giornalisti regolarmente accreditati arrivati a palazzo Madama di buon mattino nella convinzione di poter svolgere il proprio lavoro, viene dirottato nella vicina sala a seguire lo streaming del seminario in cui l’attivista svedese è l’ospite più atteso.

Solo dopo più di un’ora dalla fine dell’evento si avrà la possibilità di vederla da vicino questa ragazzina all’apparenza innocua, che come apre bocca invece, riesce a tirare fuori discorsi che tagliano come una lama affillata. Le sue parole sono fendenti che fanno a brandelli l’immobilismo colpevole di chi potrebbe fare qualcosa per risolvere la tragedia del clima impazzito e invece, quotidianamente, preferisce girarsi dall’altra parte.

Gli onori di casa, ovviamente, spettano alla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati che nel suo discorso promette che il Senato punterà all’ecosostenibilità, tra gli altri, ponendosi l’obbiettivo di utilizzare solo auto elettriche per ragioni di servizio, e quello di rendere il palazzo completamente plastic free.

Mentre parla la presidente, bottigliette di plastica dell’acqua minerale fanno bella mostra un pò ovunque, per le esigenze dei senatori, per quelle degli ospiti e, ovviamente, sul tavolo dei relatori.

Anche Greta ha la bottiglietta canonica davanti a sè. Ma quando le viene sete, con tutta la tranquillità del mondo, tira fuori la sua borraccetta e beve da quella.

“Mi chiamo Greta Thunberg, ho 16 anni, vengo dalla Svezia e parlo a nome delle future generazioni.”

Si presenta Greta Thunberg, ma lo sa che non ce n’è bisogno,tutte le persone presenti all’evento, sono lì per lei. Per la ragazza che parla a nome del Futuro.

” Nel 2030 avrò 26 anni, tutti mi dicono che sarà un’età stupenda, perchè avrò la vita davanti ma non sono sicura sia così.Ho avuto la fortuna di nascere in un luogo e in un tempo in cui tutti mi spingono a sognare in grande: ‘puoi fare quello che vuoi, come vuoi, dove vuoi’, mi dicono. Noi ragazzi abbiamo avuto tutto quello che si può volere, cose che i nostri nonni non potevano neanche immaginare, ma forse alla fine non avremo nulla, perchè probabilmente non abbiamo futuro. E’ il nostro futuro che è stato venduto, perchè poche persone potessero godere di un’enorme somma di denaro. Il nostro futuro ci è stato scippato, e ci viene rubato ogni volta che ci raccontate che noi abbiamo soltanto il cielo come limite e che si vive una volta sola. Ci avete mentito, ci avete dato delle speranze false.”

Tutto il discorso di Greta è così: lei parla a nome del Noi, i bambini e ragazzi di oggi e di domani, contro Voi, che poi saremmo noi, gli adulti tutti, colpevoli del disastro i più anziani, e ancor più, i meno anziani, colpevoli di averlo ereditato, consapevoli, e di non aver fatto ancora niente per evitare la rovina. Una rovina che, secondo la scienza, lascia al nostro pianeta ancora una decina d’anni, minuto più minuto meno. Greta i minuti non se li ricorda ma gli anni, i giorni e le ore, sì. E’ un memento mori il suo, intriso della rabbia dei figli che pagano le colpe dei padri.

“La data è il 2030 da cui ci separano 10 anni, 257 giorni e 13 ore poi ci troveremo in una situazione che sfuggirà al controllo umano e che molto probabilmente porterà alla fine della civiltà così come la conosciamo. Questo diventerà realtà a meno che non vengano introdotti dei cambiamenti straordinari, senza precendenti, in tutti gli aspetti della società, a cominciare dalla riduzione del 50% delle emissioni . Il cambiamento dipende da invenzioni che non sono state inventate e inoltre questi calcoli non includono gli imprevisti, nè gli aspetti di equità e giustizia climatica. Tutto questo vuol dire che il punto di non ritorno potrebbe arrivare anche prima del 2030, non lo sappiamo. Sappiamo però che queste non sono nè opinioni nè ipotesi azzardate perchè si basano su verità scientifiche.

“Questa crisi climatica è allo stesso tempo la più semplice e la più difficile che l’umanità abbia mai dovuto affrontare. La più semplice perchè sappiamo cosa fare: dobbiamo mettere una fine all’emissione dei gas serra, la più difficile perchè queste emissioni sono strettamente legate al nostro sistema economico.

dice Greta, ai senatori, agli scienziati, ai giornalisti, alle persone importanti (come le chiama lei), persone a cui di nuovo, si rivolge in totale contrapposizione, parlando al plurale, distinguendo, Noi e Voi, scavando un solco tra Noi che sono quelli che hanno capito il problema e si rivoltano perchè hanno paura di perdere il loro futuro, e Voi, che sono quelli che fanno sì con la testa, e poi si girano dall’altra parte e continuano come niente fosse. E’ il suo, più che un dialogo, uno scontro dialettico generazionale, che come tutti gli scontri generazionali si risolve, per ora, nell’impossibilità di comprensione.

“Se ci chiedete: ‘In che modo possiamo risolvere questa crisi?’, noi vi rispondiamo: ‘nessuno lo sa con certezza, noi dobbiamo trovare nuove vie’. E allora, voi ci dite: ‘ma questa non è una risposta’, e noi vi diciamo: ‘La crisi va trattata come una crisi, quindi bisogna andare avanti, anche se non abbiamo già chiara la soluzione’, e se anche voi pensate che questa non sia una risposta, noi continueremo a parlare di economia circolare, di riportare l’ambiente al suo stato naturale, e di arrivare a una giusta transizione. E a questo punto Voi ci guardate, perchè non comprendete quello che Noi diciamo. Noi diciamo che dobbiamo unirci, sostenere gli scienziati, lavorare e combattere insieme a loro. Ma voi non ascoltate tutto questo. Per risolvere la crisi c’è bisogno della vostra comprensione. Ma voi non volete comprendere. Non siete interessati ad ascoltare ciò che vi dice la scienza perchè la verità è che siete interessati solo alle soluzioni che vi consentiranno di andare avanti come avete fatto fino ad ora, ma ciò non è possibile: queste soluzioni non esistono più. Il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o meno. La scienza non ha interesse ad enormi somme di denaro o a stili di vita comodi che voi cercate disperatamente di proteggere. Le emissioni di gas serra devono fermarsi. Questo è quanto.”

Suona la sveglia Greta. Dopo aver svegliato la sua generazione trascinando in tutto il mondo milioni di ragazzini in piazza a urlare a gran voce che il loro diritto al futuro sia garantito, prova a suonare la sveglia anche per chi ancora dorme sonni incoscienti.

“Dobbiamo semplicemente prendere una decisione. Io sono sicura che quando decideremo di essere veramente consapevoli di stare vivendo un’emergenza, allora saremo in grado di evitare questa catastrofe. Gli esseri umani sono adattabili e questa è un’opportunità. Non possiamo ritardare ancora. Non abbiamo più scuse.”

Non c’è via di scampo se non cambiare tutto. Non c’è più tempo. Non ci sono più scuse. Greta non fa finezza politica, non conosce l’ arte della diplomazia. Il suo discorso è dritto, non fa sconti. La posta in gioco è alta, più di una guerra mondiale, forse.Una retorica più morbida e fiorita, sarebbe del tutto fuori luogo. Greta Thunberg non è una stratega. Greta Thunberg è un’adolescente, che non ha paura di dire come stanno le cose.

“Io ho viaggiato molto in questo periodo, parlando in tanti paesi. Il problema chiave è lo stesso ovunque. Il problema chiave è che, fondamentalmente, nulla viene fatto per fermare o rallentare la distruzione della terra, malgrado tutte le meravigliose parole e le splendide promesse.

Quando viaggio per il mondo spesso incontro persone importanti, che si congratulano con me. E francamente, vi dico che per me questo è strano, perchè davvero non so di che cosa si congratulino.”

“In questi ultimi sei mesi io ho viaggiato in Europa per centinaia di ore, in treno, in bus, in macchine elettriche, cercando ovunque di far capire che noi dobbiamo trattare questa crisi come emergenza, perchè altrimenti non saremo in grado di risolverla, se non ne siamo pienamente consapevoli. In questi ultimi sei mesi milioni di studenti in tutto il mondo, hanno scioperato per il clima. Ma niente è cambiato.Le emissioni continuano, e non ci sono cambiamenti in vista. Allora perchè le persone importanti del mondo si congratulano con me? Noi ragazzi siamo scesi in strada non perchè voi facciate selfies con me, ma per dirvi che vogliamo che agiate, vogliamo che prendiate delle misure serie. Noi lo facciamo perchè vogliamo reimpossessarci dei nostri sogni e delle nostre speranze!”

Potrebbe esserci pure Belzebù dietro Greta, ma potete voi in coscienza dire che le sue parole non sono potenti e il suo messaggio più urgenti di quelli di molte ‘persone importanti’ che ascoltate tutti i giorni?

In piazza, l’appuntamento è domani alle 12 a piazza del Popolo.

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