“#Gnomeide è nato quando ho lanciato un hasthag #salvatelemamme per raccogliere in modo ironico le osservazioni, ironiche, sorprendenti, ‘distruttive’ dei nostri figli sul ‘lavoro’ di noi genitori. Il sottotitolo è ‘salvate le mamme e i papà’… soprattutto dalle battute dei figli!
Alla fine io e mio marito abbiamo deciso di raccogliere queste battute in un volume. Lo abbiamo poi arricchito con gli interventi e i consigli di dieci esperti. Ne sono usciti un racconto ironico e speriamo qualche spunto di riflessione, sul rapporto genitori/figli al tempo dei social.“
A parlare così di #Gnomeide, un libro divertente e utile, è l’ autrice. Sonia Montegiove è una giornalista ed esperta di comunicazione digitale che, con il marito co-autore del volume, Gilberto Santucci, ha voluto raccogliere le ‘perle’ dei suoi due bambini (oggi 14 e 10 anni) pubblicate da diversi anni sui profili social di mamma e papà, proponendosi, attraverso questo particolare diario famigliare, di dare anche una mano ai genitori 4.0, che si trovano di fronte interrogativi e problemi nuovi, posti loro dal mondo del web e dei social.
Il ricavato dalle vendite di #Gnomeide andrà all’Associazione Italiana per la Lotta al Retinoblastoma, un tumore pediatrico che colpisce bambini già in tenerissima età, e sarà utilizzato per l’acquisto di macchinari per le cure dei piccoli pazienti, per il supporto alle famiglie e per tutte le altre loro preziose attività. L’ utilità di #Gnomeide quindi,non si ferma ai preziosi consigli che vi darà e alle sane risate che v farà fare.
“I consigli migliori vengono dai figli stessi, che con la loro ironia riescono a mettere sempre in luce, qualche falla del nostro duro lavoro di genitori. ” dice l’autrice
Leggendo il libro si sorride, grazie alla spontaneità delle sferzanti battute dei ragazzi, ma si impara anche, grazie all’intervento di autorevoli esperti e al decalogo che chiude il volume, con i consigli per raggiungere una migliore consapevolezza digitale e navigare in sicurezza.
#Gnomeide è stato realizzato grazie ai ragazzi, ma è rivolto anche e sopratutto ai genitori.
“Tra un’uscita geniale e l’altra dei nostri figli, ci sono le ‘dritte’ degli esperti, per imparare una competenza ormai necessaria: utilizzare il digitale in modo intelligente. Tendiamo a pensare che i nostri ragazzi, che sono nati in questa epoca tecnologica, siano più bravi e più veloci di noi ad usare i nuovi strumenti, e questo ci porta a lasciarli soli. In realtà, senza una giusta impostazione, non sono in grado di usarli correttamente, di sfruttarne tutte le potenzialità e di evitarne i pericoli. Bisogna dare loro linee guida, perché possano poi utilizzarli in autonomia. Ma per riuscire a fare questo, dobbiamo prima imparare noi genitori!”
#Gnomeide parte dalle riflessioni dei bambini di oggi, che vivono in un mondo tanto diverso da quello di ieri, sono soggetti a stimoli nuovi e hanno nuovi problemi da affrontare. E anche i loro genitori.
“I nostri figli sono esposti moltissimo. E per primi, con tutte le buone intenzioni, con tutto l’ affetto, siamo noi genitori ad esporli. Praticamente tutta la loro vita, anche se non ce ne accorgiamo, la mettiamo nella piazza digitale. Dalla prima ecografia, quando sono ancora nella pancia della madre, per poi proseguire in tutti i momenti significativi della loro vita, i nostri bambini si ritrovano con un’identità digitale costruita senza che ne abbiano dato l’autorizzazione. E’ una pratica che facciamo guidati dall’affetto, ma non siamo pienamente consapevoli che con questo i nostri figli, poi faranno i conti.”
I figli di Sonia e Gilberto, infatti, i dispensatori di ironia e filosofia, vengono chiamati ‘gnoma’ e ‘gnomo’, in modo da tutelare la loro identità. Ma non basta. Aiutarli a navigare nel mare della rete, fa parte del compito più ampio, dei genitori, di aiutarli a navigare nel mare della vita.
“L’importante è non rinunciare al nostro ruolo educativo davanti ai social e al digitale. Sono strumenti con enormi potenzialità ma anche con i loro rischi. Faccio sempre l’esempio del coltello. Voi lascereste da soli i vostri figli a maneggiare coltelli? Non credo, perché i coltelli sono strumenti utili ma, se non usati con coscienza, possono diventare pericolosi. Lo stesso vale per il web e i social, però questa percezione oggi non c’è.”
Eppure l’ ingresso nel mondo virtuale avviene sempre prima. I bambini che navigano in internet sono sempre più piccoli, e dunque la presenza dei genitori diventa sempre più importante.
“Le statistiche ci dicono che l’approccio al digitale avviene sempre più precocemente. I bambini italiani cominciano a reclamare e a tenere in mano il primo smartphone a 8-9 anni. Iniziano a navigare in modo naturale ma spesso senza alcuna indicazione specifica da parte degli adulti. Nessuno che gli spiega: ‘stai attento’, ‘usa i social e il web in modo da non danneggiare te stesso’, o anche ‘non danneggiare gli altri’. Di quanto poco, da adulti, ci preoccupiamo del tempo che i nostri figli passano sul web e delle sue trappole, mi accorgo anche quando giro per fare formazione nelle scuole e mi capita di ascoltare storie brutte, che con una migliore educazione al digitale potrebbero essere evitate.”
Attenzione però, perché se i problemi, per questa generazione di genitori e figli sono nuovi, lo sono anche le opportunità.
“Non vogliamo assolutamente demonizzare un mezzo, che porta rischi ma anche tante potenzialità. E’ sbagliato non occuparci di questo mondo e poi, quando ci succede qualcosa vicino, vietare lo smartphone o i social. Perché questi rimangono strumenti straordinari, che portano in sè grandi opportunità di conoscenza, di crescita, di socialità. Non possiamo privare i nostri figli di tutto questo, ma possiamo, anzi, dobbiamo, accompagnarli.“
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