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GNAMEAT: IL SOCIAL LUNCH PER RACCONTARE L’ECCELLENZA DELLA CARNE ITALIANA

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GnaMeat
#GnaMeat: il primo social lunch della Capitale

Cosa c’è dentro un cibo succulento e ben cucinato?

Sapienza, sicuramente, e poi storia e storie, tradizione,arte, passione.

Non sempre ovviamente è così, ma quando ci si imbatte in uno o più piatti con questi ingredienti, li si riconosce subito. Ne abbiamo potuti assaggiare più di uno di questi piatti ‘speciali’, in occasione di GnaMeat, il primo social lunch della capitale, voluto da Federcarni con influencers e giornalisti, in una location curata e accogliente: l’ enoteca VersoSera in via del Biscione, a Campo de’Fiori. Qui, gustando ricette caposaldo della tradizione culinaria romana, ci siamo imbattuti in storie e nella storia, e abbiamo conosciuto la passione di chi fa un mestiere che oggi appare fuori moda, ma dietro il quale c’è tanta sapienza.

Chi vuole fare più il macellaio? Si chiedono all’ Associazione Macellai di Roma. Se lo chiede, per primo, il presidente Carmine Orelli, che racconta “Una volta i genitori ci portavano i ragazzi per chiederci di prenderli a bottega e insegnare loro il nostro mestiere. Oggi invece, questo è un lavoro che ha perso attrattiva. Uno dei miei grandi sogni è rilanciare la nostra figura professionale attraverso una scuola che avvii i ragazzi interessati al nostro lavoro. E’ un sogno, al nord l’ hanno già realizzato, a Roma, arriviamo sempre un pò dopo, ma speriamo di arrivarci anche noi.”

Il mestiere del macellaio ha perso di attrattiva per tante ragioni, ma la verità è che è la carne in sé, negli ultimi tempi, ad essere meno considerata un oggetto del desiderio culinario. Eppure, la carne italiana può vantarsi di essere una vera eccellenza, e bastava assaporare il vitello alla fornara di Verso Sera per rendersene conto.

Un piatto antico anche quello: pare che fosse ciò che stava cucinando Giuditta Tavani Arquati per i carbonari che preparavano l’ insurrezione di Roma, quando gli zuavi pontifici irruppero nel Lanificio Ajani facendo strage (tutta la storia la trovate qua). Anno Domini:1867. Solo un esempio di quante storie e quanta tradizione può celarsi in un piatto.

Tradizione dunque, ma anche arte e tanta tanta passione. Sono state queste le vere portate principali del social lunch, le parole chiave dell’evento e quelle scelte per raccontare nel modo migliore il valore della carne italiana, attraverso “La Borsa Federcarni” presentata per la prima volta in questa occasione.

Spiega Francesco D’Agostino, responsabile marketing di FederCarni “Abbiamo realizzato la campagna scegliendo queste tre parole chiave, perché rappresentano tutto quello che offriamo alla nostra clientela e mettiamo nel nostro lavoro.”

Un lavoro che sfida le mode gastronomiche e le notizie che negli ultimi anni hanno diffuso diffidenza relativamente al consumo di carne in alcune fasce di consumatori.Ed è proprio ora di fare chiarezza, perché la salute inizia nel piatto.

Per sfidare gli allarmismi e apprezzare la qualità della carne italiana e la professionalità di chi ce la propone ogni giorno, a noi è bastato assaporare il succulento sugo con il guanciale di un piatto di amatriciana fatta a dovere e ascoltare l’ infinita serie di curiosità, racconti, spiegazioni che i nostri ospiti hanno saputo sgranare, portandoci in un mondo che è fatto prima di tutto di artigiani innamorati del loro mestiere, che fanno della qualità dei loro prodotti un’ossessione positiva, cercando di migliorare la loro offerta anche con nuove tecnologie e nuove conoscenze orientate sempre più all’attenzione alla salute e al benessere del consumatore finale, a tutto vantaggio di chi apprezza e apprezzerà sempre una buona bistecca.

E per chi avesse ancora dubbi, c’è un sito, www.carnerossa.info, in cui si possono trovare tutte le informazioni relative al consumo di carne consigliato in una dieta salutare, dati scientifici a sostegno di una comunicazione corretta e anche ricette e curiosità.

 

 

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