Giornata mondiale della poesia

In occasione della Giornata Mondiale della Poesia scopriamo l’opera di 5 grandi poetesse italiane di diverse epoche

La Giornata Mondiale della Poesia viene celebrata il 21 marzo di ogni anno, ed è stata istituita dall’UNESCO nel 1999, al fine di promuovere la lettura, la scrittura, la pubblicazione e l’insegnamento della poesia in tutto il mondo.

La poesia è un’arte che permette di esprimere i sentimenti e le emozioni in modo intenso e profondo, utilizzando parole e immagini evocative. Essa rappresenta un importante strumento di espressione culturale, in grado di promuovere la diversità linguistica e culturale, nonché la creatività e l’innovazione.

La Giornata Mondiale della Poesia rappresenta un’importante occasione per celebrare e valorizzare questa forma d’arte, promuovendo la conoscenza e l’apprezzamento della poesia in tutte le sue forme. In questo giorno, vengono organizzati eventi, letture pubbliche, concorsi e altre attività culturali volte a diffondere la poesia e a incoraggiare la partecipazione del pubblico.

Giornata Mondiale della poesia: 5 donne che hanno glorificato quest’arte

Qui vogliamo parlarvi di cinque grandissime signore della poesia che, se non conoscete ancora, dovete assolutamente scoprire che sono

  • Sulpicia
  • Vittoria Colonna
  • Faustina Maratti Zappi
  • Sibilla Aleramo
  • Amelia Rosselli

Sulpicia

Sulpicia è stata una poetessa romana vissuta nel I secolo a.C., appartenente alla nobiltà romana.

Sono giunte fino a noi sei elegie attribuite a Sulpicia. Le elegie sono scritte in esametri e tratta di temi amorosi, incentrati principalmente sulla relazione tra Sulpicia e Cerinthus, un giovane aristocratico romano.

Le elegie di Sulpicia sono state raccolte nella Corpus Tibullianum, una raccolta di poesie di vari autori tra cui il poeta romano Tibullo, e sono state apprezzate per la loro delicatezza e per la loro capacità di esprimere i sentimenti d’amore in modo sincero e autentico. Tuttavia, a causa della loro attribuzione incerta, non è possibile stabilire con certezza quale sia la reale portata dell’opera di Sulpicia. Le poesie di Sulpicia sono scritte in esametri e sono incentrate principalmente sulla relazione tra Sulpicia e Cerinthus, un giovane aristocratico romano. Le elegie traggono spunto dalla tradizione della poesia amorosa ellenistica, ma si distinguono per la loro sensibilità e per la loro capacità di esprimere i sentimenti d’amore in modo sincero e autentico.

Nelle elegie, Sulpicia si descrive come una donna appassionata, ma anche fragile e insicura, che soffre per la lontananza del suo amato. La poetessa esprime la sua felicità nel momento in cui può finalmente riabbracciare Cerinthus, ma anche la sua tristezza quando lui si allontana di nuovo.

Le poesie di Sulpicia sono state apprezzate per la loro delicatezza e per la loro capacità di trasmettere emozioni autentiche, ma la loro attribuzione è ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi.

La poesia di Sulpicia

A Cerinto

È giunto amore finalmente. Nasconderlo
sarebbe vergogna assai più grave che svelarlo.
Commossa dai miei versi, Venere lo portò sino me,
tra le mie braccia, compì la sua promessa. I miei peccati
li racconti chi si dirà non ebbe i suoi.
Io quasi non vorrei neppure scriverli:
prima di lui, temo li legga un altro.
Ma giova aver peccato. Mi disturba
atteggiare il mio volto alla virtù.
Si dirà che son degna di lui, e lui di me.

Vittoria Colonna

Vittoria Colonna è stata una poetessa e nobile italiana del XVI secolo, nata a Marino (Lazio) nel 1492 e morta a Roma nel 1547. Fu una figura importante nella vita culturale dell’epoca, legata a molti dei maggiori artisti e intellettuali del Rinascimento italiano, tra cui Michelangelo Buonarroti.

Le poesie di Vittoria Colonna si caratterizzano per l’uso di un linguaggio elegante e raffinato, che esprime sentimenti di fede, amore e devozione. La sua scrittura è stata influenzata dalla cultura umanista dell’epoca, che valorizzava la virtù e la conoscenza.

Le sue opere più famose sono Rime Spirituali e Rime d’amore, in cui si esprime la sua profonda spiritualità e la sua relazione amorosa con il marito, Francesco d’Avalos, marchese di Pescara. In queste opere, Colonna esprime anche il suo dolore per la morte del marito, avvenuta nel 1525 durante la battaglia di Pavia.

Vittoria Colonna è stata anche una figura attiva nella vita politica e religiosa dell’epoca, sostenendo la Riforma cattolica e la diffusione del protestantesimo in Italia. La sua figura è stata celebrata come un esempio di virtù femminile e di cultura rinascimentale.

La poesia di Vittoria Colonna

„Se dal dolce pensier riscuoto l’alma | Per bassi effetti dell’umana vita, | Riman dal corso suo, quasi smarrita | Nave, ch’affretta in perigliosa calma.“


Faustina Maratti Zappi

Faustina Maratti (Roma, 1679 circa – Roma, 1745), figlia del pittore Carlo Maratta, nel 1704 da giovane poetessa fu accolta nell’Accademia dell’Arcadia dove ricevette il nome di Aglauro Cidonia. Nell’Arcadia conobbe il poeta Giambattista Felice Zappi, di cui si innamorò e che sposò nel 1705. La casa degli Zappi divenne un centro di rinomate riunioni artistiche Il Canzoniere di Faustina Maratti (o Aglauro Cidonia) comprende soli 38 sonetti che vennero pubblicati, assieme ai versi del marito, la prima volta nel 1723. Si tratta di sonetti in stile petrarchesco, formalmente eleganti ed equilibrati secondo i canoni del teorico Giovanni Mario Crescimbeni. I sonetti giovanili avevano per soggetto grandi figure femminili della romanità (Veturia, Tuzia, Porzia, Lucrezia), le rime dell’età matura che cantano invece gli affetti familiari o il dolore per la morte del figlioletto Rinaldo.

Sibilla Aleramo

Sibilla Aleramo è stata una scrittrice italiana del XX secolo, nata con il nome di Rina Faccio a Alessandria nel 1876 e morta a Roma nel 1960. È considerata una delle prime esponenti del femminismo italiano e la sua opera più famosa, “Una donna”, è considerata un capolavoro della letteratura italiana del Novecento.

Il romanzo autobiografico Una donna, pubblicato nel 1906, racconta la storia di una giovane donna che cerca di ribellarsi alle convenzioni sociali dell’epoca e di affermare la propria identità. Il libro è stato un grande successo di pubblico e di critica, e ha contribuito a diffondere le idee femministe in Italia. Sibilla Aleramo, oltre alla sua celebre opera in prosa “Una donna”, ha scritto anche poesie, raccolte in diverse opere. La sua produzione poetica, sebbene meno conosciuta rispetto alla sua prosa, è stata apprezzata per l’intensità e la profondità dei sentimenti espressi.

La sua prima raccolta di poesie, Liriche, fu pubblicata nel 1901 e conteneva testi scritti in giovane età, in cui si avverte l’influenza del simbolismo e del decadentismo. In seguito, la sua scrittura si evolve e diventa più personale e diretta.

Tra le raccolte di poesie più importanti di Sibilla Aleramo si possono citare: Sorelle (1920), una raccolta di poesie in cui la poetessa esprime la solidarietà femminile e la lotta per l’emancipazione delle donne; Il canto dell’amore (1927), una raccolta di poesie d’amore, in cui si avverte la presenza costante del tema dell’amore come fonte di ispirazione e di sofferenza; Seme selvaggio (1941), una raccolta di poesie in cui la poetessa riflette sulle difficoltà della vita e sulla ricerca della felicità e dell’armonia.

In generale, la poesia di Sibilla Aleramo si caratterizza per l’uso di un linguaggio semplice e diretto, che esprime i sentimenti in modo intenso e coinvolgente. Le sue poesie sono spesso incentrate sui temi dell’amore, della libertà e dell’emancipazione, e rappresentano un importante contributo alla letteratura italiana del Novecento.

La poesia di Sibilla Aleramo

“Nome non ha,
amore non voglio chiamarlo
questo che provo per te,
non voglio che tu irrida al cuor mio
com’altri a’ miei canti”.

Amelia Rosselli

Amelia Rosselli è stata una poetessa italiana del XX secolo, nata a Parigi nel 1930 e morta a Roma nel 1996. È considerata una delle figure più significative della poesia italiana contemporanea e la sua opera ha avuto un impatto importante sulla scena letteraria italiana.

Amelia Rosselli è stata influenzata da diverse correnti della poesia europea, tra cui il surrealismo, il simbolismo e l’avanguardia. La sua scrittura si caratterizza per l’uso di un linguaggio sperimentale e innovativo, che fonde elementi della lingua italiana con altre lingue, in particolare l’inglese e il francese.

Tra le sue opere più famose si possono citare “Variazioni belliche” (1964), “Documento” (1966), “Impromptu” (1981), “Opere” (1991) e “Diario ottuso” (1996). La sua poesia affronta temi come l’identità, la memoria, la solitudine e la condizione umana in generale, e si distingue per la sua originalità e profondità.

La poesia di Amelia Rosselli

L’alba si presentò sbracciata e impudica
L’alba si presentò sbracciata e impudica; io
la cinsi di alloro da poeta: ella si risvegliò
lattante, latitante.
L’amore era un gioco instabile; un gioco di
fonosillabe.

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