un cielo stellato sopra il ghetto di roma

Per la Giornata della Memoria  esce il 27 gennaio su Rai play il film Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma di Giulio Base. Racconta il rastrellamento del ghetto e la shoah attraverso gli occhi di un gruppo di ragazzi di oggi impegnati nello svelare il mistero che si ciela dietro una vecchia foto.

Il film tenta dunque di legare e trasmettere alle giovani generazioni la memoria di quella tragedia. E la scelta di far uscire Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma sulla piattaforma streaming della Rai molto più frequentata dai giovani rispetto ai canali analogici, sembra rafforzare questa intenzione.

Insieme al racconto dei fatti storici, sono proprio i giovani al centro della storia. Spiega infatti Giulio Base.

“E’ stato molto interessante capire quanto i ragazzi di oggi conoscono della shoah. I protagonisti del film hanno l’ età dei miei figli. Prima di iniziare a girare avevo chiesto anche in famiglia e da quel piccolo sondaggio casalingo avevo capito che i ragazzi conoscono la shoah soprattutto grazie al cinema. Sanno quello che è successo soprattutto grazie a film Schindler’s list e La vita e bella ma ho anche capito che hanno bisogno e voglia di approfondire”.

Ogni narrazione di fatti storici, punta ad alimentare l’anticorpo più efficace per evitare di assistere di nuovo a tanta disumanità.

“I giovani hanno voglia di capire. E sentono la memoria come un dovere. Mi è piaciuto molto scoprire questo.

Dobbiamo continuare a raccontare la shoah e a nutrire la memoria. Lo dobbiamo fare, perché la shoah non è stata inondazione, un terremoto, un accidente naturale. No.  In quella tragedia c’è stata colpa di qualcuno e bisogna fare che non accada più. I ragazzi hanno piena coscienza di questo”.

Eppure, a tutt’oggi, c’è ancora chi nega la realtà storica di quella tragedia.

“Mi sono reso conto facendo ricerche per il film, di quante, tantissime persone continuino a negare. Ecco perché la memoria è un dovere. Io sono sgomento che ancora succedano queste cose. Come è possibile? L’unica risposta che mi viene è l’ignoranza. Per questo dobbiamo parlarne. E’ l’unico modo. La nostra arma è mantenere viva la memoria per sconfiggere la follia del negazionismo e, ancora prima, l’indifferenza”.

Il gruppo di ragazzi protagonista de Il Cielo stellato sopra il Ghetto di Roma, è un gruppo di ragazzi di diverse provenienze e fedi religiose. Un’altra scelta fortemente voluta.

“Credo che la scena che racchiude il messaggio di questo film sia una panoramica dal cielo di Roma che parte da San Pietro e in pochissimo arriva alla Sinagoga. Ho voluto legare così, in questo abbraccio, i due luoghi sacri più importanti della città.

Penso che questo film racconti sopratutto la volontà di abbattere muri. La più antica comunità ebraica d’Europa è quella di Roma, gli ebrei erano qui prima dei cristiani. La nostra cultura è permeata di cultura ebraica. Ci sono motivi per proteggersi, ora ci proteggiamo un pochino tutti. Ma ci dobbiamo aprire, siamo romani, italiani, umani, facciamo tutti parte della stella scintilla umana”.

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