Morte a Corso Francia: l’ultima notte di Gaia e Camilla, la presentazione del documentario riaccende i riflettori sulla sicurezza stradale
Un incidente mortale ogni due giorni. E’ questa la cifra che fotografa l’entità della strage che si perpetua quotidianamente sulle strade di Roma. Le statistiche si riferiscono al 2022, ma anche il nuovo anno è iniziato segnato dal sangue versato sulle strade della capitale per esempio con il tragico incidente di Tor Lupara.
Di vittime della strada si torna di nuovo a parlare questa mattina, in occasione della presentazione del docufilm sulla morte di Gaia e Camilla, falciate a Corso Francia nel dicembre 2019 quando avevano solo sedici anni.
La loro vicenda viene ricostruita da una produzione di Crime+Investigation, e la presentazione romana, alla presenza dei famigliari delle vittime e dell’assessore alla mobilità Eugenio Patanè è l’occasione per affrontare il discorso della sicurezza stradale, vera e propria emergenza nella capitale dove, solo lo scorso anno si è registrata una media di 70 incidenti al giorno con un tasso di mortalità di 4,4 ogni 100000 abitanti.
Gaia e Camilla, uccise a Corso Francia a 16 anni
La morte di Gaia e Camilla ha sconvolto la città, ma purtroppo non è stata né la prima né l’ultima tragedia consumata sulle strade della capitale.
Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli avevano solo 16 anni la notte tra il 21 e il 22 dicembre del 2019, quando vennero investite mentre attraversavano la strada a Corso Francia.
A investirle fu il Suv di Paolo Genovese, 21 anni, accusato di omicidio stradale plurimo e condannato in via definitiva a 5 anni e 4 mesi.
La vicenda ebbe una grandissima eco nell’opinione pubblica, profondamente colpita dalla giovanissima età dei protagonisti.
Oggi a Corso Francia c’è un murales che ricorda la tragedia di Gaia e Camilla con la grande scritta “Mano nella mano anche in cielo”.
Per volontà del padre è nata anche la Fondazione Gaia von Freymann. Un’ente si occupa di fornire assistenza legale, morale e psicologica gratuita ai familiari e alle vittime di incidenti stradali, ma anche di campagne di informazione e sensibilizzazione sul tema della sicurezza stradale.
Le mamme: “La nostra tragedia si poteva evitare”
“Quello che ripeto ai giovani che incontro nelle scuole – ha proseguito – è che mia figlia è volata via per incoscienza. Non solo le scuole ma anche le famiglie devono essere coinvolte”. A dirlo durante la presentazione del documentario è stata Gabriella Saracino, la mamma di Gaia che poi ha aggiunto la constatazione che fa più male in assoluto: “Era una tragedia evitabile”.
“deve entrare in testa a tutti che per una stupidaggine può accadere una tragedia. In questa docu-serie ci abbiamo messo il cuore e l’anima. Magari sarà una goccia di un oceano ma può allargare la mente”. Ha aggiunto Cristina Maggi, la mamma di Camilla.