In occasione della Festa del Papà si svolgerà il flash mob lanciato da Movimenta con l'obbiettivo di ampliare il congedo per i neo padri

Papà, mamme, bambini, il giorno della Festa del papà, sabato 19 marzo, si daranno appuntamento alle 16.30 davanti ai musei dedicati ai più piccoli delle tre maggiori città italiane per un flash mob che vuole attirare l’attenzione sui diritti, ancora poco riconosciuti in Italia, dei papà.

 Che poi, sono i diritti anche delle mamme e dei bambini, perché riguardano tutta la vita famigliare, soprattutto in quel periodo critico che è il primo anno di vita dei piccoli, un vero e proprio tsunami psicofisico per tutti, ma spesso, in mancanza di concrete alternative, soprattutto per le mamme.

Per la Festa del papà il flash mob per Genitori #AllaPari

A Roma l’appuntamento è davanti a Explora in via Flaminia, a Napoli alla Città della Scienza, mentre i papà milanesi manifesteranno al Muba in v. Bessana.

Ma cosa chiedono questi papà e queste famiglie?

L’iniziativa parte dall’Associazione Movimenta ed è solo una tappa della campagna, lanciata l’8 marzo scorso Genitori #allaPari. L’obiettivo è sostenere, anche attraverso una raccolta firme su change.org (https://change.org/genitoriallapari)  la proposta di legge depositata in Parlamento dai deputati Alessandro Fusacchia, Rossella Muroni, Erasmo Palazzotto e Lia Quartapelle per chiedere l’ampliamento del congedo di paternità per i neo padri.

Valeria Ronzitti, Movimenta: congedo di paternità più ampio e per tutti

Ce lo spiega Valeria Ronzitti, manager e attivista del direttivo Movimenta: “Il flashmob che abbiamo organizzato in occasione della Festa del papà è un’iniziativa di sensibilizzazione, per incoraggiare papà, mamme, chiunque, a firmare la petizione a favore di una legge per l’ampliamento del congedo di paternità.

Chiediamo che il periodo di congedo per i padri nel primo anno di vita del figlio, passi dai dieci giorni attuali, conquistati a fatica e solo grazie a una direttiva europea che ha forzato il governo a inserire la norma nell’ultima legge di bilancio, a tre mesi, retribuiti al 100%.

 Inoltre, chiediamo di renderlo applicabile a tutti i lavoratori, non solo, come avviene adesso, a quelli impiegati a tempo indeterminato nel settore privato, ma anche tutti gli altri: partite IVA, pubblica amministrazione, agricoltura ecc.

Ci rendiamo conto che l’obbiettivo è molto ambizioso e che i costi per la copertura potrebbero essere alti, ma proprio per questo abbiamo dato avvio alla nostra campagna di cui il flash mob della festa del papà sarà solo una delle tante tappe. Inoltre, ci sono i fondi del PNRR che potrebbero essere impiegati, perché qui parliamo di un cambiamento strutturale, culturale per un approccio complessivo più paritario alla genitorialità. Un cambiamento che può essere sicuramente spinto da una legge che preveda un nuovo diritto. E noi puntiamo anche al fatto che si preveda l’obbligatorietà. Perché senza obbligo, i padri stessi potrebbero essere reticenti a sfruttare questo diritto. Sappiamo che sono necessari molti fondi, che la strada per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sarà lunga e, soprattutto, che è necessario che la spinta in questa direzione arrivi dal basso”.

Una battaglia culturale

Proprio per attirare l’attenzione su un tema così poco dibatutto eppure così centrale per la vita delle famiglie, il pomeriggio della festa del papà vedremo in piazza con gli attivisti di Movimenta anche diversi blogger e daddy influencer come la community di Papà Pinguino.

“In questo periodo ci siamo confrontati con tanti blogger, influencer papà che sono molto interessati alla questione, ma parliamo di una quantità di persone ancora molto piccola, un’avanguardia. Ma partendo da loro, speriamo di coinvolgere tante famiglie ad attivarsi per un congedo di paternità più giusto”.

Dove riscontrate la maggior resistenza culturale su questo tema? Tra gli uomini che non lo hanno fatto ancora abbastanza loro? Tra le aziende?

“Ancora la resistenza culturale su questo tema è forte e diffusa. Parte di questa resistenza è dovuta all’ignoranza. La maggior parte dei padri lavoratori non è cosciente nemmeno di avere diritto agli attuali dieci giorni, anche perché molte aziende non sono particolarmente scrupolose nell’informarli. Però, non punterei nemmeno troppo il dito in modo generico contro le aziende, perché ci sono tante realtà, come COOP che ci sostiene in prima linea nella nostra campagna, in cui è l’azienda stessa a spingere per investire su questi temi.

Purtroppo, questa visione al momento si ritrova solo in grandi realtà che sono comunque preziose, perché si assumono il ruolo di front runner che iniziano a creare un modello. Speriamo che, per imitare loro altri gruppi concorrenti possano seguirli su questa strada. E’ un meccanismo che stiamo provando un po’ a forzare ma, per fortuna, troviamo sempre più interlocutori. Siamo stati contattati da molte aziende, anche start up, che sono interessate a testare il congedo di paternità a tre mesi, ancor prima che diventi legge. E  ci auguriamo che questo possa essere l’inizio di un circolo virtuoso”.

Perché le aziende dovrebbero essere interessate a sostenere il congedo per i neo padri a tre mesi?

Ci sono ormai diversi studi sulle conseguenze positive sulla produttività di politiche aziendali che tengono conto della necessità della conciliazione tra i tempi di vita famigliare e di lavoro. Quello che torna alle aziende è, innanzitutto, la fidelizzazione. I lavoratori si legano di più alle aziende che scelgono queste politiche e quindi anche la qualità del lavoro e la produttività aumenta. Questi studi, ovviamente, sono stati fatti su politiche aziendali che riguardavano lavoratrici donne, ma noi siamo convinti che gli effetti sui lavoratori uomini saranno gli stessi, se si riuscirà a superare la barriera culturale.

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