Si chiama “Tutto il tempo del mondo”, il corto inedito presentato nella sede dell’Associazione Civita, parte della campagna promossa da Takeda con il patrocinio di A.A.E.E. – Associazione volontaria per l’angioedema ereditario ed altre forme rare di angioedema, ITACA – Italian Network for Hereditary and Acquired Angioedema intitolata“Destinazione posso” per una nuova narrazione di dell’angioedema ereditario, malattia rara e quindi poco conosciuta. Il breve film racconta di un incontro fortuito e fortunato e di un intenso percorso on the road che porterà i protagonisti a riflettere su temi fondamentali come l’importanza di vivere al meglio la vita, e accettare questa patologia rara come compagna di percorso.
Il tutto raccontato con leggerezza e profondità da un cast diretto da Daniele Barbiero, che vede tra i protagonisti Ivan Boragine , Chiara Tomei, Francesca Laino e poi un testimonial d’eccezione nel ruolo di se stesso: Enzo Miccio, volto noto e amato della tv, traghettatore di Pechino Express, wedding planner dei vip e tanto altro che, in questa intervista, ci racconta questa esperienza davvero speciale.
Intervista a Enzo Miccio
Come sei entrato in contatto con questo progetto così particolare?
E’ stato tutto molto semplice e molto casuale. Mi hanno chiesto di fare semplicemente Enzo Miccio per diffondere un messaggio, e io ho fatto Enzo Miccio. Quando ho letto il copione il messaggio mi è sembrato molto bello, mi sono trovato catapultato in un progetto molto interessante e credo anche molto innovativo perché punta a dare voce al malato, a chi la malattia la vive sulla propria pelle quotidianamente per molti anni. Mi sono trovato immerso su un set che non mi è sembrato nemmeno per un minuto un set. Ero dentro una realtà, l’esistenza di chi soffre di questa patologia. Io sono entrato in questo mondo scevro di qualsiasi informazione, quindi ho imparato, ho chiesto, mi sono incuriosito, ho appreso e mi sono tanto emozionato anch’io.
Cosa hai scoperto entrando in contatto con questo mondo, quello dell’angioedema ereditario e delle malattie rare?
Quello che mi riporto a casa è la forza di queste persone, la positività, il fatto che la ricerca va avanti e in tanti hanno potuto migliorare la loro vita non arrendendosi mai. Entrare a contatto con queste esperienze di vita è come vedere un faro in fondo al tunnel. Io vedo sempre il buio e sono pessimista di natura, con questo lavoro mi sono portato a casa una bella lezione.
Il corto emoziona anche perché ha un approccio non pietistico alla malattia, anzi tutto il contrario, sei d’accordo?
Esatto la patologia è raccontata come qualcosa con cui si può andare avanti e camminare e di cui addirittura si può sorridere, come insegna il protagonista del corto che parla della sua quotidianità e dà anche una grande lezione di ottimismo ed autoironia.
Nel corso del breve film il protagonista si rivolge a te con un messaggio: ‘basta correre, basta stress, rallentiamo e godiamoci di più la vita’, tu lo metti in pratica?
Dovrei, perché faccio una vita veramente terribile, per non dire altro. Questo messaggio del protagonista me lo porto a casa e cercherò di farlo sempre più mio, anche perché mi calza proprio perfettamente!
Potete godervi il corto a questo link: https://www.destinazioneposso.it/il-cortometraggio/#il-corto