Saranno Enrico Michetti e Roberto Gualtieri a sfidarsi nel secondo turno delle elezioni per il sindaco di Roma il 17 e 18 ottobre.
Lo spoglio delle schede è ormai completato e i numeri definitivi riflettono le tendenze che si erano già delineate ieri in tarda serata.
Elezioni Roma: quanti voti hanno preso Michetti, Gualtieri, Calenda e Raggi
A prendere più voti di tutti è Enrico Michetti, il candidato del centrodestra che si attesta sul 30,15% dei voti. Secondo per preferenze il candidato del centro sinistra Roberto Gualtieri che chiude lo scrutinio con il 27,03% dei suffragi. Terzo, con un bottino che vale il 19,82% dei voti espressi è Carlo Calenda, mentre la sindaca uscente, Virginia Raggi si attesta sul 19,08.
Insomma, le elezioni a sindaco di Roma, per il primo turno, vanno come previsto da molti analisti nei giorni precedenti.
Più difficile, in questa situazione, è fare previsioni su cosa accadrà al ballottaggio.
Il secondo turno elettorale si svolgerà tra quindici giorni. I romani potranno recarsi alle urne dalle 7 alle 23 di domenica 17 ottobre e dalle 7 alle 15 di lunedì 15 ottobre per scegliere il nuovo sindaco.
Da oggi dunque, per Roberto Gualtieri ed Enrico Michetti riparte la campagna elettorale. I due big rimasti fuori dal secondo turno, Carlo Calenda e Virginia Raggi hanno ribadito, nella nottata, che non faranno apparentamenti né daranno indicazioni di voto.
Enrico Michetti e Roberto Gualtieri: chi vince il ballottaggio a Roma
Eppure il loro è un ingente tesoro di preferenze, insieme più del 40% di chi si è espresso domenica.
Che fine faranno questi voti?
C’è poi l’altro dato rilevante che pesa moltissimo su queste elezioni, ovvero quello, enorme, dell’astensionismo. Più della metà dei romani, al primo turno non è andata a votare.
La partita tra Michetti e Gualtieri dunque, si gioca su questi tavoli.
Al ballottaggio vincerà chi convincerà gli indecisi e sedurrà chi, al primo turno, ha votato diversamente.
L’elettorato 5 stelle è per tradizione difficilmente prevedibile, si sa da mesi che anche a Roma in molti avrebbero voluto replicare il patto giallorosso stretto da anni al governo della regione e sul piano nazionale. L’unica cosa che l’ha impedito è l’autoricandidatura a sorpresa di Virginia Raggi, nome in viso al Pd. Oggi che la Raggi è fuori dai giochi, l’M5s potrebbe dare indicazioni di voto a favore di Gualtieri nell’ottica di entrare in una futura giunta. C’è però da dire che, appunto, l’elettorato 5s, soprattutto a Roma, si è dimostrato spesso poco prevedibile ed è possibile che in tanti si facciano tentare dall’astensionismo.
Il tesoretto più ambito al momento, è sicuramente quello che ha in dote Carlo Calenda. E questo perché il leader di Azione, ha puntato coscientemente a raccogliere voti in modo trasversale e tutti sanno che se Calenda è un transfuga Pd che porta avanti istanze riformiste, a barrare il suo nome, domenica e lunedì, sono stati anche tanti elettori ‘conservatori’, che al secondo turno guarderanno con interesse alla proposta di Michetti piuttosto che a quella di Gualtieri.
Insomma, la partita è apertissima e tutta da giocare prima di capire come finiranno davvero queste elezioni per il sindaco di Roma.