Dal 10 al 12 dicembre 2021, nella prestigiosa location della Casa del Cinema di Roma, torna il Digital Media Fest, un appuntamento nato dall’iniziativa della direttrice, la dott.ssa Janet De Nardis che nel 2012 fondò il Roma Web Fest, e che con gli anni si è evoluto ed è cresciuto fino ad allargare il suo sguardo a tutti i prodotti e i linguaggi nativi digitali e allo sviluppo dell’industria dell’audiovisivo tradizionale.
Si tratta di una kermesse che in nove anni è diventata tra le più importanti al mondo per il settore, e che porta a Roma ogni anno creativi, produttori, distributori e star del web e del cinema.
Tua City Mag sarà media partner della manifestazione e ne racconterà i momenti di maggior interesse.
Intanto, a raccontarci qualcosa in più e a darci qualche anticipazione sull’edizione 2021 del Digital Media Fest in questa intervista è la direttrice e ideatrice del festival, la giornalista Janet De Nardis.
Digital Media Fest: riflettori su talento, creatività, innovazione e mercato
Come nasce questo innovativo festival e con quali finalità?
“Il Digital Media Fest è un festival dedicato ai prodotti audiovisivi web nativi. Parliamo di prodotti molto vari e diversi tra loro: dalle web series, ai vertical video, alla realtà virtuale, a quella aumentata, fino ai fashion film senza dimenticare i classici cortometraggi per il web.
Ho iniziato quest’avventura festivaliera con il Roma Web Fest nel 2012 e poi è arrivato il Digital Media Fest , che è il proseguimento di quella prima iniziativa. Quindi ormai portiamo avanti questa manifestazione da nove anni”.
In nove anni molte cose sono cambiate, soprattutto sul web, a che evoluzione avete assistito?
Era un mondo diverso nove anni fa, anche solo parlare di web series era complicato, perché la maggior parte delle persone non sapevano nemmeno cosa fossero.
Era un momento in cui anche solo associare la parola cinema con la parola web sembrava quasi uno scandalo. Mi ricordo che le prime volte che sono andata a presentare il festival alle istituzioni, che poi hanno deciso di sposare l’iniziativa, trovavo interlocutori molto guardinghi, perché quello che proponevo era un mondo totalmente sconosciuto all’Italia di quell’epoca. In questi nove anni è cambiato tutto e anzi, se in questo momento non ci fosse stato il web, avremmo perso tantissimo. L’audiovisivo non sarebbe stato fruito in questo anno e mezzo, e forse sarebbe sparito dalla vita di molte persone.
In effetti, il consumo di audiovisivo via web ha ricevuto una grande spinta dal lockdown e dalle restrizioni anti covid, sei d’accordo?
Assolutamente sì. In questo anno e mezzo c’è un mercato che ha vissuto una grande spinta. E questo ha i suoi pro e i suoi contro. Io sono una grande amante del cinema, della sala, ma sono prodotti diversi con canoni diversi.
Il web è stato fondamentale per permettere una continuità di fruizione dell’audiovisivo da parte di tutti in questo periodo. Negli scorsi mesi il digitale è stato importante per tutto il mondo dell’audiovisivo, quindi anche per il cinema, perché i prodotti non potevano trovare nessun altro sbocco. Oltre a questo, ci sono però tante dinamiche nuove che stanno cambiando tutto il mondo del web.
In che modo?
Innanzitutto è aumentata moltissimo la concorrenza. Quando ho iniziato a occuparmi di produzioni web native c’erano sì tanti prodotti, ma non in numero paragonabile a quelli che circolano ora. E in questa concorrenza ci sono anche le grandi major. Prima era facilissimo individuare i talenti sul web come abbiamo fatto con i The Pills, i The Jackals, i Licaoni, Ivan Silvestrini, Vincenzo Alfieri, e molti altri. Oggi, i giovani creativi e tutti gli indipendenti si trovano a doversi confrontare con grandi realtà produttive che puntano ad avere sempre più spazio sfruttando i grandissimi capitali a disposizione, sia per la produzione che per la promozione.
I creativi indipendenti si trovano ormai a doversi battere contro una concorrenza fatta dai Titani delle grandi produzioni cinematografiche. La vera emersione dei talenti era più evidente anni fa, adesso accade ancora, ma molto più raramente.
Noi, per esempio, qualche anno fa abbiamo portato al festival Romolo+Giuly, che vinse il premio Movieland (in collaborazione con Roma Lazio Film Commission), e che poi ha attirato l’attenzione di Fox ed è finita in tv.
Oggi, con l’eccessiva offerta di prodotto, è certamente più difficile individuare la creatività, questo è indubbio. E’ difficile soprattutto attrarre l’attenzione di produttori e distributori che affrontano i problemi della pandemia e sono meno interessati a fare scommesse su talenti emergenti. Preferiscono “il nome” che ha già un suo seguito. Emergere è molto più difficile.
Internet, che sembra uno spazio infinito, sta diventando uno spazio sempre più affollato quindi?
Sì, lo spazio che all’inizio sembrava infinito si è ora assottigliato tantissimo. Ma bisogna sempre guardare le cose da un punto di vista più ampio. Credo quindi che questo ‘affollamento’ ci permetta di dirigere lo sguardo verso spazi nuovi. In questo momento lo spazio aperto che vedo è quello dei prodotti audiovisivi legati alle nuovissime tecnologie, parlo soprattutto di realtà virtuale e realtà aumentata. C’è una grande sperimentazione in questo senso, che è difficilissima, non alla portata di tutti. Ma questa nuova dimensione appare davvero sconfinata e sono in crescita le possibilità che offre. Le aziende, tutti i brand arriveranno a colonizzare anche i nuovi linguaggi legati a queste dimensioni, come è già successo con le web serie.
Il Digital Media Fest ha un respiro internazionale, dal vostro osservatorio privilegiato, come vedete la situazione italiana, rispetto a quello che accade negli altri paesi?
In Italia al momento c’è soprattutto spazio per chi fa la comicità, per chi è irriverente, mentre il creativo impegnato fa più fatica ad emergere.
Noi siamo nati come terzo web fest a livello internazionale, e abbiamo da sempre avuto un osservatorio privilegiato su quello che succede nel mondo. In linea di massima possiamo dire che, se qui va tanto la commedia, in altri Paesi si va più sul genere, per esempio il thriller, l’horror, così come è diversa la durata media dei prodotti: i nostri sono variano generalmente tra i 5 e i 7 minuti, all’estero generalmente andiamo dai 10 minuti in su.
Edizione 2021: le anticipazioni
Quali saranno i temi focus della nuova edizione del Digital Media Fest?
La premessa inevitabile dell’edizione di quest’anno, sono le difficoltà che la pandemia ha portato al mondo dell’audiovisivo, noi però vogliamo guardare agli aspetti positivi. Pensiamo che sia necessario trovare degli appigli per poter ripartire e rilanciare questo grande mercato, perché di questo stiamo parlando.
Il festival esiste per creare una connessione reale del mercato audiovisivo e cinematografico tra i creativi, i produttori, i distributori e le istituzioni. Il nostro focus fondamentale rimane quindi il mercato. Mai come quest’anno in Italia ci sono state tante produzioni cinematografiche, parliamo di circa 400 produzioni. Vogliamo quindi analizzare questo dato positivo, chiedendoci anche che cos’è che ha dato questa spinta e come replicarla in futuro. Dall’altra parte analizzeremo il problema della distribuzione di tutto questo prodotto, visto che ancora non si riesce a riportare in sala tutto il pubblico pre pandemia. Ecco allora che torna in gioco il web, che di certo ha necessità di essere regolamentato diversamente, che deve diventare un mercato sostenibile, non può mantenere il pagamento del prodotto finale così basso come accade oggi, perché non consente poi di tornare a produrre.
Parlaremo di ripartenza del cinema e dei prodotti audiovisivi webnativi che spesso lavorano insieme. Si pensi ai prodotti web seriali utilizzati da lancio per i film in sala, ad esempio come con la webserie degli Zero “Lo staggista” che promuoveva il lancio del film “Natale col boss”.
Esperti e creator ci illustreranno le nuove tendenze delle piattaforme digitali, dei social, di tutto quello che prima è partito in un modo e poi alla fine è approdato all’audiovisivo, come sta avvenendo ora con Tik Tok. Così come era già avvenuto per Facebook e Instagram.
Verranno a parlare diversi youtuber che ci spiegheranno come si è evoluto il loro lavoro. Ci saranno momenti formativi, workshop.
Discuteremo anche di audiovisivo e moda. Ci occuperemo di come i brand si promuovono attraverso l’audiovisivo, recuperando in un certo senso la fortunata liason tra cinema e moda degli anni ’60, tornata ora in auge grazie al fenomeno dei fashion film realizzati da grandi registi per importanti brand. Avremo così, un’altra conferma di come il mezzo più efficace per raccontare e raccontarsi sia sempre il prodotto audiovisivo breve.
Ci può anticipare qualche nome di giurati, ospiti, speaker?
Come ogni anno abbiamo una giuria competente, interessante e variegata, da Massimiliano Bruno ad Andrea Roncato, da Daniele Ciprì a Ludovico Fremont. Dallo stilista Mertino Midali, alla creator Angelica Massera, dal comico Antonio Giuliani alla regista Eleonora Ivone. Il tutto con una madrina d’eccezione: Elena Sofia Ricci!
Tutte le informazioni e il programma aggiornato, li trovate qui: https://www.digitalmediafest.it/