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Nora, la tragedia dei desaparecidos raccontata da una madre di Plaza de Mayo

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madre desaparecidos

Ha commosso il pubblico della Mostra del Cinema di Venezia il film Argentina 1985, un legal storico incentrato sulla tragedia dei desaparacidos che spezzò un intera generazioni negli anni più bui del regime militare in Argentina.

Una tragedia che ha coinvolto sopratutto ragazzi, studenti o lavoratori impegnati politicamente, e le loro famiglie. Tanto che la più potente denuncia di questo dramma fu quella del movimento delle madri e delle nonne, che spontaneamente scesero in piazza per chiedere che i loro figli e nipoti tornassero a casa.

Qualche tempo fa abbiamo avuto la possibilità di ascoltare dalla viva voce di una di queste madri il racconto di questa pagina di sangue e dolore, che cosa è stata veramente la tragedia dei desaparecidos argentini. Ed ecco il racconto di quell’incontro all’Università La Sapienza nel 2018.

La lotta delle madres e abuelas de Plaza de Mayo

“Memoria, justicia y verdad social” ossia “Memoria, giustizia e verità”. Sono queste le tre parole con cui Nora Cortiñas apre l’incontro Madri per la Libertà, la Memoria e la Giustizia Sociale, organizzato dagli studenti della facoltà di Scienze Politiche dell’ Università La Sapienza di Roma.

Norita, così viene chiamata da molti, è la co-fondatrice delle Madres de Plaza de Mayo Linea Fundadora. Associazione nata nel 1977 è formata dalle madri dei desaparecidos, ossia tutte quelle donne e quegli uomini oppostisi al regime dittatoriale instauratosi in Argentina tra il 1976 e il 1983, poi scomparsi in circostanze misteriose e mai più ritrovati.

Anche Nora è madre di uno dei tanti giovani desaparecidos argentini: Carlos Gustavo Cortinas, di cui porta sempre una foto al collo quando scende in piazza e quando incontra giornalisti e scuole.

Militante peronista, sequestrato dai militari nel 1977 a Buenos Aires e di cui non ha mai più saputo nulla.

Femminista, Nora oggi è una donna di 88 anni, di cui 41 trascorsi a combattere contro i soprusi e le violenze commesse dalla dittatura. E a chiedere, scendendo in piazza insieme alle altre madres,

verità e giustizia per i nostri figli e le nostre figlie scomparse e di cui il governo non ha più voluto dirci nulla. In questi anni non abbiamo ottenuto nessuna risposta né sulle loro sorti, né su quelle di madri incinte a cui venivano sottratti i propri figli e dati in adozione a famiglie di imprenditori o militari”.

Ieri e oggi: nessuna risposta sui desaparecidos

Gli anni della dittatura argentina sono stati anche gli anni dei “voli della morte”, una pratica atroce in cui più di 5000 donne vennero gettate ancora vive, anche se in stato confusionale a causa delle droghe somministrate loro, nell’oceano da aerei militari.

Nora utilizza più volte la parola partitismo. Un termine con cui vuole rimarcare la violazione dei diritti umani da parte dell’ attuale governo argentino  che, come spiega lei stessa

“è infastidito dalle nostre proteste. Verità e giustizia è tutto ciò che chiediamo, perché vogliamo che i colpevoli vengano puniti. Da 40 anni portiamo avanti le nostre battaglie con grande forza, ma senza aver mai utilizzato la violenza”.

La piazza è la sua seconda casa. Proprio lì, ogni giovedì, si riunisce insieme alle altre donne del movimento, indossando un fazzoletto bianco sul capo con il numero delle persone scomparse, per ricordare gli oltre 30.000 desaparecidos argentini.

Norita si batte per i diritti civili di tutti, senza distinzione alcuna,

“ Diamo sostegno agli operai che appoggiamo protestando insieme a loro davanti alle fabbriche,” spiega.E alle minoranze etniche come il popolo mapuche, spesso oggetto di violenze e depredato delle proprie terre, fonte primaria per il loro sostentamento e risorsa lavorativa, da parte dello governo. Ci battiamo per i diritti civili di tutti, nessuno escluso”.

Con l’avvento al potere di Macrì, vincitore alle elezioni del 2015, il regime di violenza si è ulteriormente inasprito. Con lui ha inizio quella che è stata definita una dittatura civico-militare, che fa ricadere l’Argentina negli orrori del passato,secondo Norita che racconta così la situazione del suo paese:

“Sono sempre di più le famiglie impoveritesi a cause delle politiche di austerità messe in atto da questo nuovo governo. Stiamo assistendo ad un impoverimento economico e personale, soprattutto per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani. A Macri non è mai interessato nulla dei diritti umani, né prima, né ora. Incarna il fascismo di un tempo, basato su repressioni e privazioni della libertà”.

Desaparacidos: ‘il crimine dei crimini’

Per Nora, quello di Macri è uno dei governi peggiori a cui abbia mai assistito, soprattutto perché, racconta lei,

“la corruzione si è estesa ben oltre l’apparato istituzionale, intaccando anche la stampa, sempre meno democratica e schierata sempre di più dalla parte del governo.”

Ma contro il’ ingiustizia è importante tenere viva la memoria. Quella dei desaparecidos, è una ferita ancora aperta, “il crimine dei crimini”, come lo ha definito mamma Norita.

Oggi, nel regime di  Macri, si parla di nuovi desaparecidos. Basti pensare al caso di Santiago Maldonado, militante che combatteva accanto al popolo mapuche contro il latifondo Benetton, una delle multinazionali a cui il Presidente ha ceduto parte del territorio della Patagonia, scomparso il 1 agosto del 2017 e ritrovato senza vita 78 giorno dopo.

Per l’Argentina sembra quindi ancora lontana la strada del progresso nell’ambito dei diritti umani e le tragedie di ieri sembrano riproporsi ancora oggi:

“La desapariciòn è un crimine di lesa umanità ,tutt’ora attuale, che priva una persona di tutto. Della sua personalità, della sua libertà personale e religiosa, della sua famiglia, ecc. Tutto questo è terribile, soprattutto se pensiamo che nulla è cambiato in 40 anni di lotte. Ma noi non ci fermiamo. Continuiamo a combattere e a rimanere indipendenti”.

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