Dal 7 febbraio, torna su Rai Uno, finito Sanremo 2022, la nuova stagione di una fiction che ha subito conquistato il pubblico televisivo italiano, con protagonista l’attore palermitano Claudio Gioè, ovvero Makari.
La serie è tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri e racconta le indagini di Saverio, giornalista scrittore immerso negli scenari più luminosi che la Sicilia può offrire. Una formula che, nella scorsa stagione, si è rivelata subito una carta vincente per la conquista degli ascolti.
A raccontare il ritorno sul set e qualche anticipazione sulla nuova stagione è Claudio Gioè, che sul set di Makari, in Saverio ci si è anche, a tratti un pò rispecchiato.
“Essere Saverio è molto divertente, molto piacevole. La chiave di Makari secondo me è proprio la gioia, il divertimento autentico, che viviamo sul set. Credo che abbiamo lasciato fluire la nostra gioia di raccontare queste storie e di girarle in Sicilia e questo è arrivato sicuramente al pubblico.
Lui è un pò una sfida per me, un personaggio molto diverso dai miei precedenti. Mi ha anche dato modo di approfondire i toni della commedia e dell’ironia. Ho trovato un copione perfetto per sperimentarmi in questo che era un campo che non avevo ancora esplorato fino in fondo.
Gaetano Savatteri è riuscito a scrivere Saverio Lamanna come un carattere tipico di noi palermitani. L’ ironia è la maschera che nasconde le ferite. Perché noi siciliani viviamo sempre un po’ nella tragedia greca, in una dimensione di teatro di piazza che serve a celare debolezze e difficoltà. In questo ovviamente ci rientro anch’io,essendo palermitano. So bene che il flusso di battute spesso, altro non è che una grande corazza.
E’ uno dei personaggi che sento più vicini alla mia cultura, alla mia età, quindi mi sento molto comodo nei suoi panni.
Cosa ti ha lasciato girare Makari?
Sicuramente una forte impronta etica. Questo giornalista porta avanti il suo scegliere non la strada più facile, ma quella più complicata di restare in Sicilia. E questo rappresenta anche un barlume di speranza perché fa sperare in possibilità di sviluppo e progresso, anche per la realizzazione personale.
Come è stato girare in Sicilia?
Girare in Sicilia vuol dire essere accolti ovunque con grande entusiasmo. E’ una terra che amo, ci sono nato e recentemente sono anche tornato a viverci. Abbiamo girato a Mondello, Palermo e poi Trapani, Erice, Scopello, Makari, poi agrigentino Scala dei Turchi, Solara e Valle dei Templi.
So bene che avere a che fare con i siciliani vuol dire sempre essere accolto con grandissimo affetto. C’è stato un grande abbraccio della mia terra intorno a Makari. I siciliani si sono riconosciuti in questa serie anche perché racconta la loro terra allontanandosi dai vecchi stereotipi.
Come ai lavorato sui cambiamenti personali di Saverio che in questa seconda serie evolve molto?
Come attore è stato uno stimolo in più per me perché c’è un’evoluzione nella storia che è anche una crescita del personaggio, una relazione a distanza, quindi punti di domanda molto intriganti da rappresentare.