“Non ci sono più le mezze stagioni”. E’ la frase che si pronuncia con maggiore frequenza durante le conversazioni quotidiane, e che tristemente riassume le condizioni meteorologiche inusuali che caratterizzano i nostri tempi. Viviamo, infatti, estati così torride da togliere il fiato, inverni gelidi da portare, quasi, a temperature polari ed autunni e primavere, talmente brevi, da non ammirare più le foglie ingiallirsi o i fiori spuntare, per citare, solo, alcune manifestazioni più evidenti e spicciole.
Nel mio piccolo mi impegno per tutelare l’ambiente circostante, e non voglio annoiare, certo,i lettori, con il mio decalogo di buone azioni. Nonostante quello che faccio, a volte, il mio contributo mi sembra irrilevante per salvaguardare ciò che mi circonda, e, in alcuni frangenti, presa dallo sconforto, mi nascondo dietro ad un banale:” Cosa posso fare io?”
Il mio interrogativo non può e non deve rappresentare un alibi e le mie attenuanti sono, del tutto, sconosciute alle generazioni più giovani, coraggiosamente impegnate nella difesa dell’ambiente, così come ci insegna la diciannovenne Greta Thunberg. L’adolescente svedese è diventata famosa per aver promosso lo sciopero scolastico per il clima, avviato il 20 agosto del 2018. L’attivista svedese ha dimostrato, fin dal suo esordio, all’età di quindici anni, l’interesse per la giustizia climatica e per il salvataggio del pianeta. Senza mezzi termini ha puntato il dito contro quella ristretta cerchia di persone pronte ad incassare ingenti somme di denaro a discapito di altri, polemizzando contro i leader politici ed i loro interessi, prevalenti sulle necessità della terra. I punti cardine del suo programma ambientale di rinnovamento sono: la riduzione dell’inquinamento e soprattutto delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, grazie all’eliminazione dei combustibili fossili.
La ragazza dalle trecce bionde ha conquistato il cuore di tanti suoi coetanei ed è stata individuata come guida del movimento “Fridays for future” .
La sensibilità di Papa Francesco, su queste tematiche, non ha tardato a palesarsi; Il Pontefice, ha, infatti, rivolto il suo accorato invito per evitare che altro male sia fatto al pianeta, con danni che non minacciano, solamente, clima, acque e sottosuolo, ma la vita stessa dell’intera umanità.
Certo, la piccola Greta si è dovuta, anche, beccare una serie di critiche inconsistenti che la vedevano, troppe volte, offesa e derisa per il suo aspetto fisico e per la sindrome di Asperger da cui è affetta. Ma che ci piaccia o no, la studentessa ha tutte le ragioni per annunciare l’agonia della terra.
Greta e le altre, chi sono le green girls che si battono per l’ambiente
Sull’esempio del ciclone svedese, in tutto il mondo, ragazzi e ragazzine, alcuni ancora bambini, si sono mossi a tutela dell’habitat circostante. E la generazione Z è piena di green girls.
Le Greta guerriere, si sono armate di parole e slogan per sfidare l’indifferenza dei potenti contro l’inquinamento, la povertà, lo sfruttamento delle risorse del pianeta, la diseguaglianza e la protezione delle specie animali più indifese.
Ma chi sono davvero queste fanciulle indomite? Lo si può scoprire leggendo il libro ” Green Girls” Storie vere di ragazze dalla parte del Pianeta,” Edito da Giunti, è destinato a lettori di ogni età,scritto dalla giornalista romana Christiana Ruggeri, non nuova a queste tematiche e già alla sua sesta fatica editoriale.( ndr Nel 2019 già pubblicò “ Greta e il pianeta da salvare, Il Glifo).
L’autrice, noto volto del Tg2, tratteggia un profilo dettagliato delle neo attiviste, tutte accomunate dalla volontà di agire in difesa del nostro habitat , con la forte volontà di proporre e far adottare misure urgenti per limitare i cambiamenti ambientali e le loro funeste conseguenze. Fonte d’ispirazione sono stati i diciassette punti dell’Agenda 2030. Le ambientaliste in erba, raccontate dall’abile penna di Christiana, sono trentadue.
Trentadue storie di ragazze green, raccontate nel libro di Christiana Ruggeri
L’autrice ci ha spiegato, in questa intervista, chi sono le sue “Green Girls”, e perché ha deciso di raccontarle.
Christiana Ruggeri, come nasce il suo impegno per l’ambiente?
Il mio impegno per l’ambiente, potrei dirti, che è nato da sempre. Amo la natura ed anche il mio umore è migliore quando sono immersa nel verde, poi, adoro gli animali perdutamente. Sono convinta che il contatto con la natura ci renda, tutti, migliori.
Mi piace ricordare la mia infanzia trascorsa a nord del Friuli Venezia Giulia, zona di cui erano originari i miei nonni. La visione olistica è stata naturale e mi sentivo parte dei boschi, degli animali e questa sensazione non mi abbandona mai.
A chi si rivolge il libro, e perché le è venuta voglia di raccontare queste 32 green girls?
Il libro è rivolto a tutta la famiglia. Mi è piaciuta questa forte impronta, questa leadership femminile e trasversale, ribadisco trasversale perché composta da giovani donne di differenti estrazioni sociali, studi ed etnie. Ognuna di loro si è dimostrata combattiva ed amorevole verso nostra madre terra, tra di loro hanno saputo compattarsi e fare squadra; poi, in alcuni casi, sono diventata, anche, amica delle loro mamme.
Le mie “green girls” sono di stimolo per tutti noi, a prescindere dall’età anagrafica e dal lettore. Il fatto di aver dirottato i miei interessi sulle ragazze, non significa che il mio racconto possa essere traducibile in una nuova forma di femminismo ma di eco femminismo; una mia amica nigeriana, ad esempio, si fa chiamare ecofemminist.
Le donne scendono in campo per tutti noi. Ho trovato che questa filosofia ambientalista fosse un concetto condivisibile e tanto apprezzato dai ragazzi, dagli uomini del domani; non ho mai voluto generare una discriminazione di genere al contrario(ndr discriminazione verso l’universo maschile), per la scelta narrativa che vi propongo. Nella mia vita la parola rispetto ha un valore assoluto ed ognuno ha una sua importanza, e nessuno può essere definito meno apprezzabile dell’altro.
Qual è la sua green girl del cuore?
Non credo che si possano fare classifiche di merito, perché ognuna di loro mi ha caricato emozionalmente e di spirito propositivo e mi ha fatto riflettere su certi angoli del mondo che sono geograficamente lontani, come l’Amazzonia. Il polmone verde del mondo, è solo apparentemente distante dal nostro continente e di ciò ne sono convinta; gli incendi che lo hanno devastato nel 2019 sono entrati nel circolo dell’atmosfera e, quindi, riguardano tutti noi e queste 32 giovani ragazze hanno rafforzato la mia convinzione. Grazie ad un linguaggio fresco e condivisibile, le green girls mi hanno conquistato e la loro immediatezza raggiunge ogni porzione di mondo anche con dei canali comunicativi insoliti, come può essere un balletto su Tik tok , magari.
Pensa che il movimento delle ecofemminist possa aver sortito degli effetti?
Ho molto apprezzato la serietà con cui il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha valutato le tematiche proposte e speriamo in successive azioni concrete.
Come immagina il lettore del suo libro?
Il libro è una base di conoscenza per migliorare e prendere coscienza dei problemi ambientali. Il lettore,nel mio caso, diventa attivo perché diventa parte integrante del circuito, capace di mettersi in gioco partecipando a mille altre forme di associazionismo. Sta uscendo, ora, una ristampa negli Stati Uniti che rappresenta una prima mappatura dell’associazionismo in senso ambientale e per me è una forma d’orgoglio.
Alla giovane Greta non sono state risparmiate critiche, incluse quelle rispetto alla sindrome di Asperger di cui soffre. Cosa pensa a riguardo?
Chi critica non ha identità o passioni e non avendo un carattere definito se la prende con gli altri. Per fortuna le mie green girls sono tenaci ed alleandosi hanno saputo fronteggiare comportamenti sbagliati, come il bullismo.
E sull’Agenda 2030 cosa pensa?
L’agenda 2030 rappresenta un progetto doveroso, utile e necessario, ma va ridefinito. Il dramma della povertà non è impossibile da sconfiggere; basterebbe l’impegno dei quattro Paesi più ricchi ed influenti del mondo, per raggiungere tale obiettivo, ma manca la volontà di farlo per inadeguatezza globale.
Prima haa fatto un riferimento al Presidente del Consiglio, ma ci sono altre personalità che apprezza rispetto alla salvaguardia della terra?
Un mio punto di riferimento è, senza dubbio, Papa Francesco. Lui è un rivoluzionario e la sua ecologia integrale la insegnerei nelle scuole come educazione civica. Il Santo Padre raccoglie, appieno, la visione francescana di cui, anch’io sono una estimatrice.
