simonetta di pippo

L’Italia ha scelto. La candidata tricolore alla prestigiosa e importante carica alla direzione dell‘Esa, ovvero “la Nasa dell’Unione Europea”, è Simonetta Di Pippo. Astrofisica romana,al momento lavora a Vienna, dove dirige l’Ufficio per gli Affari dello Spazio delle Nazioni Unite. Un nome, quello di Simonetta Di Pippo, che chiunque nell’ambiente conosce perfettamente, dato che l’astrofisica, nata a Roma nel 1959, è una personalità molto stimata e ha un curriculum pieno zeppo di successi e di posizioni di grande responsabilità.

Chi è Simonetta Di Pippo, fisica candidata alla direzione dell’Esa

 Simona Di Pippo, si è laureata all’Università La Sapienza in Fisica con indirizzo in Astrofisica e Fisica spaziale. Nel 1986 è entrata nell’Agenzia Spaziale Italiana. Simonetta di Pippo, sin da subito ha seguito importanti programmi internazionali diventando, nel 1989 delegata italiano presso l’Agenzia Spaziale Europea per la Stazione Spaziale Internazionale, esperta europea per la NASA del programma internazionale di esplorazione di Marte, responsabile, nel 2001 per l’Asi (Agenzia Spaziale Italiana), del coordinamento della missione Marco Polo. Ed era sua la responsabilità per la missione dell’astronauta italiano Paolo Nespoli a bordo del volo Shuttle STS-120. Nel 2006 l’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, l’ha insignita dell’onorificenza al merito di Cavaliere della Repubblica. Dal 2008 è stata la prima direttrice del programma del volo Umano dell’Esa, poi di nuovo Asi e dal 2014 il trasferimento alla direzione dell’Ufficio Spazio delle Nazioni Unite. Sempre in ruoli di grande responsabilità e di primo piano. Insomma, una vera eccellenza italiana.

“Ragazze, seguite le vostre passioni”

Da donna, spesso ritrovatasi nel ruolo di ‘prima donna’ a fare qualcosa, in un’intervista di qualche tempo fa raccontava anche delle difficoltà incontrate sul suo luminoso percorso, ma anche che ci ha sempre tenuto ad incitare le colleghe più giovani a non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà e a seguire la loro passione.

“C’è ancora troppo maschilismo, soprattutto nell’ambiente in cui lavoro io”. Aveva raccontanto. “Già da quando studiavo fisica, astrofisica e fisica spaziale all’Università ero tra le poche donne presenti. Molti miei colleghi dicevano che, proprio perché donna, avrei sicuramente insegnato. ‘Cos’altro puoi fare?’ mi chiedevano, dando per scontato che non avrei fatto molti passi avanti, per esempio, nella ricerca […] Il problema di molti uomini è che non sono nemmeno abituati ad avere rapporti professionali con le donne. Infatti cerco di marcare la mia presenza e fare in modo che i giovani e le donne aumentino, riscoprendo la passione per le materie scientifiche”. “

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